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Parma, Cuper: "Non siamo ancora morti"

Parma, Cuper: "Non siamo ancora morti"
martedì 22 aprile 2008, 17:072008
di Redazione TMW

"Non siamo ancora morti. Ci sono tre squadre sotto di noi in classifica ed in questo momento siamo salvi. Poi, ci sono ancora quattro partite da giocare e devo avere fiducia. Domenica possiamo vincere, ma va bene anche un punto, a Reggio Calabria. Poi ne servono altri sei". Non li aveva mai fatti sino ad ora, ma questa volta Hector Cuper comincia a fare i calcoli in vista della corsa finale verso la salvezza. In silenzio dopo il match con il Napoli ("Avevo troppa rabbia per parlare con lucidità", si è giustificato oggi) l'hombre vertical ha chiesto, prima di tutto, l'aiuto del pubblico.
"L'errore che non dobbiamo fare adesso, tifosi compresi, è quello di chiamarsi fuori - ha detto -. Abbiamo bisogno che tutti ci stiano vicino, che tutti facciano l'ultimo sforzo per portare avanti il Parma".
Intanto però la formazione crociata ha lasciato la città. In pullman ha raggiunto Roma dove rimarrà sino alla vigilia del match con la Reggina. "La decisione è arrivata dopo una conversazione fra me ed il presidente Tommaso Ghirardi - ha spiegato Cuper - e se l'avesse decisa solo il proprietario del club sarebbe comunque giusta. Il ritiro è importante in questo momento: serve per stare insieme, per allenarsi, per vedere le partite, ma soprattutto per parlare. La convivenza è molto importante in questo momento difficile. Ci servirà per rasserenare gli animi; sono molto contento di poterlo fare".

Un ritiro che servirà a tenere lontani anche i giornalisti. Sino a sabato, quando tornerà a parlare Hector Cuper, il contatto con l'esterno dal ritiro romano sarà tenuto solo ed esclusivamente dal direttore dell'area tecnica Andrea Berta e dal direttore sportivo Gabriele Zamagna.
Ma prima di chiudersi nel silenzio, Luca Bucci ha risposto, (solo con una nota riportata sul sito ufficiale della società) alle parole dette ieri da Domizzi a Sky alla domanda 'Qualche giocatore del Parma ti ha chiesto di sbagliarlo questo rigore?' ("Sì, hanno cercato di disturbarmi in tutti i modi, forse un po' anche esagerando"). "Non è abitudine mia e dei calciatori del Parma chiedere l'elemosina agli avversari: nessuno di noi ha chiesto a Domizzi di sbagliare il calcio di rigore - ha detto il portiere - Io, che sono lo stesso che lo scorso anno chiese all' arbitro di non cacciare Pazzini, già espulso, in Fiorentina- Parma, non avendo commesso il fallo, ho solo detto a Mannini, che poco prima mi aveva riferito di aver visto che l'intervento di Mariga era sul pallone e non sull'uomo, di essere onesto e di andare dall'arbitro a scagionare il mio compagno punito ingiustamente con una espulsione diretta. E altrettanto ho continuato a fare con altri calciatori e tecnici del Napoli, anche dopo l'esecuzione del calcio di rigore, come documentato dalle immagini televisive, male interpretate da qualcuno, prevenuto, che voleva a tutti i costi vedere del marcio. Penso che costoro dovrebbero ricordare le dichiarazioni ed i fatti che anche di recente ho compiuto per combattere i simulatori e i furbi nel calcio. La mia era solo una richiesta di onestà".
L'espulsione di Mariga domenica ha fatto crollare il Parma in una vera e propria crisi di nervi. "Non siamo stati bravi a gestire la testa - ha spiegato Cuper -. Non abbiamo pensato che c'erano ancora quattro partite, che quello con il Napoli non era l'ultimo match del campionato. Ho provato più volte a dirlo ai ragazzi dalla panchina, in campo lo faceva anche Morfeo, ma non c'é stato niente da fare". E a tradire sono stati proprio i leader del Parma. "L'esperienza, a volte, non arriva con l'età - ha aggiunto il tecnico - A volte un giocatore giovane è già capace di gestire una partita mentre uno di trenta anni non lo sa fare. Domenica Falcone e Gasbarroni non sono stati in grado di farlo, anche se il cartellino rosso del primo mi è ancora difficile da capire".