Daniel Fonseca: "Lavezzi non è un numero 10"
Intervista esclusiva della redazione di TuttoNapoli.net, all'indimenticabile bomber azzurro, Daniel Fonseca. Fonseca ha vestito in carriera anche le maglie di Cagliari, Roma, Juventus, Como, River Plate e Nacional Montevideo. La sua piena consacrazione è avvenuta durante la sua esperienza napoletana. Storica la sua cinquina in Uefa al Valencia e di pregevole fattura le sue reti in campionato. Attualmente è l'uomo mercato più rilevante in Uruguay e procuratore, tra gli altri, di campioni come Trezeguet, Luis Suarez, Cardascio e Viudez.
Gli azzurri tra un partita e l'altra soffrono di crisi d'identità. Dottor Jekyll in trasferta, Mister Hyde in casa. A cosa può essere riconducibile questo diverso rendimento?
"Credo che nell'arco di una stagione sia normale assistere ad una leggera flessione. E' molto difficile giocare a ritmi alti. Il Napoli ci ha fatto divertire in molte occasioni, gioca un calcio molto divertente e per questo non mi preoccuperei molto".
Quanto incide per un giocatore di calcio, la mancanza dei propri tifosi al seguito?
"Non penso che il rendimento di una squadra possa dipendere dal supporto dei tifosi. Se ha qualità gioca bene dappertutto, anche in trasferta e contro le grandi. Se fosse così le cause potrebbero molteplici. Mancanza di personalità o inesperienza su tutte".
I pessimi risultati del Napoli in trasferta, sono figli anche dell'involuzione di Hamsik?
"Esistono pochi giocatori in attività capaci di cambiare l'esito di una partita: Messi, Cristiano Ronaldo ed Ibrahimovic. Non penso che una giornata storta di un centrocampista incida sul rendimento dell'intera squadra. Se si perde le colpe sono dell'intero gruppo. E' sbagliato individuare processare un singolo giocatore. Certamente se Hamsik è in palla ed in forma, il Napoli gira indubbiamente meglio".
Secondo lei questa "creatura" Napoli, avrebbe bisogno di qualche rinforzo?
"Sono del parere che si possa sempre migliorare. E'difficile però muoversi sul mercato nella fase di riparazione. Chi si occupa del mercato azzurro, saprà come e dove muoversi. Il Napoli sta facendo bene e sta crescendo moltissimo, dimostrando di poter competere anche a grandi livelli. Tanto di cappello alla dirigenza".
Dopo un inizio positivo, preoccupa l'astinenza al gol di German Denis. Quanto è difficile per un calciatore sudamericano ambientarsi nel nostro paese?
"Ognuno ha i suoi tempi e carattere diverso per adattarsi. Diciamo che in linea di massima occorrono dai 2 ai 5 mesi per poter ammirare le qualità di un giocatore sudamericano, alla distanza le qualità vengono fuori. Anche a me successe la stessa cosa quando arrivai in Italia, al Cagliari. Il calcio italiano è molto diverso da quello sudamericano, ci sono movimenti senza palla molto difficili da assimilare, si gioca anche su ritmi più sostenuti. Mi auguro per il bene del Napoli che Denis possa sbloccarsi e continuare sulla scia di quanto di buono ha dimostrato ad inizio stagione".
Domenica allo stadio San Paolo ci sarà Napoli-Roma. Tra le due squadre chi vede favorita per il quarto posto?
"Non è molto facile prevedere chi alla fine riuscirà a vincere la volata per la Champions. Sarà sicuramente una sfida spettacolare con le due squadre intente a portarsi a casa l'intera posta in palio. La Roma senza Totti soffre un po. Quando non è in forma perde sicuramente in percentuale di gioco. Se dovesse scendere in campo dal primo minuto meriterebbe una marcatura speciale. A volte gli basta uno sguardo per innescare i compagni. I suoi assist e la sua fantasia potrebbero fare la differenza".
