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Crisi Roma: Analisi di Righetti, Giannini, Mazzone e Pruzzo

Crisi Roma: Analisi di Righetti, Giannini, Mazzone e PruzzoTUTTO mercato WEB
© foto di Giacomo Morini
martedì 5 maggio 2009, 07:392009
di Redazione TMW.
fonte di Matteo Pinci per ROMANEWS.EU

Lentamente cala il sipario su un anno da dimenticare. L'addio prematuro alla Coppa Italia, la notte con l'Arsenal che ha chiuso la porta ai sogni europei, il tracollo di Firenze per sancire la fine delle ambizioni da Champions. A chiudere il cerchio, l'amarezza per una gara molle che di fatto spegne anche le possibilità di raggiungere il quinto posto. Disegnando un grande punto interrogativo sull'oggi e sul domani della squadra. Come si può passare, in soli dodici mesi, da uno scudetto sfiorato allo sfiorire ai margini della zona-Uefa (ormai Europa League)? I tifosi se lo domandano da tempo, senza riuscire a darsi una risposta. Romanews.eu lo ha chiesto a chi con la maglia della Roma ha giocato e vinto.

MOTIVI ― Perché. È questa la domanda più ricorrente in ambienti romanisti. Perché una stagione così, quando ad agosto si parlava di costruire un organico capace di puntare al titolo? Per l'ex difensore romanista Ubaldo Righetti «Anche i diretti interessati fanno fatica a spiegarlo. Come ha detto il preparatore Bertelli, qualche problema nella preparazione c'è stato. Vedo la Roma che da parecchio tempo ha efficienza fisica limitata. Questo è dovuto anche al fatto che molti giocatori non hanno avuto la possibilità di recuperare al 100%. E comunque la squadra all'inizio non ha giocato con la testa. E perso troppo terreno». Anche il "Principe" Giuseppe Giannini punta sulla partenza al rallentatore: «Probabilmente la squadra è stata condizionata dall'inizio opaco. Sono partiti con qualche problema di infortuni e hanno perso punti importanti. Se poi ti trovi a dover rincorrere fin da subito è probabile che l'annata sia condizionata. E così è stato, purtroppo». Secondo l'ex allenatore della Roma Carlo Mazzone invece «Sono venuti a mancare giocatori importanti ed è chiaro che alla lunga questo aspetto si paghi. Ora è facile criticare ma la Roma non è mai entrata in campo con la formazione titolare. Bisognerebbe fare un profondo studio e capire il motivo. Qualche anno fa per i troppi infortuni venivano accusati il preparatore atletico e l'allenatore. E poi troppi, troppi gol subiti».

RESPONSABILITA' ― In settimana ha tenuto banco la contestazione dei tifosi a società e squadra. Una contestazione che ieri, durante e dopo Roma-Chievo, è deflagrata in bordate di fischi verso i giocatori ma soprattutto in cori che invitavano, anche bruscamente, la dirigenza a passare la mano. Per il cuore del tifo romanista, dunque, la colpa è principalmente di chi tiene le redini di Trigoria. Di parere esattamente opposto Mazzone, che vuole ricordare ai tifosi «Cosa ha fatto la famiglia Sensi per questa Roma. Non dobbiamo assolutamente mancare di rispetto a questa famiglia. La contestazione di ieri non la condivido assolutamente. Io ho vissuto l'inizio del ciclo Sensi e mi ricordo cosa abbiamo trovato e dove siamo arrivati. I problemi sono stati da subito tantissimi, non so il motivo, ma ci sono stati: il portiere che negli anni passati ha fatto benissimo quest'anno non ha reso come normalmente sa fare». Se Mazzone salva la società e punta l'indice verso i singoli, il "Bomber" Roberto Pruzzo è viceversa per una divisione equa delle colpe: «Se una squadra va male la colpa è dei giocatori, di chi li ha scelti e di chi li manda in campo. Anche se poi concorrono anche altre cause per un'annata così deludente». Anche Giannini ha voluto sottolineare che «Quando si perde è come quando si vince, non c'è uno che ha più meriti o più responsabilità dell'altro». Meno drastico da questo punto di vista è apparso Righetti: «Società e staff tecnico mi sembra si siano presi più di una volta le responsabilità di quanto accaduto alla Roma quest'anno. Anche la squadra tutto sommato si è esposta, in alcuni momenti. Probabilmente sono state fatte considerazioni non corrette e ne hanno risentito i risultati».

SPALLETTI ― Come un'auto finita fuori strada, la Roma contunda a sbandare. Colpa di chi la guida? Secondo gli utenti di Romanews.eu Spalletti, durante l'ultimo periodo, non sembra più avere il controllo della situazione. Il dubbio sembra sfiorare anche Giannini che però difende il tecnico, visto che anche ieri «La Roma ha giocato, facendo discretamente nel primo tempo. Poi è calata, ma credo sia esagerato dire che il tecnico non ha la situazione sotto controllo». Di diverso avviso Pruzzo, convinto che il tecnico si trovi «Al comando senza problemi. Quando però vengono a mancare gli obiettivi diventa inevitabile un calo». Anche Righetti non sembra avere incertezze sul legame tra squadra e allenatore, anche se «La squadra segue Spalletti, si impegna e dà tutto, senza però che questo basti. Perché quello che hanno dentro non è più sufficiente per fare la differenza».

RIPARTIRE ― La stagione finirà in archivio come la peggiore dell'era Spalletti. Tra le meno entusiasmanti degli ottantadue anni di storia a tinte gialle e rosse. Necessario, indispensabile ripartire. Sì, ma da dove? Cosa salvare in un anno in bianco e nero? Come agire su questa squadra apparentemente allo sfascio? Mazzone preferisce pensare all'immediato, «Finendo tranquillamente la stagione per poi sedersi a un tavolo con società, Conti, Pradè e tutti quelli che decideranno del futuro tecnico della Roma». Anche per Giannini sarà fondamentale «Avere idee chiare e chiudere la stagione in maniera dignitosa, per rispetto della piazza». Secondo Righetti «Una squadra forte parte sempre da una società forte». Serenità a livello dirigenziale, dunque, «Per questo mi auguro che resti la famiglia Sensi». Pruzzo preferisce invece pensare alla guida tecnica, certo che «Avere un allenatore bravo è fondamentale se si vuole vincere, e Spalletti lo è. Credo che per essere davvero competitivi servirà una 'Rosa' in grado di sopperire agli infortuni che necessariamente in una stagione così lunga non mancano mai». 'Rosa' lunga, tecnico preparato e serenità societaria. Gli ingredienti per una Roma vincente. Ma anche un identikit degli "assenti ingiustificati" di questa stagione da dimenticare.