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Juventus, Ferrara: "Inter squadra da battere"

Juventus, Ferrara: "Inter squadra da battere"TUTTO mercato WEB
© foto di Filippo Gabutti
mercoledì 11 novembre 2009, 12:122009
di Redazione TMW.
fonte AGI/ITALPRESS

"Dopo la sosta riavro' Del Piero, cosi' come tutti gli altri. Per i rapporti che ho con Alessandro, sara' una scelta di testa, non di cuore. Posso aver fatto qualche errore e lo ammetto, ma credo che questa squadra possa solo crescere. L'Inter e' la squadra da battere e noi dobbiamo provarci fino all'ultimo. Il campionato per noi e' la priorita'". Cosi' Ciro Ferrara, tecnico della Juventus, in una lunga intervista pubblicata oggi sul quotidiano 'La Repubblica'.

"Mi aspettavo un Milan di nuovo in gioco? Leonardo e' stato piu' criticato di me e oggi sono contento per lui. Se non solidarieta', credo ci sia un forte senso di vicinanza tra noi". Ferrara individua le sorprese del campionato: "Per la qualita' del gioco la Samp, in assoluto il Bari e i suoi giovanissimi difensori centrali".

Ferrara analizza poi la sua lunga carriera da calciatore. "Ho giocato in A 500 partite tonde, 247 nel Napoli, 253 nella Juve. Mi sento napoletano, felicemente ambientato a Torino. Direi che Napoli e' la mia casa, Torino il mio ufficio, ma suona un po' riduttivo perche' a Torino ho anche amici veri. Napoli e' la vacanza, la famiglia allargata. Li' come calciatore ho avuto tutte le soddisfazioni.

Torino e' il lavoro, qui mi sono rimesso in gioco e sono arrivate altre soddisfazioni. Maradona? Mi ha chiamato quand'ero da poco allenatore della Juve per darmi scherzosamente dal catenacciaro. Quando ha 'beccato' sei gol dalla Bolivia gli ho detto che forse un po' di catenaccio gli sarebbe servito".

Sul rendimento dei difensori italiani, Ferrara spiega: "E' venuta a mancare la scuola della marcatura a uomo quando si e' deciso di privilegiare la zona. Sacchi non mi ha convocato a lungo perche' mi riteneva incapace di difendere a zona, poi ha cambiato idea, e questa e' una delle maggiori soddisfazioni della mia vita sportiva. Tanto piu' che la zona mi ha allungato la carriera. E' molto piu' facile passare da uomo a zona che viceversa".

"Se mi chiamano creatura di Lippi non mi risento. Ho giocato 8 anni con lui, ero suo assistente in Germania, posso aver assorbito qualcosa dal suo lavoro sul gruppo. Altri mi trovano piu' simile a Capello. A me pare che sia troppo presto per i paragoni". Sulle possibili introduzioni nel mondo del calcio, il tecnico bianconero spiega: "Ho proposto una domenica senza moviola e, da parte nostra, senza una parola sull'arbitro. Una, giusto per vedere l'effetto che fa. La ripropongo. Quanto al resto, esistono le dichiarazioni in tv e per la stampa, ma a contare davvero e' quello che ci si dice, in squadra, ogni giorno. Anche se so che un mio giocatore ha sbagliato, e lo sa anche lui se non e' stupido, non andro' mai a colpevolizzarlo in pubblico. Non serve a nulla". (AGI/ITALPRESS)