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La Stampa - Juve, Ranieri: "I conti si fanno alla fine"

La Stampa - Juve, Ranieri: "I conti si fanno alla fine"
mercoledì 4 febbraio 2009, 08:452009
di Gianluigi Longari

Dovendo mostrare qualche segno di guarigione, dopo le due sconfitte filate a Udine e a domicilio con il Cagliari, per la Juve diventa luccicante pure l'insegna solitamente sbiadita e snobbata dei quarti di finale di Coppa Italia, stasera all'Olimpico contro il Napoli: «Tutto riveste un'importanza per noi - ha detto ieri Claudio Ranieri - perché vogliamo fare bene in ogni competizione, poi alla fine tireremo le somme». Al di là del galateo calcistico imposto da secoli su ogni impegno da onorare, i bianconeri si giocano davvero parecchio, perché un'altra sconfitta, o solamente una partita molle, aggraverebbe la patologia, incupendo l'ambiente. E a nulla servirà la distinzione tra Coppa Italia e campionato. Sarà il momento, da storto e stortissimo, a pesare sull'animo di giocatori, tecnico e dirigenti, all'inizio di un mese che, dopo partite non banali (a Catania, in casa con la Samp e a Palermo), riaprirà la Champions League, a Londra, contro il Chelsea.

Conta pure la Coppa, allora, e magari sarà contento José Mourinho, che ne aveva sottolineato la scarsa considerazione italiana, al confronto del fascino della FA Cup. «Ha ragione Mourinho - ha spiegato il tecnico bianconero - in Italia non ha lo stesso valore delle coppe in Inghilterra, ma vedo che qualcosa sta cambiando. Per quanto si stia migliorando, però, non saremo mai al loro livello». Di certo stavolta cambia per la Juve, che dovrà presentarsi tosta e stendere il Napoli: altra cura non c'è. «Loro sono un'ottima squadra - ha aggiunto ancora Ranieri - anche se stanno dietro a noi. Sarà una partita difficile ma faremo di tutto per vincerla».

Preoccupazione, l'allenatore non ne mostra, e neppure gli tornano in mente le sconfitte con Palermo e Napoli, nell'ottobre poi raddrizzato: «Queste sono state due sconfitte diverse: a Udine non siamo stati noi stessi, con il Cagliari invece abbiamo fatto un'ottima partita, ma siamo stati precipitosi quando stavamo vincendo 2-1. Loro avevano dato ampi segnali di essere devastanti in contropiede». Nessuna malattia letale, insomma, solo un paio di episodi: «La fatica dopo la pausa è solo una casualità, non si può stare al 110% per 11 mesi». Giura, ancora, che il campionato non è stato sigillato dall'Inter: «L'ho sempre detto, sarà un torneo bello fino alla fine perché ci sono molte buone squadre: mi auguro che si riesca a fermare chi sta davanti. Noi tifiamo per tutte, per un buon campionato. Non è bello vedere una squadra che scappa via: credo che un torneo avvincente fino in fondo sia bello ed emozionante». Fiducia nel recupero, nonostante le ultime uscite, è rimasta anche dentro lo spogliatoio, soprattutto per quelle otto vittorie consecutive messe in fila: nel gruppo, insomma, c'è la consapevolezza di avere la capacità di costruire un'altra striscia vincente. Rispetto ad ottobre, ha trovato un ambiente meno abbacchiato anche l'ad Jean Claude Blanc che due giorni fa è andato a Vinovo a parlare con alcuni giocatori: «Dobbiamo lavorare e stare uniti - è stato in sostanza il messaggio - perché è un momento importante della stagione. Siamo già usciti da un momento difficile, abbiamo le capacità per riuscirci di nuovo». A patto di iniziare da stasera, altrimenti anche le residue certezze scricchiolerebbero.