Dunga: "Amauri? Come faccio a convocarlo se non gioca?"
Carlos Caetano Bledorn Verri osserva e scrive, scrive e osserva. Ieri sera era all'Olimpico, oggi sarà a San Siro. Per chi non lo sapesse, Carlos Caetano Bledorn Verri è Dunga, ovvero il ct del Brasile. Ha inaugurato il tour europeo perché deve scambiare idee e commenti con i suoi ragazzi sparsi ovunque.
Allora Dunga, è venuto per parlare con Amauri?
"Faccio una premessa: da noi c'è una politica differente, perché un selezionatore si ritrova anche con 15 attaccanti a disposizione. Se dovessi parlare con tutti...".
Quindi, convocherà o no lo juventino?
"Se non gioca come faccio?"
Quindi si tratta di una bocciatura?
"No. Io osservo e se devo chiamare, al momento opportuno, chiamo. Come potevo consegnargli la maglia del Brasile se avevo anche uno come Adriano che ha vinto la Coppa America? Per non dire degli altri, di Wagner Love, di Luis Fabiano. Non è un passaggio necessariamente facile. Devi dimostrare molto. Per me, inoltre, è anche una questione di gruppo, non di personalismi. Ricordiamo che Amauri non ha mai giocato per una Nazionale".
Ritiene che sceglierà l'Italia?
"Io rispetto Amauri e lo tengo d'occhio come tutti. Se ce ne sarà bisogno, in un determinato contesto, sono pronto a richiamarlo. Non so se lui preferisce l'Italia, il paese che gli ha dato tutto".
Adriano, invece, è ricaduto nel buco nero. Lei come lo ha trovato nel periodo del ritiro in Brasile?
"Era tranquillo e disponibile, si allenava con intensità, mi pareva normalissimo. E' stata una sorpresa anche per me ritrovarlo smarrito. Gli ho parlato, sembra apparentemente sereno. Forse ha bisogno di riflettere".
Julio Cesar ha superato Buffon?
"Adesso è al suo livello, magari come forma sta meglio. Sapevo che sarebbe diventato così forte. Difficile dire chi sia il numero 1. Ripeto, ora magari Julio è più in palla. Doni, invece, nella Roma soffre. Sono i guai fisici che non gli danno respiro. Ma resta una sicurezza".
Pato sta sbocciando. Contento?
"Certo. Il bimbo è una risorsa. Ha sofferto per un pò, poi si è ripreso, segnando tanto. E' un ragazzo giovane, serve equilibrio. Doveva capire come si gioca da voi, prendere le misure. Ronaldinho? Gli serve continuità. Ma resterà nel Milan, perché l'ambiente gli piace e vuole far affermare il suo modo di giocare".
Continuano le polemiche su Kaká? In Brasile lo avete curato meglio?
"No, semplicemente lo curiamo. Né meglio né peggio. Il metodo funziona. Lui è un valore aggiunto, ma non è diverso dagli altri".
Qualche brasiliano da lanciare?
"Keirrison e Neymar, il baby del Santos. Sono giovani che cercano conferma. Vedremo se sono pronti di testa per l'Europa".
Diego è prontissimo per la Juve?
"Ha l'esperienza giusta per venire in Italia. Sa fare la differenza, basta schierarlo al posto giusto. Va in libertà, rientra pure, però non deve tamponare. Lui è perfetto dietro due punte, con fantasia e creatività, è un leader: chiama la palla e la squadra deve cercarlo".