Antonio Cabrini: "Prandelli da Real Madrid"
Antonio Cabrini, il terzino sinistro della Juve a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, colui che faceva impazzire gli avversari e il gentil sesso con la sua 'bellezza', si è tuffato in quella che domani sarà una partita fondamentale per il campionato di Juventus e Fiorentina. Il bell'Antonio, che è amico fraterno di Prandelli, giudica i viola e la Juve del simbolo Del Piero.
Questa sera si giocherà Juventus-Fiorentina. Partiamo dal rientro dei due numeri uno Buffon e Frey: due pedine fondamentali, non crede?
"Sì, certamente. Sono due rientri molto importanti per le due squadre anche se, ad onor del vero, chi li ha sostituiti fino ad oggi (e più che altro mi riferisco a Manninger, visto che Frey ha saltato una sola gara) non li ha fatti rimpiangere".
Prandelli ha detto che per fare risultato a Torino basterà la Fiorentina di Milano. Lei che ne pensa?
"Penso che la Fiorentina di Milano è stata molto buona, ma che la squadra di Prandelli debba più che altro cercare di superare una situazione negativa che la vede protagonista di due sconfitte consecutive. Poi il calcio è strano. Non si può dire mai cosa può succedere. Sicuramente ha voglia di rifarsi".
In Juve-Fiorentina c'è un'altra sfida nella sfida, quella tra Amauri e Gilardino. Due bomber che lottano per il trono dei cannonieri...
"Non c'è dubbio che è una sfida sfiziosa, da seguire tutta d'un fiato. Quello che mi sento di dire è che Juventus-Fiorentina, aldilà dei duelli, è da sempre una classica del campionato italiano da cui tutti ci aspettiamo una bella partita".
C'è forse un 'problema' in più per la Fiorentina: la mancanza di uomo come Del Piero. La Juve ce l'ha, i viola no. Sarà lui, ancora una volta, l'uomo partita della gara nel bene e nel male?
"Alex è un giocatore straordinario. Ha trovato la sua dimensione ideale nei meccanismi di questa Juventus e sta attraversando, ormai da un paio di anni, un periodo di forma più che ottimo. In più è micidiale sui calci piazzati. Quest'anno più che mai. Il pallone sembra pilotato. A parte Del Piero, però, dico che non si può guardare un solo componente di una squadra di calcio. La Juve è una squadra compatta e che non molla mai. E' questa l'arma numero uno dei bianconeri".
Chi toglierebbe ai viola?
"Ci sono tanti giocatori importanti, ma toglierei Gilardino. E' quello che può dare più fastidio. Anche se, io torno alla mia teoria: non basta togliere un uomo ad una squadra per renderla inoffensiva. Semmai può diventare inoffensiva se viene a mancargli la fantasia di Mutu...questo sì".
A proposito di fantasia, che ne pensa della cessione di Liverani?
"Penso che non bisogna mai piangersi addosso e guardare quello che c'era e non c'è più, altrimenti potrei dire che se la Fiorentina adesso avesse Batistuta, avrebbe in cassaforte oltre venti gol sicuri e sarebbe ancora più pericolosa...".
Tanti assenti per la Juve e uno stadio, il nuovo Comunale, che porta bene alla Fiorentina visto che ha sempre portato via risultati importanti sia con la Juve che col Toro...
"Non sono mai stato dietro alla cabala. Può essere che il nuovo stadio di Torino porti bene ai viola, ma la partita la si gioca sul campo".
Lei è stato un grande terzino, dunque mi può dare un giudizio su Vargas, che terzino lo sta diventando?
"Vargas non è un terzino, è più un uomo di fascia con doti molto offensive. Deve migliorare la fase difensiva, ma ha già fatto progressi".
E dell'involuzione di Pasqual che ne pensa?
"Un giocatore può passare alti e bassi e spesso ha bisogno di trovare la giusta consacrazione. Il Pasqual di un paio di anni fa aveva un buon passo e un bel piede. Impossibile che non li abbia più".
Lei che conosce bene, molto bene Prandelli, è un allenatore pronto per la Juve?
"Credo che Prandelli sia pronto per un grandissimo club. Prandelli è da Real Madrid, con tutto il rispetto per la Fiorentina. Lo vedrei bene in una grande società e non solo in Italia, proprio all'estero. E' un allenatore che riesce a far rinascere giocatori che altrove hanno fallito. I suoi meriti non sono solo calcistici, ma anche di natura mentale. E' un grande psicologo. Perché si accosta alla Juve? Semplice. Perché i bianconeri stanno proponendo tantissimi giovani interessanti e Cesare con i giovani ci sa fare. Anche se lo stesso Ranieri ha dimostrato di saperli integrare".
Quindi?
"Quindi, dopo aver ottenuto negli ultimi anni ottimi risultati, Cesare ha dato il 'là', l'impronta al progetto Della Valle. Adesso deve raccogliere ciò che ha seminato. Adesso tocca ai giocatori dargli una mano e dimostrargli di essere cresciuti insieme".
La Juve può vincere lo scudetto?
"In questo campionato può succedere di tutto. E' un campionato strano. Così come nella gara di questa sera".