Materazzi: "Sto bene all'Inter"

"Sto bene all'Inter e Mourinho è il numero uno". Quest'anno ha giocato pochissimo, niente a che vedere rispetto a quando in panchina c'era Roberto Mancini. Eppure a Marco Materazzi la prolungata panchina non ha fatto venire meno la voglia di Inter. Era considerato uno dei possibili giocatori nella lista dei partenti, e invece forse non si muoverà da Milano. "Mourinho è il n.1 con lui mi trovo bene - ha detto oggi l'azzurro campione del mondo partecipando a Milano alla presentazione di un libro - Dirlo prima magari può sembrare un atto dovuto, invece lo dico alla fine dopo che l'ho conosciuto. Ho aspettato un anno per parlare". Cosa ha il tecnico portoghese di diverso dagli altri? "Ha tutte le qualità giuste - ha risposto Materazzi -. Se uno come me che gioca poco dice questo di un allenatore, vuol dire che è una persona vera. E io sono contento di questo. Con Mourinho c'é un rapporto che va al di là del rapporto sportivo. Entrambi siamo corretti e coerenti, ognuno sa qual è il proprio ruolo, così fa piacere". Qualcuno lo ha stuzzicato chiedendogli se non si senta deluso da questa stagione. "Protagonisti - la sua risposta - lo si è quando si è partecipi della vittoria. Io ho vinto con la Juve e mi rimane quella sensazione. Quando sono stato chiamato in causa ho fatto mio dovere". Dunque nessun desiderio di rivincita personale: "Sono otto anni che sono all'Inter e vorrei vincere per la squadra, non per me.
Due anni fa ho fatto due gol, l'anno scorso ne ho sbagliato uno". Ieri in caso di scudetto l'Inter avrebbe festeggiato in campo senza Ibrahimovic e questo per Materazzi sarebbe sembrata ingiusto. Da qui la sua proposta: "Bisogna rifare il regolamento per quanto riguarda gli squalificati. In Europa lo squalificato può andare in campo, in Italia invece sembra che sei un criminale quando subisci una giornata. Comunque è stato meglio così, per lo scudetto abbiamo aspettato Ibra...". Ora ci sarà da discutere con Moratti per il suo futuro nerazzurro: "Ho sempre parlato con il presidente, siamo due persone normali che hanno un rapporto che va al di là del rapporto sportivo". Una cosa comunque Materazzi ce l'ha ben chiara: "Mi interessa poco giocare bene. Sarò anti-calcio, ma a me piace solo vincere ed è quello che voglio". La presentazione del libro, sulla singolare vicenda della ex squadra di calcio del carcere milanese di Opera (dal titolo 'Un carcere nel pallone', di Francesco Ciniti, Laruffa Editore), ha richiamato oltre a Materazzi anche l'ex giocatore del Milan Leonardo, oggi dirigente rossonero, l'arbitro Rosetti e l'ex designatore Casarin. Tra i presenti anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa e Antonella Maiolo, presidente della commissione regionale sulla situazione carceraria. "In carcere il calcio può essere una chance di reinserimento eccezionale - ha detto La Russa - non per i recidivi ma a chi vuole reinserirsi. Offre possibilità di sentirsi pronti a poter rientrare nella società civile quando avranno finire di scontare il loro debito". A nome dei detenuti è intervenuto l'ex capitano della squadra di Opera, che ha rivolto un appello: "Ci sono tanti giovani che in carcere si annoiano e hanno bisogno di aiuto. Uno dei modi potrebbe essere un corso di abitraggio". Tra gli intervenuti anche il 'mister' della squadra dei detenuti di Bollate, che quest'anno ha partecipato al campionato di terza divisione e che il 4 giugno prossimo a San Siro affronterà una formazione di agenti.