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Milan-Inter: altro che Italia '90...

Milan-Inter: altro che Italia '90...
lunedì 4 agosto 2008, 00:002008
di Michele Criscitiello
Nato ad Avellino il 30-09-1983, vive e lavora a Milano presso la redazione di Sportitalia. Inizia a collaborare con Eurosport. Giornalista e conduttore televisivo si occupa di calciomercato per l'emittente di Tarak Ben Ammar. Direttore di TMW.

Avevano ragione Gianna Nannini ed Edoardo Bennato, quando, l'estate di 18 anni fa, cantavano "notti magiche, inseguendo un gol...". Milioni di italiani sognavano un gol, un'avventura in più. Mentre l'Italia di Vicini "sprofondava" nel San Paolo di Maradona, dall'altra parte del Mondo nascevano bebè che sarebbero diventati il futuro del nostro campionato. Benedetto quell'anno: il 1990, appunto. Estati calde, bollenti, tra l'Argentina, il Perù e il Brasile; W il Sudamerica. Stavano per nascere talenti mondiali che successivamente club prestigiosi, come Milan e Inter, avrebbero scovato su campi di periferia, dove l'erba lascia spazio alla polvere e i palloni gialloviola della Nike non esistono. La scorsa settimana tutti, tifosi ed addetti ai lavori, hanno scoperto siti internet brasiliani ed argentini specializzati in materia. Chi è Philippe Coutinho? Addirittura un '92, all'Inter per 4 milioni. Gli unici filmati arrivano da youtube e i tifosi nerazzurri, di fronte a simili prodezze, hanno pensato ad un nuovo Pato. Poi Kysela, altro 16enne, ma difensore e non sudamericano. Il Milan, re in Brasile, spodestato dai concittadini di Via Durini. Impensabile. Cinque giorni per rifarsi ed ecco che in Via Turati arrivano Cardaccio (per la Fifa con due "c", per il passaporto comunitario una sola) e Viudez. Questi ultimi non sono del 1990, ma i prossimi obiettivi delle grandi di Serie A nascevano proprio quando in Italia sognavamo la Coppa del Mondo in casa nostra e cantavamo con la Nannini e Bennato. In Sudamerica si stavano preparando a farci tanti piccoli regali, tranne quello poco gradito di mandarci a casa in semifinale. Oggi parliamo di Coutinho, Viudez e Cardaccio (cortesemente pronunciatelo Cardassio), domani sentirete parlare di Sauro, Nazarith, Bernardo, Tales e Pastorini. Questi enfants prodiges tutti rigorosamente nati nel 1990, prossimi alla maggiore età, di conseguenza pronti a trasferirsi in Europa. Il primo, Reimond Manco, peruviano dell'Alianz Lima, ce l'hanno portato via, acquistato dal Psv per 3 milioni di euro. Gli emissari di Milan ed Inter seguono attentamente anche difensori e centrocampisti. Interessante Michel Schmoller, brasiliano con passaporto tedesco. Il cognome è una garanzia, più del timbro della Questura. Alto e possente, difensore vecchio stampo, del quale la Figuereinse per ora non intende liberarsi. Dal Brasile all'Argentina cambia poco: Gaston Sauro, difensore capitano della Seleccion Under 17; Scuola Velez Sarsfield ora è tesserato con il Boca, dove ancora non ha esordito in prima squadra.

Un fenomeno per il reparto arretrato, che piace soprattutto ai tedeschi del Bayern Monaco. E' mai possibile che il Direttore Sportivo della Fiorentina, esperto del mercato sudamericano, non abbia messo gli occhi su nessuno di questi giovani talenti? Certo, Corvino conosce bene Cristen Nazarith, centrocampista d'attacco utilizzabile anche sulla fascia, colombiano passato alla storia per aver realizzato un gran gol nel mondiale Under 17 contro la Germania. Per informazioni chiedere all'Independiente di Santa Fe. Nel giro di tre anni sbarcheranno in Italia altri due centrocampisti: Bernardo Vieira de Sousa, un play alla Emerson. Brasiliano, segna molto anche su palla inattiva e attualmente gioca nel Cruziero. Il secondo è Tales Tlanija de Sousa, un centrocampista d'attacco di qualità e di proprietà dell'Internacional di Porto Alegre, ex compagno di Pato, più giovane e con caraterristiche che lo portano a giocare più lontano dalla porta. Fenomeni si nasce o si diventa? Bel dilemma. Due attaccanti, già noti alla stampa sudamericana, probabilmente sono nati numeri uno, ma, per confermarsi tali, bisogna che sudino dalle partite in spiaggia a quelle sui campi in polvere. Rodrigo Pastorini gioca nel Danubio Montevideo, ha già esordito in prima squadra e nel preliminare di Copa Libertadores. Un inizio di gran classe, ma è ancora acerbo per il campionato italiano. Tenerlo d'occhio non costa nulla. Luiz Marcelo Morais dos Reis, più conosciuto come Lulinha, è un attaccante del Corinthians. Ultimamente sta deludendo. Ha già richieste dall'Europa, ma, dopo un grande sudamericano sub 17, ha fallito ai mondiali. Gioca nella serie B brasiliana e ha un pregio fondamentale ed un difetto madornale: molta tecnica e poca personalità.
Uno dei pezzi più pregiati potrebbe diventare una bella sorpresa per i tifosi dell'Inter e se a Branca riuscisse il colpo bisognerebbe dargli un attestato di merito. Classe, talento, gioventù ed un pizzico di amarcord: un altro bomber"ino" del '90, statura 1 metro e 86 centimetri, gioca nell'Independiente del Presidente Julio Comparada. Noto per aver segnato 3 gol nell'ultimo Mondiale Under 17, disputatosi in Corea nel settembre del 2007. Immaginate già il titolo: "Mazzola all'Inter". Non Sandro, Nicolas. Pensateci ed appuntatevi questi nomi, così tra qualche anno potremmo dire di conoscere già i nuovi Coutinho, Cardaccio e Viudèz.