Bergodi: "Io allo Steaua Bucarest? Non so nulla ma ne sono lusingato..."
In un momento in cui la confusione e l'incertezza regnano sovrane attorno al nome di chi siederà sulla panchina della Lazio durante la prossima stagione, la redazione de lalaziosiamonoi.it è andata ad incontrare uno di quei personaggi che qui a Roma ha lasciato il segno soprattutto da giocatore. Allenatore in seconda del contestatissimo Mimmo Caso nella stagione 2004/2005, Cristiano Bergodi ha voluto affrontare insieme a noi svariati argomenti: dalla sua situazione attuale, alle prospettive future, ai suoi sogni biancocelesti.....
Cristiano in questo momento dove sei?
Da Gennaio mi trovo in un club romeno, il Politehnica Iaşi. L'obiettivo che la dirigenza mi ha chiesto di raggiungere è la salvezza. Nel momento in cui sono arrivato la squadra era quart'ultima (nel campionato romeno retrocedono le ultime 4, ndr )a tre punti dalla quint'ultima. Al momento siamo proprio quint'ultimi con 5 punti di vantaggio sulla squadra che ci segue e ciò significa che abbiamo svolto un ottimo lavoro fin qui. Siamo riusciti a sconfiggere club certamente molto più blasonati di noi come la capolista Dinamo Bucarest e, a ormai 3 partite dal termine, dobbiamo stringere i denti e cercare di portare a termine questo vero e proprio miracolo.
Come è maturata la scelta di allontanarti dall'Italia? Ti sei pentito di questa decisione?
Decisi di intraprendere quest'avventura in un Paese dell'Est grazie ad un amico che mi disse che qui c'era la possibilità di allenare e di mettersi in mostra per un tecnico giovane come me. Era il 2005 e avevo da poco terminato la mia esperienza come secondo di Angelo Gregucci sulla panchina del Lecce. Probabilmente questo tipo di scelta è stata la più importante per me per ciò che concerne la mia carriera da allenatore anche perché ormai sono diversi anni che mi sto togliendo parecchie soddisfazioni: la prima qualificazione europea del Cluj e la vittoria della Supercoppa di Romania.
Secondo te come mai tecnici giovani ed emergenti, vedi te e lo stesso Walter Zenga, una volta usciti dall'Italia, faticano a rientrare e ad imporsi?
In un Paese come l'Italia appunto, in cui fino a qualche anno fa ad allenare erano sempre i soliti noti, è sempre difficile affermarsi provenendo da un calcio minore. Negli ultimi tempi , fortunatamente, lo stesso Zenga e tecnici provenienti dalla C come Allegri sono riusciti a farsi valere e ad ottenere discreti risultati. Come detto, quello italiano è un circuito abbastanza chiuso, e non ci si rende conto che tecnici come noi, provenienti da realtà difficili e multietniche come quella rumena, possiedono un bagaglio di esperienze da far invidia a chiunque.
Come ricordi le tue ultime vicende, da allenatore naturalmente, sulla panchina della Lazio, come vice di Mimmo Caso?
Devo essere sincero, purtroppo sono ancora amareggiato di come sia finita quella avventura. Ricordo la mia felicità nel momento in cui varcai per la prima volta, dopo circa 10 anni, la soglia del centro sportivo biancoceleste. Non sono riuscito, però, a togliermi le soddisfazioni che avrei voluto né per ciò che riguarda la collaborazione con Caso né dal punto di vista dei risultati.
E invece col presidente Lotito che rapporto avevi? Ti ha più chiamato per proporti la panchina della Lazio?
Con lui avevo un ottimo rapporto ma dal momento in cui andai via non mi chiamò più.
Ho avuto contatti solamente con il ds Walter Sabatini, che mi contattò per chiedermi informazioni su alcuni giocatori interessati presenti qui in Romania, tra tutti Stefan Radu.
Se in questo momento di gran confusione attorno alla panchina della Lazio, la società ti chiamasse per la sostituzione di Delio Rossi, ti sentiresti pronto?
Sono ormai 5 anni che ho la fortuna di allenare come primo qui in Romania e, credo anche di essere riuscito a dimostrare qualcosa. Naturalmente poi sta a chi di dovere giudicare il mio operato. Spero di riuscire ad avere anche io la mia opportunità nel nostro paese come l'hanno avuta tecnici bravi e competenti come Allegri e Giampaolo. Nel calcio, come in tutte le situazioni delle vita, serve anche molta fortuna....
Da fuori come hai visto la Nostra Lazio in questa stagione?
Purtroppo ho avuto modo di seguirla ben poco e di questo sono dispiaciuto. Ho gioito per la vittoria della Coppa Italia e per il conseguente raggiungimento dell'Europa League, ma credo, al tempo stesso, che il blasone della Lazio vada ben al di là del decimo posto in cui attualmente si trova.
Voci di corridoio vogliono alcuni club importanti di Romania come lo Steaua Bucarest interessati a Crsitiano Bergodi...
Ne ho sentito parlare già diverse volte e devo dire che l'interesse di squadre così blasonate mi inorgogliscono e mi rendono davvero felice. Tutto sta nel vedere se queste voci hanno un reale fondamento. Al momento sono in scadenza contrattuale con il Politehnica e a giorni dovrei incontrarmi col presidente per valutare eventuale rinnovo e proposte provenienti da altri club. Sono certamente un tipo ambizioso, avendo già allenato squadre di livello come il Rapid Bucarest. Attendo fiducioso alla finestra l'evolversi degli eventi. Chissà che dall'Italia non si accorgano di me....
Il tuo sogno...
Per un Laziale come me, non può non essere quello di allenare la mia, la Nostra Lazio. In questo momento penso a lavorare con umiltà e con la voglia di raggiungere traguardi sempre più importanti. Attualmente questo sogno continuo a tenerlo chiuso nel cassetto e chissà che un giorno o l'altro non riesca a realizzarlo davvero...