Nesti Channel - Crisi Juve. Toro, decide lo spareggio col Bologna

Ancora una domenica da dimenticare per ile torinesi. La Juve non sa più vincere e sette giorni dopo il 2-2 con la Reggina fanalino di coda, ecco il 2-2 casalingo contro il Lecce penultimo. Per il Toro, invece, ennesima delusione esterna, con lo 0-1 di Firenze che lascia i granata unica squadra di serie A incapace di vincere in trasferta, anche se sul risultato ha pesato l'annullamento al 90' di un gol di Franceschini apparso ai più regolare.
Nella gara a porte chiuse, che il giovedì sera è stato deciso di riaprire al pubblico (con la sospensiva della sanzione), la Signora è stata sorpresa dall'ivoriano Konan nei minuti iniziali, poi ha saputo rimontare grazie alla doppietta dell'indomabile Nedved, ma nel finale la squadra si è sciolta, Buffon ci ha messo una pezza ma nulla ha potuto su Castillo al 93'. Per ritrovare un successo della Juve bisogna tornare indietro fino al 21 marzo, al 4-1 dell'Olimpico contro la Roma, quando il gruppo, appena uscito dalla Champions, puntava ancora a rendere dura la vita all'Inter. Da allora solo pareggi, sconfitte e delusioni in serie che hanno fatto svanire prima l'obiettivo scudetto, poi la finale di Coppa Italia e adesso anche il secondo posto, visto che il Milan è lontano quattro punti.
Per fortuna mancano solo quattro domeniche alla fine, altrimenti questa squadra senza risorse, in crisi di gioco e di identità, rischierebbe di farsi riprendere anche da Fiorentina e Genoa. Per sei mesi, pur dovendo fare i conti con una incredibile serie di infortuni, la Juve aveva saputo ovviare, ma adesso il meccanismo si è rotto, come si è rotto qualcosa nel rapporto tra Ranieri e i senatori della squadra. In passato c'erano stati problemi con Del Piero, negli ultimi mesi le frizioni con Trezeguet e Camoranesi, oltre ad un feeling interrotto con l'ambiente. Solo l'ad Blanc e il presidente Cobolli Gigli continuano a manifestargli fiducia, in settimana John Elkann invece non aveva garantito sulla conferma di Ranieri, rimandando ogni discorso a fine campionato.
Ranieri è confuso (come si fa a sostituire Del Piero con Poulsen?) e convive con le contestazioni della maggioranza dei tifosi, come hanno dimostrato contro il Lecce i cori pro Antonio Conte. Nel mirino anche i dirigenti, ma ce ne è stato anche per Camoranesi e Zebina. Due giocatori destinati a cambiare aria, come molti di un gruppo arrivato ormai al capolinea. Come il suo tecnico. Che ha capito come sia cambiata l'aria, dichiarando a fine partita: "Se sbaglio, devo andare a casa". E mentre si fanno tanti nomi per il futuro della Juve, soprattutto in attacco e per il ruolo di erede di Nedved (ma vedendolo giocare così, non varrebbe la pena di farlo recedere dalla sua volontà di lasciare il calcio?), la difesa continua ad imbarcare acqua, con troppi elementi che non sono da Juve, ad eccezione di Chiellini. Basterà il ritorno del 36enne Fabio Cannavaro?
Alla vigilia del 4 maggio, il Toro non è riuscito ad onorare la memoria degli Invincibili, ma grazie al disgraziato sabato del Bologna di Papadopulo (in tribuna a Firenze) resta aggrappato al quartultimo posto, in attesa del faccia a faccia salvezza di domenica all'Olimpico. La prova dei granata è stata deludente, come tante, troppe volte in questa sventurata stagione, ma sul risultato ha inciso l'annullamento di un gol di Franceschini al 90'. Il difensore era sicuramente in posizione regolare quando ha messo dentro sul tocco di Rosina, il segnalinee invece ha sbandierato il fuorigioco, che riguardava forse il giovane D'Onofrio (in campo nelle ultime battute), che però non ha toccato il pallone ed è tutto da dimostrare abbia fatto velo a Frey.
Siccome quando inizia a piovere alla fine grandina, sul ribaltamento di fronte Sereni ha sbagliato il tempo dell'uscita per anticipare Jovetic, ha preso il pallone con le mani mezzo metro oltre il limite dell'area, rimediando il rosso dell'inflessibile Farina, che gli farà saltare la sfida col Bologna e ha costretto Vailatti ad improvvisarsi portiere nell'ultima azione. Il Toro ha ragione di lamentarsi ma deve anche prendersela con sé stesso, perché è stato sconfitto da una Fiorentina normale, che ha fatto poco per vincere fino al gol di Vargas, ma che non ha rischiato nulla per 89 minuti, visto che solo nel finale Frey si è meritato un voto in pagella, dopo aver fatto da spettatore non pagante per gran parte della gara.
I granata sono scesi in campo con l'idea di blindare lo 0-0, con otto uomini sempre dietro la linea della palla e Bianchi abbandonato al suo destino, visto che Stellone ha fatto più il centrocampista e il difensore aggiunto che non l'attaccante. Il 3-5-2 di Camolese in realtà era un 5-4-1 in fase di non possesso palla, un Toro rinunciatario per un tempo è stato capace di imbrigliare la Fiorentina, rischiando solo sul gol sbagliato da zero metri da Jorgensen, ma dopo l'1-0 di Vargas ha avuto una sola occasione, con Ogbonna, 10 secondi prima dell'annullamento del gol di Franceschini. Contro il Bologna servirà un altro atteggiamento e una squadra capace di sostenere maggiormente Bianchi.