Fiorentina, Prandelli: "Serve il centro sportivo"
Nonostante le prospettive di crescita di cui parla la dirigenza, alla Fiorentina pare che non si respiri un'aria idilliaca, in virtù di progetti che stentano a partire (la cittadella sportiva) e una campagna acquisti al di sotto delle aspettative. Ne ha parlato l'allenatore Cesare Prandelli: "Bisogna capire che siamo in una fase di crisi economica generale in cui la società ha fatto delle scelte. In primis quella dell'autofinanziamento. Non chiedetemi di entrare nei conti, non spetta a me stabilire il monte ingaggi o quanto deve costare e guadagnare x o y - ha detto al Corriere Fiorentino - Sono altri i referenti per queste cose. Io da aziendalista, riconoscente a questo club, ho accettato la politica societaria e con essa tutte le conseguenze".
Il mercato: "Il mercato è lungo, parte in un modo, può finire in un altro. Ci sono prime scelte, seconde e terze. A volte ci sono alternative, a volte è prendere o lasciare. Dipende". I tifosi comunque non gradiscono l'attesa. Prandelli spiega come riconquistarli: "Attraverso il gioco, con una continuità di prestazioni che ab binino solidità e spettacolo e mostrino una manovra corale, piacevole e offensiva. Siamo sulla buona strada, l'aggressivi tà, l'intensità, i ritmi, l'atteggia mento e molti movimenti che ho visto nel primo tempo col Palermo mi fanno ben sperare".
Le critiche ci sono, comunque, e sono tutte per l'assenza della cittadella sportiva: "Da quattro anni ripeto che ci manca un centro sportivo. Una casa dove vivere insieme, preparare al meglio le partite e la stagione. Una struttura all'altezza ti dà 7-8 punti in più a campionato. Noi invece lavoriamo in condizioni dif ficilissime. Siamo sballottati a destra e a manca. Gli spogliatoi da una parte, la palestra da un'al tra, la sala massaggi-fisioterapia da un'altra ancora. Per arrivare in sala stampa devi attraversa re lo stadio. Andiamo a correre su un campo, facciamo allenamento tattico su un altro. Mangiare insieme è un'impresa. La sede e gli uffici sono a parte. Un club dovrebbe essere una famiglia, invece molti giocatori non conoscono neanche i dipendenti della Fiorentina perché viviamo in realtà separate. Il Franchi è un ''porto di mare'', io stesso a volte incrocio volti nei corridoi e mi chiedo se siano della società o no... Non è così che si crea la coesione e il senso di appartenenza".
Infine, un parere sull'astro nascente Jovetic: "Savicevic sostiene che tra due, tre anni sarà un grande. E io sono d'accordo. Nel frattempo deve continuare a crescere e migliorare senza troppe responsabilità. A Bologna dopo un tempo era stato massacrato. Ora dite che è indispensabile. Io l'ho fatto giocare tanto lo scorso anno. E quest'anno giocherà ancora di più. Dall'inizio o a partita in corso, in base alle esigenze. Sta capendo come si gioca con la palla e senza, in fase di possesso e non possesso, per mettere il suo talento e la sua fantasia al servizio della squadra, senza che questa perda gli equilibri".