Doping amministrativo Genoa, chiesti due anni per Preziosi

Due anni per Enrico Preziosi, uno per il dirigente Gianni Blondet, prescrizione per tutti gli altri reati ovvero il falso in bilancio per il Genoa come società, il suo Ad, i dirigenti di Udinese e Cesena indagati e poi citati a giudizio per lo stesso reato. La richiesta è stata formulata dal Pm Massimo Terrile a conclusione della sua requisitoria sull'atto finale (processo di primo grado) del filone genovese del cosiddetto doping amministrativo, la maxi inchiesta dlla Finanza che a inizio del 2000 coinvolse 45 società di A e B. L'inchiesta venne poi suddivisa in base alle competenze territoriali della varie Procure italiane. Nella stessa indagine era stata coinvolta anche la Sampdoria (casi Antonini-Kalu) e il processo si era risolto subito in avvio con l'applicazione della prescrizione. ovvero il superamento del limite temporale previsto dal codice per la celebrazione del processo: la classica sconfitta per la giustizia, per chi la amministra e per chi è coinvolto nei processi come parte lesa o imputato e chiede o vorrebbe un giudizio di merito. Il processo del Genoa invece è proseguito in quanto alla società rossoblù e ai suoi dirigenti era stata contestata anche l'accusa di false fatturazioni, reato che ha un periodo di latenza quindi di prescrizione superiore a quello del falso in bilancio.
E rappresentava una aggravante. Anche se la difesa sostiene ovviamente l'esatto opposto evidenziando come su tutte le operazioni fatturate sia stata fatta regolare denuncia e pagamento della parte Iva. Il tema è quello più noto del doping amministrativo, la prassi delle plusvalenze (molti giudizi penali in altri tribunali sono ancora pendenti e destinati a loro volta alla prescrizione) per rendere i bilanci in pareggio o in utile. Nel caso Genoa erano contestate una serie di operazioni con il Cesena e l'Udinese (a loro volta a giudizio, reati prescritti come il Genoa per il falso in bilancio) di compravendita di calciatori, considerati ipervalutati per svariati milioni di euro, il cui valore finale delle transazioni di cessione rispetto alle comproprietà era stato poi in realtà molto inferiore. La difesa di Enrico Preziosi, Gianni Blondet e del Genoa come società svolta dai legali Sandro Vaccaro e Romano Raimondo tende invece a dimostrare la lecità delle operazioni e l'aleatorietà del calciomercato sulla valutazione dei calciatori, soprattutto quelli più giovani sui quali viene fatto un investimento "x" che poi può risultare reale e moltiplicarsi, oppure rivelarsi un fallimento o, ancora, un affare di valore inferiore a quanto ipotizzato o sperato.