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Mazzone: "Al Napoli nel momento sbagliato"

Mazzone: "Al Napoli nel momento sbagliato"TUTTO mercato WEB
venerdì 26 settembre 2008, 10:332008
di Tommaso Veneri
fonte Tuttonapoli.net

L'esperto allenatore, Carlo Mazzone, parla di Napoli e non solo.

Mister lei ha avuto la possibilità di allenare sia il Napoli che il Bologna, che partita sarà Bologna-Napoli di domenica pomeriggio?
"Sarà certamente una partita molto combattuta, gli emiliani stanno vivendo un momento difficile, psicologicamente l'ambiente è un po demoralizzato e arrabbiato. Le due squadre si affronteranno con due stati psicologici completamente diversi, da una parte il Bologna nervoso a caccia del riscatto, dall' altra parte il Napoli in grande spolvero mentalmente più libero e reattivo, chi affronterà la gara con maggior determinazione e interpreterà i 90 minuti con maggiore spirito di sacrificio vincerà, sarà partita nervosa e combattuta, che vinca il migliore".

Da tecnico esperto ritiene crede che il Napoli possa ambire ad un piazzamento in Champions League?
"Per esperienza consiglio alla piazza napoletana di non fantasticare molto sull'attuale classifica e di non lasciarsi trasportare sulle ali dell'entusiasmo, bisogna procedere con calma in una certa direzione, fare un passo alla volta. Bisogna solo fare i complimenti ad una squadra capace di una cavalcata strepitosa, dalla serie C fino in Europa, a mio avviso un traguardo ragguardevole, merito di una società seria e di un parco giocatori all'altezza della piazza partenopea. Ora non bisogna però caricare questi ragazzi di eccessive responsabilità e richieste, devono lavorare con la massima tranquillità, sono giovani ed affamati di successo, confermare l'Uefa sarebbe già un risultato incredibile se poi il calendario dovesse essere benevolo con gli azzurri potrebbe venir fuori anche un'inaspettata qualificazione in Champions, nel calcio tutto può succedere".

Secondo lei dove si cela il segreto tattico della squadra del Napoli?
"Il segreto del Napoli è il collettivo, formato con intelligenza prospettica dalla dirigenza azzurra, acquisti mirati che poco alla volta sono andati a rinforzare già un gruppo solido di base, è una squadra ricca di giovani determinati e dotati tecnicamente. Sul piano del gioco è una formazione che diverte molto, capace sempre di convertire in pochi secondi una situazione pericolosa in un contropiede a favore, hanno la mentalità e la forza tecnica per andare molto lontano".

Ha il rammarico di essersi trovato sulla panchina del Napoli nel periodo sbagliato?
"Certamente, ogni volta che si parla di Napoli cresce in me il rammarico di non essere riuscito a dare all'ambiente la scossa giusta, era una stagione tribolata, mi ritrovai a gestire una situazione catastrofica,avevo in rosa più di trenta giocatori, dopo alcune partite decisi di farmi da parte, mi sentivo in colpa professionalmente. Il pubblico di Napoli era il mio pubblico ideale, la mia piazza, ricordo quella breve esperienza con tanto piacere ma con infinita amarezza".

La vita è fatta di emozioni, il Napoli privato del calore del suo pubblico in trasferta, nel corso dell campionato potrebbe risentirne sul piano psicologico?
"Il calcio è fatto di stimoli, per un calciatore scendere in campo senza il sostegno dei propri tifosi è un handicap pesantissimo, vedere il Napoli di scena al San Paolo senza l'apporto delle curve mi fa tanta tristezza. Per colpa di qualche tifoso sconsiderato ed ignorante sta pagando un'intera tifoseria, calorosa e passionale. Spero che lo Stato applichi seriamente le leggi, io sono per un calcio pulito fatto di divertimento e di gioia, mi distanzio da quelle tifoserie che vanno allo stadio con il pretesto di fare politica, spacciare droga e sfogano la propria ignoranza contro le forze dell'ordine. Bisogna fermarsi e affrontare con serietà questa delicata situazione, magari prendendo spunto dal modello inglese che con gli anni ha prodotto dei risultati positivi".

Indimenticabile è il suo sprint sotto la curva dei tifosi dell'Atalanta nel derby contro il suo Bresca, a distanza di anni saprebbe sintetizzare quel momento con due aggettivi?
"Immensa gioia e moltissima amarezza, c'erano dei precedenti spiacevoli che mi toccavano sul personale, i tifosi bergamaschi continuavano ad offendere la memoria di mia madre, la mia famiglia, la mia romanità e da allenatore ma soprattutto da uomo imperfetto, ho esternato la mia rabbia con quel gesto clamoroso ma sentito,percorrendo lo stadio Rigamonti ad altissima velocità, neanche in campo da calciatore ho fatto uno scatto cosi' veloce. Un professionista non dovrebbe mai farsi trascinare dalle vicende personali, dovrebbe restare sempre lucido in ogni momento, ma riguardo a quella situazione preferisco ribadire che a correre come un pazzo scatenato per 60 metri era il fratello gemello di Carlo Mazzone, il fratello passionale ed istintivo".

Nel corso della sua indimenticabile carriera ha avuto la fortuna di allenare tantissimi campioni, chi era il più dotato tecnicamente?
"A me non piace fare nomi, ho avuto la fortuna di allenare tantissimi calciatori bravi, tra i tanti forse quelli che vengono sempre più citati sono Totti e Baggio, giocatori straordinari, ma ci sono anche altri tantissimi calciatori che mi hanno sorpreso positivamente durante la mia gloriosa carriera".

C'è un tecnico per il quale lei stravede, una sorta di suo erede in questo campionato?
"Ci sono tantissimi allenatori bravi e giovani in questa serie A, ma ogni allenatore ha i propri pregi e difetti. Mi affascina per carisma Iachini, che sta facendo molto bene a Verona con il Chievo, lo feci esordire in A quando ero ad Ascoli, potrebbe avere una carriera ricca di soddisfazioni".