...con Franco Zavaglia
Dopo la sentenza della giustizia sportiva che lo ha squalificato per 18 mesi in seguito alla vicenda Gea, Tuttomercatoweb ha chiesto le sue sensazioni e le sue verità a Franco Zavaglia, protagonista della rubrica "A tu per tu" di oggi.
Di cosa sa questa sentenza?
"Sa solo di giustizialismo. Non è una sentenza equa, il procedimento non ci doveva nemmeno essere, ma qui si cerca sempre di mettere sull'altare del sacrificio gente che fa il suo lavoro... Io ho solo riscosso le commissioni anzichè da parte dei giocatori, da parte delle società: questo è il motivo per il quale Palazzi ha chiesto la radiazione. La Corte federale poi, ha addirittura prestato il fianco a questa iniziativa di una procura che ormai non esiste più".
Cosa intende fare adesso?
"Questo è un accanimento mediatico e sportivo. Andrò in tutte le sedi sperando di trovare gente sopra le parti, non voglio gente assetata di giustizialismo, se non riceverò le risposte che cerco, mi rivolgerò anche alla giustizia ordinaria, chiamando in causa tutti gli organi della FIGC. Non è ammissibile ciò che si sono inventati dopo 4 anni, e dopo che sono stato assolto dalla stessa giustizia sportiva per mancanza di prove".
Quello da lei descritto è un procedimento comune tra i procuratori?
"Tutta l'Italia ed i procuratori calcistici usano questo metodo, che a livello mondiale è una cosa normalissima ed applicata, mentre solo da noi in Italia non è stato regolamentato. E non è legale a causa di una commissione dei procuratori non all'altezza della situazione. Questo è un procedimento che doveva iniziare 4 anni fa".
Lei, però, è uno dei pochi che è stato punito
"Qui purtroppo il procuratore fa figli e figliastri, perchè io sono condannato per un giocatore che non è assistito da me: Manuele Blasi, non assistito da Franco Zavaglia, tant'è che con lui non parlo da almeno 5 anni. Il signor Palazzi si è addirittura inventato che io sono stato a pranzo con lui. La corte Federale non può prestare il fianco a cose di questo genere, quindi questo mi fa pensare che il piattino fosse già pronto prima di iniziare a parlare: era già tutto prestabilito".
Lo vede come un attacco diretto alla Gea?
"La Gea dal processo ordinario è uscita assolta, hanno solo distrutto un'organizzazione che dava da mangiare a 20 famiglie, dando il fianco a dicerie di persone che portavano delle registrazioni a ufficiali e sottoufficiali. Senza contare come fossero esponenti della Federazione stessa come Franco Carraro a venire a complimentarsi con noi per quello che la Gea stava facendo al calcio italiano".
Cos'era davvero la Gea?
"Era un importante punto di incontro tra le società e le agenzie di sponsorizzazione. Tutti venivano a fare gli oratori, penne d'oro della stampa, funzionari della federazione e delle istituzioni: nessuno di loro ha mai detto nulla sulla Gea, c'erano solo lodi".
C'è un aspetto che le ha fatto più male degli altri?
"La sentenza già preparata. Non si può discutere un caso simile in mezz'ora. Non mi sembra che 12 o 16 persone con quella scarsa preparazione potessero giudicare nulla. Non ci hanno dato neanche la possibilità di difenderci: su una commissione composta da 12 persone circa 8 superavano i 70 anni. L'unico attento a questa sentenza era il presidente di commissione, che ha più volte ribadito al mio avvocato di far presto perchè tanto sappiamo come deve andare a finire".
Siete ancora uniti, voi ex membri della Gea?
"I membri della Gea De Mita, Geronzi non sono stati intaccati. Calleri era stato accusato di una situazione che non sta nè in cielo nè in terra. Alessandro paga il nome che porta, perchè il processo non è alla Gea. E' il fatto che i figli di... davano fastidio a tutti".
Anche Alessandro Moggi è stato vittima di ciò che ci ha descritto?
"Assolutamente. E' un ragazzo a cui hanno rovinato la famiglia ed a cui stanno rovinando l'esistenza. Un accanimento contro persone che hanno sempre osservato tutti i regolamenti federali. Hanno condannato solo mediaticamente".
Cosa pensa di chi sostiene che Moggi sia ancora dentro la Juve?
"Non so se è dentro o fuori, nè tantomeno mi interessa quello che fa Luciano Moggi. Se non sono stati capaci di colpire Moggi non devono rompere le scatole e perseguitare chi magari stava vicino a lui e lavorava con lui".
Il momento non è dei migliori, ma come ben sa, il calcio va avanti. A che punto è il rinnovo di Aquilani?
"Ci sono alcuni dettagli da sistemare ma quanto prima la situazione si può mettere in chiaro".