Il bilancio dell'estate e la questione Balotelli
E la chiamano estate. Nel calcio è fatta di amichevoli e tornei in giro per il mondo e di chiacchiere, sempre troppe. Il calcio d'agosto conta poco, come ho detto un milione di volte, nel bene e nel male. Al Milan fanno tragedie per aver vinto una sola partita su 9 e per di più col piccolo Varese, ma si sapeva che ci sarebbero state delle difficoltà: l'anno scorso i rossoneri hanno chiuso terzi con l'esperto Ancelotti in panchina, l'inossidabile Maldini e il fuoriclasse Kakà in campo. Andar meglio senza aver sostituito Kakà è dura. Leonardo è un esordiente ed è comprensibile che abbia festeggiato il panchina il successo ai rigori nel Berlusconi come una partita di campionato. Ma la squadra non è più forte di un anno fa e Huntelaar va verificato. Poi nel calcio nulla è scontato, ma oggi Ronaldinho fa la differenza solo nella testa di Berlusconi. L'Inter gioca decisamente meglio di un anno fa. Oggi sembra una squadra e non Ibra unitamente ad altri dieci come un anno fa, ma Mourinho quest'anno deve metterci qualcosa di suo. I nerazzurri finora hanno dimostrato di essere superiori ai rivali: al Trofeo Tim la Juve, prima antagonista, non è stata mai pericolosa malgrado Mourinho si fosse presentato con un tandem d'attacco composto da Mancini e Quaresma e senza Materazzi espulso nel finale. E uno come Rivas, per sofrtuna degli avversari, non si trova spesso. Alla Juve va però dato atto di aver scelto il precampionato più intelligente, rinunciando a far cassa con massacranti tornei transoceanici. E Diego, anche se ha giocato poco, è un grande acquisto, comne si è visto nel Berlusconi. L'unico vero allarme è arrivato nella pesante sconfitta col Villarreal: un 1-4 che ha riproposto amnesie difensive dell'epoca Ranieri e Cannavaro a tratti è parso imbarazzante. Non credo debba essere titolare per diritto divino o amicizia con Ferrara: Le Grottaglie con Chiellini in fondo non ha demeritato.
L'Inter ha cominciato il suo precampionato americano con risultati altalenanti, ma anche poco significativi, come i pareggi con UCLA (2-2) e con Club America (1-1), poi vittorioso ai rigori.
La sconfitta col Chelsea (0-2) è stata invece spiegata con l'inesperto portiere Belec. Decisamente meglio il derby e mezzo con tre gol fatti e nessuno subito con Milito grande protagonista ed un gioco tutto sommato più gradevole. In Supercoppa Italiana però l'Inter doveva vincere e non convincere e ha bucato. Tanti elogi non servono Quando c'è il palio un trofeo, gli elogi non vanno in Albo d'Oro. Le vittorie di misura con il Monaco nel trofeo Pirelli e con il Bahrein, entrambe per 1-0, ci dicono ancora poco. La cosa più negativa è l''infortunio di Cambiasso, perché ad agosto il vero problema non sono i risultati ma gli infortuni. Ora si fa sul serio.
Intanto come ogni estate, in casa Inter aleggia la questione Balotelli. Quanto spazio avrà il miglior talento offensivo italiano degli ultimi anni? Eppure, se riflettiamo un attimo, la situazione di Supermario è assai più positiva di un anno fa, quando la concorrenza di Ibra, Adriano e Cruz, ma pure Mancini e Quaresma sembrava insormontabile. Anzi, un anno fa, Mourinho aveva cominciato stravedendo per i due esterni salvo poi ritornare al rombo. In un caso e nell'atro Balotelli era sempre il seconda fila. Querst'anno invece potrebbe esser diverso perché Mourinho sta di nuovo accarezzando l'idea di partire col tridente pure con Supermario al fianco di Eto'o e Milito. Senza contare che le ottime prestazioni di Supermario quest'estate impreziosite dal gol nel mini-derby Tim non sono passate inosservate. Certo la'arrivo di Snejider e magari anche di un'altra punta nelle ultime ore di mercato potrebbe riportare Supermario in bilico, ma con una stagione di 70 partite e statisticamente sempre due, tre pedine ai box per infortuni, squalifiche o impegni con le rispettive nazionali, Supermario potrebbe giocare più di quanto si crede. Quest'anno, più ancora dell'anno scorso, dovrà però metterci qualcosa anche lui e completare una crescita caratteriale ormai non più rinviabile per un talento del genere.