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Mario Macalli: "Tra B e C rischiano 20 club"

Mario Macalli: "Tra B e C rischiano 20 club"
martedì 17 giugno 2008, 20:052008
di Stefano Sica

"Confermo che nell'area B-C una ventina di club ri­schiano di non iscriversi. Ho una pau­ra terribile perché siamo fermi". A lanciare l'allarme in una lunga intervista a Tuttosport è il presidente della Lega di C, Mario Macalli. Il quadro del calcio attuale da lui dipinto è impetuoso. "Leggo che il Messina vorrebbe ripar­tire dalla C2. Solo noi possiamo assi­stere passivamente ad una situazione che non trova nessuna spiegazione logica. L'azienda di calcio è una fabbri­ca di debiti ed industriali e non arti­gianali. I costi sono superiori ai ricavi. Il mercato della C non ha appeal. Pro­babilmente i nostri campionati sono strutturati male. Ma è il sistema cal­cio, a partire dai dilettanti, che non funziona più. E' inevitabile la ristrutturazione dei campionati ed una Lega diversa. Se venisse approvata la mia idea portere­mo a casa 400 miliardi di vecchie lire, dico così perché io non ragiono con l'euro. Gli altri bocciano, sfornano po­che idee ma ben confuse. I presidenti non devono piu' rimetterci. Dobbiamo smettere di far guadagnare allenato­ri, giocatori, osservatori, procuratori, direttori sportivi e chi più ne ha ne metta".

Continua Macalli. "Le rose? C'è un'unanimità di vedute per con­tenerle nella prossima stagione a 18 tesserati con 5 under 21 e con un nu­mero illimitato di Under 20. Questo è l'orientamento a cui è giunto il lavoro della nostra specifica commissione. I giovani? Hanno giocato complessivamente molto poco in questa stagione. Correttivi? Abbiamo dimi­nuito l'età per avere i contributi, il 1988 è il limite massimo. Adesso pren­dono i soldi quelli di 23-24 anni. E poi viene conteggiato il minutaggio. Se­condo me un singolo giocatore deve es­sere utilizzato almeno 45' minuti per entrare in classifica. Era una norma di 11 anni fa che va rivitalizzata. I gironi? Prima vogliamo l'organico. Però la divisione dell'anno scorso ha fun­zionato. Ogni tanto bisogna fare di ne­cessità virtù. Sette club in Campania, record assoluto, difficilmente potran­no convivere. Me lo confermeranno i prefetti e le questure per una serie di incompatibilità ambientali".