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Juventus: con Amauri, rischia Trezeguet

Juventus: con Amauri, rischia Trezeguet
martedì 27 maggio 2008, 08:182008
di Appi .
fonte di Alvise Cagnazzo per NESTI CHANNEL - carlonesti.it

Pur partendo dal presupposto secondo il quale non è riempiendo d'acqua un terreno, sino a farlo traboccare, che si consente di "dissetare" un suolo reso arido da lunghe settimane di siccità, o che non è opportuno affastellare cestelli di sabbia bagnata per rendere più solido un castello sulla battigia, la conclusione della trattativa per l'acquisto di Amauri non può che sollevare corpose riflessioni sulle ambizioni di una società disposta a spendere, ma non a spandere, senza smarrire i parametri di un bilancio compresso da rigidi limiti finanziari. Eppure, nel contesto di un organico offensivo assai abbondante, come il rancio servito nel vasellame militare, a fronte di esigenze ben più stringenti sia in difesa che a centrocampo, settore impoverito dell'addio di Nocerino e dall'occupazione abusiva di Almiron e Tiago, il tanto sbandierato ingaggio di Amauri potrebbe rivelare la medesima incidenza di un fiocco, appariscente, collocato su di una scatola vuota. Ben annodato, proprio come una cravatta adagiata sul collo il giorno del matrimonio, intorno ad una campagna acquisti improntata al basso profilo.

Capace di ricordare, seppur in maniera vaga, le "offerte" dei supermercati, audaci nel riempire, del superfluo, dispense altrimenti vuote e desolate. Così, anziché insistere nella selezione, assai gradita, soprattutto dall'allenatore Ranieri, di un terzino sinistro ben più smaliziato di Molinaro, senza sovraccaricare di responsabilità De Ceglie, abbandonando l'ipotesi Riise, o magari di un regista dai modi un po' più aggressivi della "scommessa" Xabi Alonso, il criterio adottato dalla Juventus parrebbe inseguire dinamiche mercantili ben più comuni di quanto si possa immaginare. Decretando la il ritornello di una campagna acquisti all'insegna dell'impatto mediatico, capace di ricalcare le linee guide, nonché i medesimi gravi errori, della precedente sessione estiva del mercato. Per carità, il peso specifico di un centravanti, Amauri, più prolifico di Iaquinta, sino ad ora esentato da qualsivoglia ipotesi di cessione, ed assai più dinamico, oltre che giovane, di Trezeguet e capitan Del Piero, non consente di dubitare sulla bontà di un'operazione conclusa, semmai, con eccessiva enfasi. Con il rischio di tralasciare, a corredo di un iinspiegabile vuoto di valutazione, le pecche strutturali di una squadra giunta al terzo posto in classifica, pur senza l'assillo della Coppa dei Campioni, e con un organico imperniato su elementi più vicino al tramonto, che all'inizio, della propria carriera.

Pronti a sfoderare una continuità di rendimento al di sopra di ogni sospetto, sfruttando la medesima forza di inerzia che sospinge le penne stilografiche, giunte all'ultima riga di un immenso quaderno, a trapassare con il loro inchiostro le pagine adagiate, le une sulle altre, imprimendo il proprio personale epitaffio. Nel sottile meccanismo degli equilibri tattici, da raggiungere spargendo un pizzico di sana imprevedibilità ad una manovra altrimenti "monocorde", per lo più basata sui lanci dalle retrovie, sull'intermittente apporto di Camoranesi e sul dinamismo del "tripode" Sissoko, unico cardine di un centrocampo privo di qualità, l'inserimento di Amauri consentirebbe di dilatare il raggio d'azione offerto da una coppia di attaccanti concreti quanto statici, anche in virtù di caratteristiche morfologiche, ed anagrafiche, difficili da rimodellare. Soprattutto dopo aver scollinato al soglia, fatidica, dei trent'anni. Considerando che il sacrificio di Lanzafame, sbolognato in Sicilia senza rimorsi apparenti, unito ai circa tredici milioni stanziati dall'amministratore delegato Blanc, avrebbe la forza di giustificare il principio della titolarità a prescindere, rendendo meno irrispettoso il contributo economico riconosciuto al Palermo, l'arrivo del centravanti brasiliano comporterà per l'accantonamento, strategico, di uno fra Del Piero e Trezeguet.

Certificata la retrocessione di Iaquinta, invitato dal presidente Cobolli Gigli a far di necessità virtù, in previsione di una stagione che, al di là del rientro in Coppa dei Campioni, prevedrà modalità di impiego più ristrette di un caffè, nel ruolo di quarta alternativa, la coppia titolare prescelta da Ranieri, anche in virtù dell'indispensabile presenza, geopolitica, di Del Piero, potrebbe di fatto penalizzare la staticità di "Hannibal" Trezeguet, boa muta di un attacco assai stitico girone di ritorno. Reo confesso di non contribuire, salvo sporadiche eccezioni, alla fluidità di una manovra consegnata, in maniera coatta, all'istinto di registi improvvisati, e forse presto sanata dall'arrivo di Xabi Alonso, geometrico ed arioso, ma di certo non giudicabile sulla base di un "impiego" assai limitato, da lavoratore a tempo determinato, nel Liverpool, il centravanti francese potrebbe incorrere nella prima stagione da precario. Offrendo il proprio apporto in maniera funzionale alle esigenze, temporanee, della squadra. Con il rischio di perdere, d'un tratto, la matematica certezza di un posto da titolare, peraltro mai in discussione nel corso dell'ultimo lustro. Anche se, qualora Ranieri decidesse di abbracciare il 4-3-3, facendo ricorso al tridente...