Qui a Napoli sono nati due filoni di pensiero: da una parte c'è chi considera Lavezzi l'ultimo erede della dinastia dei grandi numeri dieci, dall'altra chi considera l'argentino una seconda punta o un esterno d'attacco. Che opinione ha del Pocho?
"Per me Lavezzi non è un classico numero dieci. E' una seconda punta di movimento che predilige partire da lontano per rendersi più pericoloso. Fisicamente è devastante, quando parte in velocità è difficile da fermare. Ha tante qualità ma non credo possa essere riconosciuto tatticamente come un trequartista".
Che ricordo ha dell'esperienza in maglia azzurra?
"Sono stati degli anni meravigliosi sotto l'aspetto professionale ma anche di vita. Arrivai a Napoli nel post Maradona, fui pagato 13 miliardi dal club azzurro. Il pubblico partenopeo riponeva grandi aspettative su di me e alla fine credo di non averlo deluso. Cominciai alla grande firmando in una serata speciale una storica cinquina in coppa Uefa a Valencia, avevamo le qualità per affermarci in Europa ma venimmo battuti dal Psg di Weah. In campionato siglai subito doppietta al Foggia. Le grandi prestazioni si susseguivano ma alla fine i miei gol risultarono inutili poichè la squadra concluse la stagione all'undicesimo posto. Iniziarono i primi problemi societari, Ferlaino abdicò la presidenza a Gallo. Con l'avvento di Lippi la la musica cambiò. Vennero sacrificati Zola e Crippa. Concludemmo la stagione trionfalmente al sesto posto, ma la crisi societaria diventò irreversibile, c'era un disavanzo di 90 miliardi. Per equilibrare i bilanci societari fui ceduto alla Roma".
Qual'è stato il gol più bello siglato in maglia azzurra?
"Quello in semirovesciata al Parma in trasferta".
Attualmente riveste l'incarico di procuratore di molti campioni ed inoltre viene considerato da molti come il "guru" del mercato uruguaiano. C'è qualche giovane della sua scuderia pronto al calcio ai palconoscenici europei?
"In questi giorni si sta disputando il torneo sudamericano Under 20, alla ribalta sono saliti due giovani dell'Uruguay: Nicolas Lodeiro del Nacional Montevideo, che all'esordio ha siglato due reti contro la Bolivia ed il numero nove Garcia, che ritengo sia l'attaccante più forte del campionato uruguaiano. Altro giovane interessante è Juan Albin del Getafe, che sta conquistando tutti in Spagna con la maglia del Getafe ed ha segnato anche una doppietta al Coliseum contro il Real Madrid. Inutile citare Luis Suarez dell'Ajax, che ha delle qualità incredibili. Eccelle in Dribbling, tecnica e fiuto del gol. Su di lui ci sono già quattro grandi club europei".
Come mai Cardascio e Viudez fanno fatica ad imporsi nel Milan?
"Viudez ha avuto una fastidiosa pubalgia che lo ha tenuto lontano dai campi di gioco per circa tre mesi. Forse ha sofferto i diversi carichi di lavoro attuati da Milan Lab. Mentre Cardascio ha trovato difficoltà ad imporsi in un centrocampo ricco di grandi campioni. Credo che debba ancora maturare su certi aspetti, è possibile che in questa fase di mercato faccia un'esperienza in prestito in un altro club".
Il saluto de "El Tigre" Fonseca ai tifosi napoletani...
"Napoli è una città che rimarrà sempre nel mio cuore. I miei ricordi azzurri sono tantissimi ed emozionanti. Non potrò mai dimenticare quando il mio Uruguay non si qualificò ai mondiali di Usa 94'. La curva partenopea mi accolse con un calore incredibile esponendo uno striscione in curva gigantesco: 'Il tuo mondiale è qui!'. Non potrò mai dimenticare l'affetto della piazza partenopea. Un caloroso saluto a tutti i tifosi azzurri. Un abbraccio: Daniel Fonseca".