Mario Macalli: "Tra B e C rischiano 20 club"
"Confermo che nell'area B-C una ventina di club rischiano di non iscriversi. Ho una paura terribile perché siamo fermi". A lanciare l'allarme in una lunga intervista a Tuttosport è il presidente della Lega di C, Mario Macalli. Il quadro del calcio attuale da lui dipinto è impetuoso. "Leggo che il Messina vorrebbe ripartire dalla C2. Solo noi possiamo assistere passivamente ad una situazione che non trova nessuna spiegazione logica. L'azienda di calcio è una fabbrica di debiti ed industriali e non artigianali. I costi sono superiori ai ricavi. Il mercato della C non ha appeal. Probabilmente i nostri campionati sono strutturati male. Ma è il sistema calcio, a partire dai dilettanti, che non funziona più. E' inevitabile la ristrutturazione dei campionati ed una Lega diversa. Se venisse approvata la mia idea porteremo a casa 400 miliardi di vecchie lire, dico così perché io non ragiono con l'euro. Gli altri bocciano, sfornano poche idee ma ben confuse. I presidenti non devono piu' rimetterci. Dobbiamo smettere di far guadagnare allenatori, giocatori, osservatori, procuratori, direttori sportivi e chi più ne ha ne metta".
Continua Macalli. "Le rose? C'è un'unanimità di vedute per contenerle nella prossima stagione a 18 tesserati con 5 under 21 e con un numero illimitato di Under 20. Questo è l'orientamento a cui è giunto il lavoro della nostra specifica commissione. I giovani? Hanno giocato complessivamente molto poco in questa stagione. Correttivi? Abbiamo diminuito l'età per avere i contributi, il 1988 è il limite massimo. Adesso prendono i soldi quelli di 23-24 anni. E poi viene conteggiato il minutaggio. Secondo me un singolo giocatore deve essere utilizzato almeno 45' minuti per entrare in classifica. Era una norma di 11 anni fa che va rivitalizzata. I gironi? Prima vogliamo l'organico. Però la divisione dell'anno scorso ha funzionato. Ogni tanto bisogna fare di necessità virtù. Sette club in Campania, record assoluto, difficilmente potranno convivere. Me lo confermeranno i prefetti e le questure per una serie di incompatibilità ambientali".