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Satta (MF): "A giugno arriverà l'offerta degli americani per la Roma"

Satta (MF): "A giugno arriverà l'offerta degli americani per la Roma"
mercoledì 26 marzo 2008, 10:412008
di Appi .
fonte di Fabrizio Rossi per laromasiamonoi.it

Da tempo, un rumor circola insistente nelle sale finanziarie mondiali e rimbomba fragorosamente all'interno delle redazioni romane, ricadendo, di riflesso, sulle già martoriate spalle dei tifosi giallorossi, che tra Coppa Italia, campionato e Champions, hanno già abbastanza gioie a cui pensare. Mentre altre società sono occupate a spalmare ogni singolo acquisto nell'arco di 23 anni, il lavoro operato dalla società di Via di Trigoria ha decisamente pagato, spingendo investitori stranieri ad incaricare banche d'affari di vari studi di fattibilità per l'acquisto della società. La cordata americana è solo l'ultima, in ordine di tempo, ad aver espresso interesse per l'acquisizione delle quote societarie, vedendo nel marchio Roma una notevole capacità di profitto generato, tale da essere paragonabile a quello del Real Madrid o del Manchester.
Ora, in questo mare magnum di conferme e smentite, di lotte tra testate e di corse all'ultima notizia, ha deciso di inserirsi anche Laromasiamonoi.it. ma con una particolarità: la conferma e l'approfondimento della notizia, andiamo a prenderlo alla fonte, che, in questo caso, hanno la voce ed il volto della banca d'affari Rothschild, della Inner Circe Sport e del dott. Antonio Satta, colui il quale sta seguendo la querelle finanziaria tramite Milano Finanza.
Il primo step ha seguito la prassi consolidata del rifiuto seccato, corrispondente ad una conferma.
Infatti, contattata la sede milanese della Rothschild (a breve seguirà un contatto con la sede centrale di New York, e con la Inner Circle Sports llc, sempre di New York, ndr), ci veniva opposto un poco cortese e seccato rifiuto alla richiesta di approfondimenti circa lo studio di fattibilità commissionato dalla cordata legata alla finanza U.S.A.. Va da se, che se la risposta fosse stata certamente negativa, sarebbe bastato un semplice "non c'è nulla di vero". Invece, alla mia richiesta di un referente a New York per poter approfondire la notizia, mi veniva opposto un "...mi dispiace ma non ne possiamo parlare...", seguito immediatamente dal telefono attaccato bruscamente in faccia al vostro cronista.
Ma noi non ci scoraggiamo, ed in attesa di contattare la sede newyorkese della Rothschild, accentriamo l'attenzione sul dott. Antonio Satta, giornalista di Milano Finanza (e tifoso della Roma) che sta personalmente seguendo la questione Roma-USA.

Dottor Satta, qualcuno, nell'etere romano, ha sussurrato che voci del genere sono sempre prive di fondamento e che servono solo alle varie testate per farsi una guerra all'ultima notizia.
Non è il nostro caso e nemmeno il mio. Anche perché noi non ci occupiamo di sport, ma di finanza. Se poi la notizia finanziaria è legata alo sport e ad una squadra come la Roma, è normale che faccia rumore sulla stampa specializzata e sull'etere sportivo. ma sempre si economia e finanza si tratta.

Quindi non è la solita mossa per destabilizzare un ambiente in lotta su tre fronti.
Da parte di Milano Finanza, assolutamente no. Noi abbiamo le nostre fonti, che affondano le loro basi nella certezza di una notizia. Non dimentichi che una notizia data senza controllo tramite un quotidiano come il nostro, avrebbe un potere potenzialmente destabilizzante dal punto di vista finanziario. Tutto ciò che noi scriviamo, è accuratamente controllato ed assolutamente vero.

Ma che interesse hanno ad investire in un mercato come quello italiano, piuttosto che in quello inglese o spagnolo?
Innanzi tutto, il mercato inglese ha raggiunto un livello di saturazione che lo rende poco appetibile. Consideri che, in Europa, agli occhi degli investitori stranieri, esistono solo tre mercati sportivi: quello italiano, quello spagnolo e quello inglese. Questi campionati, hanno un appeal legato al valore dei marchi, ai mercati di corrispondenza ed a quelli di espansione. Senza contare i derivati dai diritti televisivi, dalle sponsorizzazioni extranazionali e da quelle da mercati interni non necessariamente legati al mondo del calcio. Lei consideri che se si va su google e si digita Roma, si trovano 142 milioni di risultati, contro i 122 di Manchester ed i 60,2 di una parola religiosa molto nota. E anche questo è valore. Il singolo logo della Roma è un valore, perché corrisponde a quello di una città. Ed una simile notorietà, nel mondo è spendibile ai massimi livelli. Pensi alle potenzialità nei mercati asiatici, in quelli medio orientali o nello stesso mercato americano, dove il calcio è uno sport in continua e totale espansione. Pensi alle infinite possibilità di sfruttamento del marketing in questi mercati. Sotto questo aspetto, il mercato italiano è un mercato altamente sottosfruttato, perché male utilizzato. Ed un offerta di 250 - 300 milioni di euro, che le confermo, è un'offerta biunivocamente buona: per chi compra e chi vende.

