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Spagna, linfa verde

Spagna, linfa verde
mercoledì 2 luglio 2008, 08:112008
di Appi .
fonte di Michele Rizzitano per NESTI CHANNEL - carlonesti.it

Non c'è dubbio: hanno vinto i migliori. Tecnica, qualità, muro difensivo, colla sul pallone, forza e concretezza offensiva: la Spagna, una volta tanto, si porta a casa un Europeo con una vittoria all'unanimità. Sono tutti d'accordo.

Hanno vinto le parate di Casillas, un portiere giovane e tremendamente bravo. Lui e Buffon sono i migliori custodi dei pali del mondo, senza tanti giri di parole. Hanno trionfato le geometrie di Xavi e di Senna, due dai piedi buoni, due che corrono per quattro. Il muro difensivo è diventato di marmo: lo hanno alzato Puyol e Marchena, mai distratti, sempre lucidi. Ha vinto il dinamismo di Silva, il peperino con il sinistro sempre carico, ma soprattutto ha fatto sfracelli l'attacco atomico degli spagnoli: 6 partite, 6 gol degli attaccanti. Villa è il capocannoniere, Torres è la firma sulla finale (e che gol).

Ha vinto Aragones, anzi, ha stravinto per almeno tre validissimi motivi. Primo: si è preso una rivincita dopo le critiche per l'esclusione di Raul. Secondo: ha dimostrato di saper leggere le partite, passando da un equilibratissimo 4-4-2 ad un vivace 4-5-1, con il quale la Spagna ha addirittura tirato di più. Terzo: ha trionfato nonostante la scarsa fiducia da parte della Federazione. Non era facile giocarsi un Europeo con le valigie già pronte (in direzione Turchia), ma lui ci è riuscito. Ha scelto Fabregas quando tutti si aspettavano Guiza, contro la Russia, ha sostituito Torres quando tutti lo consideravano intoccabile. Ha avuto ragione, sempre: come Lippi in Germania, tanto per capirci.

La vera vittoria spagnola, tuttavia, sta nella forza dei numeri: le furie rosse sono guidate da giovani alla ribalta. L'età media è di circa 26 anni e in rosa spiccano talenti da fare invidia a tutte le più forti squadre del mondo: Sergio Ramos ha 23 anni, Fabregas 21, Silva 22, Torres 24, Villa 26 e Casillas 27. Negli stessi ruoli l'Italia è messa così: Grosso 31, Zambrotta 31, Gattuso 30, Toni 31, Del Piero 34. Ecco cosa significa impostare una Nazionale sui giovani, vincere e programmare altri trionfi: gli azzurri, insomma, devono ripartire da qui.

Anche le statistiche celebrano le vittorie dei più forti. La Spagna chiude l'Europeo senza sconfitte (a differenza della Germania); il successo per 3-0 sulla Russia è il più netto nei sei incontri ad eliminazione diretta; l'attacco è il più prolifico; il centrocampo, costruito prima su quattro uomini e poi su cinque, è il più brillante e il più pericoloso (record di tiri dalla distanza, più di 110); Casillas è il portiere che è stato chiamato meno in causa (meno di due volte a partita); la Spagna non ha mai subìto gol nelle tre gare ad eliminazione diretta.

Un successo del genere, ottenuto in lungo e in largo, nei numeri e nel gioco, nel possesso palla e nei tiri in porta, non si vedeva da tempo. Dopo la vittoria della Grecia nel 2004 e dell'Italia nel 2006 (non erano le squadre più forti, ma le più spietate e le più furbe tatticamente), il campo questa volta ha zittito tutti. Ha trionfato una squadra che gioca a pallone, che addormenta e rimbambisce gli avversari a forza di tocchi e tocchettini, una squadra lontana un miglio dalla sterile accademia e stupendamente concreta.

Sono bravi, si sono guardati allo specchio in parecchie partite, ma hanno sempre vinto con merito. L'Euro 2008 dice Spagna: giusto così. Onore ai vincitori.