Juventus: Inler, D'Agostino, Diego e Silva, strategie bianconere
STRATEGIA - Né lo sviluppo del campionato, né quello del cammino europeo impongono acquisti, quindi, calma piatta, o quasi, per questa sessione. Movimenti continui, invece, per imbastire qualcosa in vista della prossima, quella estiva. Entro il due febbraio, data di chiusura della finestra invernale di riparazione, la dirigenza bianconera difficilmente porterà volti nuovi alla corte di Ranieri. Le possibilità sono bassissime (così come sono basse quelle di cedere altrove qualche pedina), visto che si faranno solo dei tentativi (e nulla più) per puntellare, al massimo, la linea mediana. Più o meno la stessa strategia adottata per il viola Da Costa la settimana passata, poi naufragata fra richieste esose e poca convinzione da parte della stessa società piemontese. In lizza c'è ancora qualche nome da inseguire qualora se ne presentasse l'occasione, ma la parte corposa la si trova voltando la pagina del taccuino del d.s. Secco, passando alle strategie di mercato di luglio e giugno prossimi. E lì che la Juve si muoverà veramente per i nomi, di primissimo piano (Diego e Silva su tutti), ventilati in questi giorni, dopo aver ricevuto le attese "sentenze" di questa annata, per adesso, entusiasmante.
DIEGO - "Assieme ad altri, lo ammetto, Diego è uno degli obiettivi in vista del mercato estivo". Lo dice il d.s. Secco, più chiaro di così non si può. La Juve continua ad intrecciare le fila per il brasiliano, nei giorni scorsi emissari vicini al giocatore sono stati avvistati a Vinovo. Il prezzo è ormai fissato: 25 milioni ordina il Werder Brema (che ha alterato i rapporti col giocatore nonostante lo abbia sottocontratto sino al 2011). I dirigenti bianconeri cercheranno di trattenere ancora qualche milione, ma l'impressione è che, a luglio, l'affare andrà in porto. Tutti ne son convinti, e s'è convinto pure mister Ranieri: "Certo, Diego è un giocatore che mi piace" ha dichiarato dopo la vittoria in Coppa Italia della passata settimana. Il tecnico romano, che considera il 24enne sudamericano trequartista a tutti gli effetti, sta però pensando già nuove soluzione per adattarlo al meglio a quel 4-4-2 da cui non ci si può schiodare (ad esempio come Deco, passando al Chelsea, s'è ambientato sul binario destro con libertà d'accentrarsi spesso e volentieri). Diego arriva, ma gli equilibri non si toccano, il 4-3-1-2 resta accantonato. Poi sarà compito del buon Claudio adattarlo con Amauri e soci, ma, prima di tutto, tocca ai dirigenti di Corso Galileo Ferraris.
VICE NEDVED Il sogno proibito, per dare riposo all'inifinito ceko, si chiama Silva del Valencia. La società spagnola è in crisi economica, ma certamente non abbasserà le pretese, che per il momento si aggiranno attorno ai venti milioni. Secco e soci, se lo vorranno portare a Torino, sono chiamati a investire un bel po', altrimenti le alternative (che i dirigenti stanno già sondando in questo periodo) si chiamano Mata e Rakitic. Capitolo Aquilani: il suo futuro sarà ancora Roma. Risultano confermate le indiscrezioni dei giorni passati che lo vogliono vicino al rinnovo con la società di Sensi, visto che il contratto (fino al 2014) è già pronto sulla scrivania di Daniele Pradè. Bisogna metterci solo la cifra (quasi 2,5 milioni) e si potrà ufficializzare il prolungamento/adeguamento. Juve e Inter, addio.
D'AGOSTINO - Per gennaio questo nome stuzzica non poco. Veramente tanto la coppia Ranieri-Secco. La Juventus ha riallacciato ufficialmente i contatti con l'Udinese per il 26enne che già con il bianconero di Udine ha conquistato Marcello Lippi. Sarebbe la cosiddetta soluzione "da traino" verso il botto, già annunciato, da sparare in mediana ma solo nella prossima sessione estiva. D'Agostino tutto e subito. Soprattutto in virtù delle condizioni preoccupanti di Tiago e Cristiano Zanetti, gli unici che la Juve può vantare in fase d'impostazione, di regia e piedi vellutati. Ma che di garanzie non ne offrono certo granché. D'Agostino, che insieme a Inler forma una delle coppie meglio assortite (e tecniche) dell'intero campionato nostrano, è valutato fra i 10 e 12 milioni. Naturalmente ridimensionabili con una contropartita gradita a mister Marino, colui che ha lanciato definitivamente in orbita un giocatore atteso al grande palcoscenico già da un bel pò. Ma, pochi sanno, che si tratta di un classico ritorno di fiamma, perchè la Vecchia Signora aveva già fatto un sondaggio la scorsa estate, proprio sul finire del mercato, alle ultime battute utili. Poi, pensandoci bene (mica tanto...), Claudio Ranieri bloccò tutto, comunicando ai dirigenti che non avrebbe avuto
bisogno di un centrocampista con quelle qualità, perché avrebbe giocato con le tre punte Amauri, Del Piero e Trezeguet. Quindi, come poi avvenuto, dietro serviva un Poulsen per spezzare il gioco degli avversari e non un regista alla D'Agostino o alla Xabi Alonso. Mossa come non mai errata, stando a quanto poi s'è verificato: il tridente non può essere usato sempre e comunque, il friulano è esploso assieme a Quaglierella e compagni, Poulsen non ha convinto più di qualcuno. Non poche beffe insomma. E, inoltre, c'è anche il danno, visto che il prezzo logicamente è lievitato non di poco e nel frattempo D'Agostino ha rinnovato fino al 2014 a 700 mila euro a stagione. La Juve vuole rifarsi, convincere Pozzo e soci offrendo al giocatore il doppio: 1,4 milioni. A gennaio i motori di questa trattativa torneranno certamente a scaldarsi.
INLER - Vi sveliamo, a proposito del centrocampista svizzero (ma anche di D'Agostino), d'una cena informale, avvenuta a dicembre, fra Alessio Secco e Pietro Leonardi, dg dell'Udinese. Ufficialmente i due erano lì per motivi diversi, ma hanno parlato dei due giocatori nel mirino della Juve ormai da tempo. Oltre all'italiano, è assai calda la trattativa per il giocatore elvetico, mediano solido con ancora ampi margini di crescita vista la giovane età (24 anni). Su di lui anche Arsenal e Milan, tanto per chiarire il tenore dell'eventuale affare che si aggirerebbe attorno ai 12-13 milioni. Un investimento importante, su cui in Corso Galileo Ferraris ci stanno pensando.