Kakà, non c'è Real che tenga. Napoli, peccato. Bari da A
Non sono d'accordo con chi sostiene che il Manchester City sia uscito bene dalla vicenda Kakà. E' una favola, una barzelletta, una cosa inesatta. Il Manchester City è uscito a pezzi, a brandelli. Un bagno d'immagine senza precedenti: ora vai a spiegare al prossimo asso che interpelleranno che con Kakà ci hanno provato, ma era uno scherzo piuttosto che il principale obiettivo, bla bla bla. Fosse nel Manchester mi preoccuperei del signor Robinho che, avvilito dal cattivo esito della trattativa per Kakà, salta su un aereo e se ne torna in Brasile. Ma è un club di calcio e o il Vattelapesca senza un minimo criterio di comportamento, di regole e di disciplina? La cosa che mi fa più impazzire è che i giornalisti spagnoli, neanche un minuto dopo il naufragio della vicenda Kakà-City, si sono affrettati a scrivere che il buon Ricky ha detto no allo sceicco perché vorrà proporsi al Real dalla prossima estate. Fandonie, almeno oggi sono fandonie. Per vendere copie si è capaci di avvertire il prossimo che c'è un asino che vola e che quell'asino prima o poi atterrerà dopo un ottimo decollo. Hanno già attribuito Kakà al Real, imbarazzante scrivere che ci sia un interesse ancora prima di sapere chi sarà il presidente, con elezioni che si svolgeranno tra cinque mesi. Al buio: senza una base, un indizio, mezza prova. Se oggi potessi puntare cento euro, scommetterei sul fatto che a questo punto Kakà resterà PER SEMPRE al Milan. Se Berlusconi ha detto no a quell'offerta, dopo che lo ha fatto il suo pupillo,se Kakà si è affacciato dalla finestra in piena notte battendosi tre volte la mano sul petto con una maglia rossonera in bella evidenza, se Kakà ha pianto, se il Milan ormai lo ha eletto simbolo a vita (calcistica) al punto che pensa di farlo capitano, io credo davvero che non ci sia offerta milionaria che possa tenere. Ci sono leggi di mercato e altri leggi. Mi hanno sempre insegnato che sul mercato nulla è impossibile, che bisogna stare sempre con le antenne dritte, che la cosa impossibile diventa cinque minuti dopo possibile, dieci minuti dopo probabile e quindici minuti dopo ufficiale. Ma io credo che nel caso di Kakà non ci sia Real in grado di fargli cambiare idea, a meno che il Milan (impossibile) non smobiliti. Sarebbe sputtanante cinque mesi dopo aver pianto, aver giurato fedeltà, aver rinunciato a una barca di milioni eccetera eccetera. Non so se si accontenterà di guadagnare nove milioni a stagione senza chiedere l'aumento, dopo quattro adeguamenti: queste sono cose private, te le possono vendere come vogliono e se non intendono renderle pubbliche esistono mille scorciatoie.
Come si poteva intuire, caso Kakà a parte, le grandi stanno pensando al futuro. Al massimo la Juve prenderà un difensore, ma baby Ariaudo è di talento. Trovo imbarazzante che si possa parlare di mercato in entrata da parte dell'Inter: al massimo in uscita, non scherziamo. E trovo ancor più imbarazzante che alla fine delle partite tutti si siano affrettati a proporre le tabella comparativa tra il girone di andata di Mancini e il girone di andata di Mourinho: non aspettavano altro, che goduria! Chi mi ha un po' deluso, finora,è stato il Napoli: Pierpaolo Marino è un mago del mercato, ha fatto molto bene finora, ma io avrei presto almeno un giocatore vero e magari lo prenderà fino al 2 febbraio.
Mi spiego: il Napoli è una realtà strepitosa per il calcio italiano, si trova nel ballo che conta (il quarto posto e la prospettiva Champions League) in modo sorprendente rispetto ai programmi. Ha un organico ben assortito per il sesto o il settimo posto, un po' meno per il quarto. Io la vedo così, De Laurentiis no. E dico anche a Reja (che ha collezionato risultati prestigiosi con organici spesso prestigiosi) che non può ripetere alla fine del girone di andata che il problema del Napoli, quando perde in trasferta, è di personalità. Dovrebbe spiegarci qualcosa in più. Secondo me il problema è anche tattico, ogni tanto bisogna cambiare qualcosa rispetto alla solita minestra. Le altre di A si muoveranno? Il Torino di sicuro anche se sinceramente non mi sembra giusto affiancare un nuovo direttore sportivo (Foschi) a un altro direttore sportivo (Pederzoli) affidando a uno dei due il mercato internazionale. Io la leggo soprattutto come sfiducia nei riguardi di Pederzoli, pochi mesi dopo l'assunzione. Sarebbe come se un allenatore avesse due portieri per il campionato e dicesse "tu giochi domenica e ti riposi in quella successiva". Pillon è già a rischio a Reggio Calabria, mi dispiace molto che Paolucci abbia all'improvviso poco spazio a Catania, mi aspetto un Genoa ancora più forte con Pelè e con un vice Milito. Faccio i complimenti al Cagliari, non pensavo proprio che arrivasse così in alto, chiedo venia. E mi auguro che Ballardini possa lavorare serenamente a Palermo: per me è un allenatore eccellente.
Vorrei dedicare lo spazio serie B al Bari, ricordando alcune situazioni professionali che mi hanno fatto capire il grande potenziale di quella città: c'ero il giorno dei 58mila e del ritorno in serie A, uno stadio straordinario. I tifosi a Bari si accendono quando (e se) la società lancia un segnale: Matarrese lo sta facendo, il colpo Kutuzov è di importanza fondamentale. Pensate all'attacco di Conte: Lanzafame, Kutuzov, Caputo, Colombo e Barreto, alle difese avversarie potrebbero anche dare trenta gocce di novalgina a partita per smaltire il mal di testa. Il Bari spenderà ancora, prenderà almeno un altro centrocampista. Lo ritenevo da playoff, adesso ha migliorato ancora e penso che possa arrivare tra le prima due. Sì, può diventare da promozione diretta. Immagino un'altra cosa: al prossimo giro in casa saranno almeno in 25mila, a maggior ragione se facesse risultato venerdì a Trieste. Bari ha una voglia matta di dire addio alla serie B. Addio per sempre.