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Nesti Channel - Juventus: Del Piero, l'ingombro tattico...

Nesti Channel - Juventus: Del Piero, l'ingombro tattico...TUTTO mercato WEB
© foto di Marco Nofri
martedì 24 novembre 2009, 07:182009
di Redazione TMW.
fonte di Alvise Cagnazzo per Nesti Channel - carlonesti.it

Fra tutti i difetti, annoverati ed annoverabili, di una squadra, la Juventus "dell'uno e Trino" Blanc, la labilità del senso estetico e la totale assenza di misura rappresentato i principali problemi di una formazione a scanso di equivoci destinata, in un campionato in parte già delineato, ad inseguire la babele nerazzurra. Così, dopo aver recitato il ruolo della Signora omicidi nel corso della scampagnata autunnale in quel di Bergamo, nel rispetto di un elefantiaco apporto realizzativo, la Juventus si è adagiata, ed in parte accontentata, di un modesto e risibile uno a zero nella sfida casalinga con l'Udinese. Decimata da infortuni e squalifiche, ma resa egualmente pericolosa da una squadra, quella allenata da Ciro Ferrara, assai abile nel trasformare sentieri assai agevoli ed ampi in crune di ago da attraversare a corredo di una buona dose di sofferenza. Diluita, in parte, dai recuperi di capitan Del Piero, tornato in campo dopo sei mesi di assenza, fatta eccezione per l'inutile e sfortunata passerella contro il Bologna, e di "Momo" Sissoko.

Monumentale nell'interpretazione dell'incontro e nella riabilitazione di un reparto, quello mediano, afflosciato dalla prova opaca di Felipe Melo, apparso moscio e svogliato, il centrocampista maliano ha reimpostato il ritmo di una manovra appesantita dalla mediocrità del brasiliano. Facendo persino lievitare il rendimento di Poulsen, autore di un paio di verticalizzazioni "mistiche", per nulla consone alla ruvida interpretazione del mestiere sino ad oggi offerta dal danese. Peraltro trasformatosi in volano nell'azione che ha consentito ad un Grosso visibilmente affaticato dalle prove azzurre di abbattere la resistenza offerta dal portiere sloveno Handanovic. Nella Juventus "socialista" varata da Ferrara, con il solo "Houdini" Diego a distribuire qualità, salvo poi rientrare nella propria pagoda, in un contesto di assoluta pochezza, la prestazione di Martin Càceres rappresenta la nota più lieta in uno spartito spesso e volentieri monco, disarmonico nella propria evoluzione. L'uruguayano, "prestato" al ruolo di terzino destro al fine di offrire maggiore copertura all'oriundo Camoranesi, ha ormai sorpassato Grygera nelle gerarchie di Ferrara, costringendo il ceko al ruolo di riserva.

Convincendo, seppur indirettamente, la società bianconera ad investire circa dieci milioni per il suo acquisto dal Barcellona. Giovane, duttile oltre che titolare della propria nazionale, Càceres diverrà il primo acquisto della società bianconera nel prossimo mercato, candidandosi come erede principale del posto, presto vacante, di Cannavaro. Ancora sotto contratto per un anno, quanto consapevole di non poter e dover avocare il ruolo di titolare a prescindere, nel rispetto di un ragionamento già metabolizzato da Legrottaglie. Nella stitica prestazione offerta contro i friulani, il ritorno di capitan Del Piero, costretto a restituire la fascia di capitano a Buffon, a conferma dell'ottusità regolamentare che consente il fallo di mano in una gara decisiva per l'accesso ai Mondiali e non lo scambio di "banda" fra giocatori della stessa squadra, ha comunque sortito una rivisitazione tattica nello scacchiere bianconero. A conferma della confusione, latente, nel progetto varato ad inizio stagione da Ferrara. Abbonato al 4-2-3-1, modulo sino ad oggi più produttivo, il tecnico bianconero ha preferito spostare Diego sulla fascia sinistra, ricalcando la scelta di Leonardo nel decentrare Ronaldinho, posizionando Del Piero alle spalle dell'unica punta, la "boa" Amauri. Lasciata in balia dei difensori avversari per tutta la partita.

Quando, sarebbe stato più opportuno, in relazione alla probabile convivenza fra i due numeri dieci, presentare uno schema ad "albero di Natale", ovvero un 4-3-2-1. Abbassando un Camoranesi esausto sulla linea dei centrocampisti, ed offrendo piena libertà offensiva ai due fantasisti. Definito ingombrante da Deschamps, subito "sgridato" dalla dirigenza, emarginato ad oltranza da Capello, trattato come spiga in un campo di grano da Lippi nel fascio azzurro, il ritorno di Del Piero ha così riaperto il confronto dialettico legato alla coesistenza fra "primedonne", sollevando il problema legato alle incertezze sul modulo da adottare. Se nella prima Juventus di Lippi, l'allenatore e la società ebbero il coraggio, riconosciuto, di battezzare la partenza di Roberto Baggio in favore di una fiducia sconfinata nei confronti dell'allora "Pinturicchio" Del Piero, nella nuova società, e nella nuova appendice tecnica, sembra invece pervadere il desiderio di rimanere ancorati al bagaglio di ricordi di un campione immenso, quanto appesantito da ben trentacinque primavere. Quando, proprio in virtù del rispetto nutrito nei confronti di un senatore, occorrerebbe compiere le scelte migliori per il futuro della società. E non per vereconda sudditanza...