Genoa, Eranio: "Turn over? Scelta obbligata e vincente"

Stefano Eranio c'era. C'era nel Genoa europeo di Osvaldo Bagnoli e c'era nel Milan di Fabio Capello, quello che teorizzava il turnover integrale, pardon scientifico. Stefano Eranio c'era e conosce bene il Genoa di Gian Piero Gasperini. Dopo aver fatto parte dello staff tecnico delle giovanili rossonere, ha scelto di puntare a una panchina di grandi. Aspetta e si documenta. Studia. La scorsa settimana, quattro giorni a Pegli per vedere da vicino il "metodo Gasperini", non solo in partita. Dove nasce il sistema di gioco: sul campo di allenamento.
Eranio, il turnover integrale è applicabile o è un'utopia calcistica?
"Parto da una premessa: che il calcio del Genoa richiede tante energie. Devi poter contare su straordinarie risorse collettive. Ora si è fatto male Juric, ma il Genoa resta un'ottima squadra".
Con un tipo di gioco dispendioso...
"È una squadra che mantiene costantemente un ritmo molto alto, e questo costa. E poi, quest'anno l'impegno è su tre fronti. Però, il risultato porta energie. Fai fatica quando perdi. Ma, se vinci, produci entusiasmo e l'entusiasmo è il miglior antidoto alle tossine. Anche se giocare di giovedì non è un aiuto: hai due giorni per recuperare e preparare la partita successiva".
Detto questo, torniamo al punto di partenza: Gasperini punta sul turnover: scelta inevitabile?
"Scelta giusta. il Genoa è cambiato rispetto all'anno scorso, ha perso giocatori importantissimi come Milito e Thiago Motta, ma non è meno forte. Dunque, in un collettivo equilibrato, Gasperini può far ricorso al turnover. L'unico punto debole, numericamente intendo, sono le fasce. Gli esterni fanno un lavoro molto logorante: sempre su e giù. Si spremono, consumano energie. Il turnover, in quel ruolo, forse è più importante che in altri. Ma, lì, le alternative sono meno numerose che in altre zone del campo".