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Pato: "Conoscevo Kakà solo alla playstation"

Pato: "Conoscevo Kakà solo alla playstation"
giovedì 20 marzo 2008, 17:052008
di Redazione TMW
fonte Uefa.com

Non si aspetta mai troppo a lungo per qualcosa di veramente bello. Per i tifosi dell'AC Milan i primi mesi di Pato in rossonero rientrano decisamente in questa categoria. Lo si è capito subito in occasione di quel 5-2 contro l'SSC Napoli del 13 gennaio che ha sancito il debutto ufficiale - con gol - del giovane brasiliano. Da allora il 18enne è andato a segno altre cinque volte: la vera perla è forse quella contro il Calcio Catania del 27 febbraio.

Ricordo di Sheva
Quelle scarpe arancioni che brillano, lo scatto bruciante e il tiro secco dalla distanza che trova l'angolino. Molti tifosi dei tifosi rossoneri hanno rivisto il miglior Andrei Shevchenko in quell'azione. Le caratteristiche saranno anche diverse, ma la maglia con il numero 7 e quella facilità nel puntare sempre la porta sono le stesse. E tutto il Milan spera che Pato potrà anche superare i grandi traguardi ottenuti da Sheva in rossonero.

Aspettative
Il Milan non ha potuto schierare Pato per diversi mesi per questioni di regolamento. Ma le aspettative erano già altissime quando lui poteva solo allenarsi con la squadra. Tanto da spingere il presidente Silvio Berlsuconi a pronosticare i 30 gol da gennaio alla fine della stagione. Per tanti la pressione poteva essere insostenibile. Non per Pato. "Ero felice di leggere le notizie su di me e di sentire la gente dire che sono un grande giocatore - ha detto a uefa.com -. Li ringrazio tutti per essersi presi cura di me in campo e fuori. Mi spingono a dare il massimo per ripagarli".

Colonia brasiliana
La maturità di Pato ha impressionato Carlo Ancelotti almeno quanto le sue prestazioni in campo. "Sono andato via di casa a undici anni per giocare con l'[SC] Internacional, molto presto. A 17 anni ho lasciato il Brasile per passare a un grande club come il Milan, che mi ha accolto a braccia aperte. Il mio cuore mi ha detto: Fai del tuo meglio perché sono tuoi amici e vogliono aiutarti". Al Milan Pato ha trovato una vera e propria colonia brasiliana. "Mi hanno sostenuto sin dall'inizio. E ancora lo fanno in campo e fuori perché hanno molta più esperienza di me".

Il consiglio di Kakà
Kaká è tra i brasiliani che hanno contribuito a far sentire Pato a casa. "Sta facendo benissimo per un ragazzo di 18 anni che sta appena iniziando la carriera in un grande club europeo - il Pallone d'Oro ha detto a uefa.com -. Ha un grande futuro davanti. Non gli ho dato consigli particolari, gli ho solo detto di fare ciò che gli passa in testa. Molte persone danno consigli ma devi seguire il tuo istinto, fare le cose a modo tuo. Si impara molto dagli altri, ma molto di più dall'esperienza personale".

Umiltà dei campioni
Il benvenuto di Kaká e di altri campioni affermati ha un po' sorpreso Pato. "Sono i nomi con cui giocavo alla Playstation o che guardavo in televisione - ha detto l'attaccante -. Mi hanno molto sorpreso quando sono arrivato perché sono stati tutti umili e cordiali dandomi tutto il sostegno di cui avevo bisogno. Adesso voglio solo dare il meglio di me per aiutare la squadra".

Debutti
Pato ricorda ancora la gioia dopo il debutto contro il Napoli. "Ero molto contento perché ero riuscito a fare del mio meglio e a segnare. Poi avevo giocato con molti campioni e con il mio idolo Ronaldo". Più difficile il primo assaggio di UEFA Champions League, con il Milan eliminato dall'Arsenal FC negli ottavi di finale. "La partita a Londra si è giocata su un ritmo altissimo e non siamo riusciti a segnare il gol di cui avevamo bisogno. Poi abbiamo avuto la sfida decisiva a Milano ma abbiamo perso. Siamo ancora tristi per quella sconfitta".

Musica Champions
Il Milan è quinto in Serie A e rischia di restare fuori dalla UEFA Champions League della prossima stagione. Per Pato quello contro l'Arsenal è solo uno scarno antipasto. "Giocare in UEFA Champions League è sempre stato un sogno per me. I miei amici mi facevano ascoltare l'inno ufficiale della competizione per darmi un'idea di cosa avrei provato nell'ascoltarla. Adesso però il mio obiettivo è quello di lavorare duramente per vincere trofei con il Milan. Voglio diventare un grande giocatore in Italia e nel mondo". Se non lo è già, è solo questione di tempo.