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Carlo Nesti: "Kakà, la proposta indecente"

Carlo Nesti: "Kakà, la proposta indecente"TUTTO mercato WEB
sabato 24 gennaio 2009, 08:152009
di Redazione TMW.
fonte di CARLO NESTI per NESTI CHANNEL - carlonesti.it

Il Manchester City si è stancato di essere la sorella "più bruttina" del Manchester United. Lo sceicco Mansour Bin Zayed, proprietario del club dallo scorso settembre, ha un patrimonio personale stimato in 500 miliardi di Euro. E' evidente che chi gode di una fortuna del genere può togliersi qualche "sfizio".

Perché il Manchester City cessi di essere la Cenerentola della città occorre un vero "Principe Azzurro". Occorre chi, in campo, sia in grado di trasformare in oro ogni pallone toccato, e, in questo momento storico del calcio, Mansour Bin Zayed ha ritenuto si trattasse di Kakà, il "gioiello" brasiliano del Milan.

L'offerta è stata da far girare la testa a chiunque, diretto interessato e società di appartenenza. Al Milan 100 milioni di Euro, e al talento sudamericano un ingaggio di 15 milioni di Euro l'anno. Il Milan poteva rifondare la squadra, vecchiotta, e Kakà sistemare famiglia ed eredi nei secoli dei secoli. Amen.

Cosa è successo? Il giocatore ha dichiarato che "vuole invecchiare nel Milan", ha vacillato, ma poi ha deciso di rimanere. Berlusconi se l'è cavata con uno "spero che Kakà sia incedibile", come dire, se la sbrighi Galliani, perché io non vedo, non sento e non parlo. Alla fine, però, è stato felice di pronunciare il "no".

Credo che non esista un modo solo per giudicare, da credenti, la notizia. Se scrivi che sono cifre scandalose, rischi di passare per maestro di demagogia. Se scrivi che sono le leggi del business, rischi di passare per docente di materialismo. L'equilibrio, probabilmente, è nel mezzo, ma quale mezzo?

Kakà, 8 anni fa, si fratturò una vertebra, cadendo in piscina, sbattendo la testa, e rischiando di rimanere paralizzato. Da quel momento, è convinto di dovere tutto a Dio, ed è diventato un "atleta di Cristo". Penso, perciò, che nel suo rapporto con il denaro siano entrati, da tempo, Gesù e la Parola.

Non sta a noi giudicare come Kakà spende gli stipendi, e non sta a Kakà divulgare che uso fa del denaro, col solo rischio di passare per esibizionista. Io mi fido del suo cuore e della sua testa, anche perché è un modello per chiunque, pure fuori del campo. Il fatto di avere scelto una "bandiera", per ora, lo conferma.