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Nesti Channel - Felicità Juve, dramma Toro!

Nesti Channel -  Felicità Juve, dramma Toro!
lunedì 25 maggio 2009, 07:292009
di Redazione TMW.
fonte di Massimo de Marzi per Nesti Channel . carlonesti.it

La penultima giornata ha riconsegnato al campionato una Juve vincente dopo due mesi di astinenza, che con il 3-0 di Siena firmato da Del Piero ha conquistato l'accesso diretto alla prossima Champions con 90 minuti di anticipo. Per il Toro, invece, l'inattesa sconfitta casalinga contro un Genoa che non ha regalato nulla fa scivolare i granata ad un passo dal baratro: battere la Roma domenica prossima non sarà sufficiente, visto che il Bologna ora è padrone del suo destino e pensare che possa essere bloccato al Dall'Ara dal Catania è come attendersi una nevicata il 31 maggio.

Ad essere maligni verrebbe da dire che era tutta colpa di Ranieri: in 5 giorni Ciro Ferrara non può aver trasformato la Juve, la differenza l'hanno fatta i giocatori e le loro motivazioni. Da quando non si vedeva un Del Piero così ispirato? Il capitano ha tracciato il solco e il resto della squadra gli è andato dietro. La difesa ha smesso di prendere imbarcate paurose, il gruppo è sceso in campo con la concentrazione massima, perché nessuno voleva perdere 15 giorni di ferie, per giunto nell'anno che porterà ai Mondiali, dovendo disputare i preliminari di Champions. Il rotondo successo di Siena ha confermato che quello che era venuto meno negli ultimi due mesi era il feeling tra il tecnico e la vecchia guardia: dopo l'uscita di scena di Ranieri si è rivista la vera Juve, quella che era evaporata dopo il 4-1 del 21 marzo sulla Roma.

I giallorossi saranno gli avversari del Toro negli ultimi 90 minuti e, con la qualificazione in tasca alla prossima Europa League garantita dal successo di San Siro, non sarebbe stato impossibile pensare ad un colpaccio granata nella capitale domenica prossima. Ma il suicidio della squadra di Camolese contro il Genoa renderà probabilmente tutto inutile. Anche perché il far west finale porterà conseguenze disciplinari pesantissime, costringendo il Torino a scendere in campo con una formazione d'emergenza e per giunta con la consapevolezza che il destino non è più nelle proprie mani.

La gara di ieri è stata lo specchio della stagione granata: errori arbitrali certo, ma anche topiche difensive clamorose, un Bianchi abbandonato al suo destino fino al 2-2, un quarto d'ora volitivo ma senza la zampata necessaria per trovare il gol del vantaggio e un finale in preda alla paura e alla mancanza di energie, che ha messo il Genoa nelle condizioni di sfiorare due volte la terza rete, prima di trovare con Milito all'ultimo tuffo. Si discuterà e molto sull'impegno dei rossoblu, perché purtroppo in Italia c'è il malvezzo di pensare che una formazione senza più obiettivi debba cedere il passo di fronte ad una che invece lotta per la sopravvivenza.

La verità è che il Toro, sul piano tecnico e delle occasioni, ha fatto troppo poco per meritare la vittoria, nella partita più importante dell'anno ha mostrato tutte le sue lacune ed è stato anche bersagliato dalla sfortuna, visti gli incidenti di Stellone e Dzemaili e l'uscita di Franceschini nel finale, che ha tolto ad una difesa impresentabile l'unico elemento capace di eccellere, in assenza di Natali. Ma per quanto ha prodotto nell'arco della stagione, il Toro merita di retrocedere, perché spesso ha giocato partite inguardabili e solamente sotto la gestione Camolese ha dato segni di vita e dimostrato voglia di non arrendersi. Ma quando prendi tre gol in casa e il portiere è il migliore dei tuoi significa che qualcosa, anzi molto, non ha funzionato.

Ora, salvo improbabili (doppi) miracoli dell'ultimo turno, per i granata ci sarà da ripartire per l'ennesima volta negli ultimi vent'anni dalla serie B: il futuro in questo momento è un'incognita e solo il presidente Cairo potrà sgombrare il campo dalle ipotesi che già sono circolate a proposito di un suo disimpegno. Il futuro è un'incognita anche per la Juve, ma solo per quanto riguarda il nome del tecnico: attenzione che tra Spalletti, Gasperini e Conte alla fine non salti fuori un Ferrara capace di ottenere una chance autentica e non soltanto un mandato a termine per 180 minuti.