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Dunga: "Amauri? Come faccio a convocarlo se non gioca?"

Dunga: "Amauri? Come faccio a convocarlo se non gioca?"TUTTO mercato WEB
domenica 19 aprile 2009, 10:482009
di Francesco Caputo
fonte Tutto Sport

Carlos Caetano Bledorn Verri osserva e scrive, scrive e osserva. Ieri sera era all'Olimpico, oggi sarà a San Siro. Per chi non lo sapesse, Carlos Caetano Ble­dorn Verri è Dunga, ovvero il ct del Brasi­le. Ha inaugurato il tour europeo perché de­ve scambiare idee e commenti con i suoi ragazzi sparsi ovunque.

Allora Dunga, è venuto per parlare con Amauri?
"Faccio una premessa: da noi c'è una poli­tica differente, perché un selezionatore si ritrova anche con 15 attaccanti a disposi­zione. Se dovessi parlare con tutti...".

Quindi, convocherà o no lo juventino?
"Se non gioca come faccio?"

Quindi si tratta di una bocciatura?
"No. Io osservo e se devo chiamare, al mo­mento opportuno, chiamo. Come potevo consegnargli la maglia del Brasile se ave­vo anche uno come Adriano che ha vinto la Coppa America? Per non dire degli al­tri, di Wagner Love, di Luis Fabiano. Non è un pas­saggio necessariamente facile. Devi dimo­strare molto. Per me, inoltre, è anche una questione di gruppo, non di personalismi. Ricordiamo che Amauri non ha mai gioca­to per una Nazionale".

Ritiene che sceglierà l'Italia?
"Io rispetto Amauri e lo tengo d'occhio co­me tutti. Se ce ne sarà bisogno, in un determinato contesto, sono pronto a richia­marlo. Non so se lui preferisce l'Italia, il paese che gli ha dato tutto".

Adriano, invece, è ricaduto nel buco nero. Lei come lo ha trovato nel perio­do del ritiro in Brasile?
"Era tranquillo e disponibile, si allenava con intensità, mi pareva normalissimo. E' stata una sorpresa anche per me ritrovar­lo smarrito. Gli ho parlato, sembra appa­rentemente sereno. Forse ha bisogno di ri­flettere".

Julio Cesar ha superato Buffon?
"Adesso è al suo livello, magari come for­ma sta meglio. Sapevo che sarebbe diven­tato così forte. Difficile dire chi sia il numero 1. Ripe­to, ora magari Julio è più in palla. Doni, in­vece, nella Roma soffre. Sono i guai fisici che non gli danno respiro. Ma resta una sicurezza".

Pato sta sbocciando. Contento?
"Certo. Il bimbo è una risorsa. Ha sofferto per un pò, poi si è ripreso, segnando tan­to. E' un ragazzo giovane, serve equilibrio. Doveva capire come si gioca da voi, pren­dere le misure. Ronaldinho? Gli serve con­tinuità. Ma resterà nel Milan, perché l'ambiente gli piace e vuole far affermare il suo modo di giocare".

Continuano le polemiche su Kaká? In Brasile lo avete curato meglio?
"No, semplicemente lo curiamo. Né me­glio né peggio. Il metodo funziona. Lui è un valore aggiunto, ma non è diverso dagli al­tri".

Qualche brasiliano da lanciare?
"Keirrison e Neymar, il baby del Santos. Sono giovani che cercano conferma. Vedre­mo se sono pronti di testa per l'Europa".

Diego è prontissimo per la Juve?
"Ha l'esperienza giusta per venire in Italia. Sa fare la differenza, ba­sta schierarlo al posto giusto. Va in libertà, rientra pure, però non deve tam­ponare. Lui è perfetto dietro due punte, con fantasia e creatività, è un leader: chia­ma la palla e la squadra deve cercarlo".