La Fiorentina riparte ed è festa viola al Franchi
"Grazie pres." Basterebbero queste due parole per sintetizzare la magnifica serata di ieri, che ha visto protagonista la squadra viola, sfilata trionfante (tranne gli assenti illustri Frey, Mutu e Vargas) davanti agli occhi dei propri tifosi. Applausi ed ovazioni un pò per tutti. "Grazie pres." lo ha pronunciato Prandelli all'inizio, quando incalzato dall'anfitrione Piero Pelù (insospettabilmente sobrio e morigerato nel tono di voce piuttosto che negli atteggiamenti), ha ringraziato Della Valle (c'era Andrea presente in tribuna) per lo sforzo economico profuso. Il mister viola si è fatto così ambasciatore del pensiero di tutta una città, pazza per la propria squadra del cuore. "Pres" potrebbe essere un soprannome (oggi si dice nickname) che due amici si danno per non perdere troppo tempo a chiamarsi per intero. "Pres" (scusate, per i pochi che non lo avessero capito, Pres. sostituisce e abbrevia la qualifica di Presidente) lo poteva dire solo Cesare Prandelli, guida a tutto tondo del progetto Fiorentina, che in questo modo ha sancito una volta di più l'unità d'intenti pressoché totale tra squadra e società. "Pres" lo può pronunciare una persona totalmente a suo agio in un contesto che lo ha finalmente soddisfatto in tutto (altra frase storica del mister..."Stavolta il presidente si è frugato").
E' questo il secondo messaggio di oggi (il primo arriva fra poco): Prandelli è sembrato completamente e totalmente compenetrato nel progetto e scommette ad occhi chiusi sul futuro in maglia viola. Il tutto con la benedizione dei tifosi e di Corvino che era a Milano ad acquistare il secondo di Frey, Storari. Noi di Firenzeviola c'eravamo (ve l'abbiamo raccontata minuto per minuto) e la sensazione è stata netta, incontrovertibile. Tutti remano dalla stessa parte. Tutti ci credono fino in fondo. E per tutti intendiamo le componenti dell'ambiente viola. E per una volta ci mettiamo anche noi giornalisti, ammaliati e affascinati da questa festa viola. Ecco, quindi, il messaggio più importante. C'è qualcosa nell'aria che ci dice che questo è l'anno buono (non per lo scudetto...che avete capito) per consolidare la Fiorentina ad altissimi livelli, per riconfermarsi fra le prime quattro in campionato e per intraprendere un cammino in Champions League che faccia sognare tutta una città. E allora, applausi e cori per tutti. Si parte con Comotto, Dainelli (accolto benissimo...non lo avremmo detto), fino a Da Costa (anche lui applaudito) Gilardino (accolto bene ma senza soverchi entusiasmi, il fiorentino è diffidente, deve toccare con mano), Jovetic (già una mascotte per il popolo viola) fino al re incontrastato dell'applausometro...Giampaolo Pazzini.
"Il Pazzo" è un fenomeno sociale da studiare. Nonostante un'annata difficile (non fallimentare, attenzione), deludente in quanto a gol fatti ma apprezzabile per impegno e dedizione, (e così si spiega, forse, l'affetto della Firenzeviola), i 10.000 del Franchi sono esplosi quando ha fatto capolino dal sottopassaggio. Siamo certi che quel barlume d'incertezza che vagava nella mente di Giampaolo (Sampdoria, Udinese?) si sia dissolto come per magia. Siamo al gran finale, lo si attendeva, il neo capitano viola, Riccardo Montolivo (la fascia al braccio è una forzatura ma crediamo che finirà così). Un'ora di permesso da Coverciano. Pochi chilometri per ricevere il giusto tributo per colui che terrà alto il nome di Firenze ai Giochi Olimpici di Pechino. Nessuno voleva mancare, e a parte qualche nome famoso, non mancava veramente nessuno. Sopratutto non mancava Firenze. Chiusura d'obbligo con il giro di campo effettuato camminando, (faceva un caldo imbarazzante), con Cesare Prandelli alla guida dei suoi ragazzi, orgoglioso della creatura, curioso ed impaziente di cominciare per vedere come e in quale direzione lavorare. E a quel punto saremo noi a dire "Grazie Pres..."