Quindi quest'offerta ci è stata?
No. Ufficialmente l'offerta non c'è stata. Anche perché ancora non è terminato lo studio di fattibilità. Senza contare che i tempi dell'economia non sono questi. Ma posso assicurarle che a fine stagione verrà presentata un'offerta. Bisognerà vedere se la famiglia Sensi la accetterà.

Ma, effettivamente, a chi va fatta l'offerta? Ai Sensi come A.S. Roma, o ai Sensi come Italpetroli?
Assolutamente alla Italpetroli. La Italpetroli è la società di riferimento, mantre l'A.S. Roma è solo un asset del business di Italpetroli. Oltretutto la famiglia Sensi, non può non tener conto del debito di oltre 350 milioni di euro.

Ma è un debito accumulato tramite la Roma.
Si, ma è stato spostato dalla Roma alla Italpetroli. La Roma è appetibile proprio per questo. Di per se non ha debiti, ha un parco giocatori di livello europeo, ha un vivaio che rappresenta un valore aggiunto e ha un brand che, se ben sfruttato, è una miniera d'oro.

Un po la storia del Real di alcuni anni fa.
Esatto. Se lei ricorda, anche il Real è stato vicino al fallimento, avendo accumulato un debito vicino ai 300 milioni di euro. Ma hanno saputo sfruttare il momento di debolezza per rifondarsi.

Senza contare, che in qualche modo la Italpetroli dovrà ripianare il debito accumulato.
Esatto. E dovrà farlo tramite la cessione di asset o tramite un cospicuo aumento di capitale. Quest'ultima ipotesi è inverosimile. La strada maestra è quella della cessione di asset. Peraltro Italpetroli è partecipata per una quota elevatissima da Banca Intesa. Con loro ho parlato spesso, ultimamente. E mi hanno detto che non si opporrebbero assolutamente ad una cessione dell'asset Roma da parte della famiglia Sensi. Anzi, lascerebbero campo libero. Una simile cessione, ad un valore stimato di 250 - 300 milioni di euro, azzererebbe quasi del tutto il debito di Italpetroli, avviandola ad un risanamento senza esposizione, che la porterebbe ad essere una azienda sana e vitale. Volendo, anche appetibile.

Ovviamente, un'acquisto simile da parte di una cordata USA, renderebbe necessario un mantenimento dei valori raggiunti, anche con investimenti mirati.
Ovvio. Stiamo sempre parlando di una società che, con mezzi scarsi, è riuscita a essere al vertice del calcio europeo e tra le prime otto d'Europa per due anni consecutivi. Il loro interesse è espandersi. E questo può essere fatto solo con un mercato di livello. Ma ripeto, è tutto al livello di ipotesi. Come le dico che ora non è stata presentata alcuna proposta, così le dico che verrà presentata a fine campionato. Ma i Sensi già ne hanno rifiutate altre ed hanno anche affermato che la Roma non sarà venduta se non a cordate di eccellente e solida base.

Lei è tifoso?
Si. E se mi chiede se tifo Roma, la anticipo e lo confermo: tifo Roma.

Allora da tifoso che mastica economia ad alti livelli, sarebbe favorevole ad una simile cessione? Ovvero: la auspicherebbe per il futuro della Roma?
Viste le parti in causa, assolutamente si. La cordata USA interessata alla Roma, investe solo per averne un rientro. Ed il rientralo si ha solo se il prodotto è vincente. E per rendere il prodotto vincente, si fanno cospicui investimenti iniziali, che in seguito si trasformano in introiti. Quindi, mi dica lei se una simile cessione è auspicabile.

Ma perché proprio la Roma e non, ad esempio, la Lazio?
Come le ho detto prima, è un prodotto appetibile. È una società sana, senza debiti, di livello e respiro internazionale, con un brand ed un logo famosi in tutto il mondo e spendibili in associazione alla città. Con un parco giocatori di caratura mondiale, molti dei quali provenienti dal vivaio, ed inserita in un contesto di mercato largamente non sfruttato. O, quantomeno, sfruttato male. E, oltretutto, è l'unica squadra del mercato italiano che non ha un gruppo solido alle spalle. E per solido intendo la Fiat per la Juve, Mediaste per il Milan, o la Pirelli ed il petrolio per l'Inter. Con questa operazione, potrebbe divenire il quarto polo italiano, in aperta competizione con gli altri tre.

Le andrebbe di approfondire ulteriormente l'argomento domani, magari dopo che Laromasiamonoi.it ha parlato con le sedi newyorkesi della Inner Circe Spirt llc, e della banca Rothschild?
Certo.

Bene dottor Satta, allora a domani. Buona Serata. Sperando di ricevere una ulteriore conferma da New York.
Loro negheranno. In USA su queste cose non si scherza. Ma, ripeto, la nostra fonte è qualcosa di più che attendibile. E lo vedrà a giugno, quando la cordata formulerà una offerta ufficiale, comunicandola anche alla Borsa. In quanto il flottante della Roma è solo intorno al 30 %, troppo poco per tentare una scalata. E quindi necessariamente si dovrà fare un'offerta alla famiglia Sensi, come proprietaria di Italpetroli.