Napoli, strategie di rinascita
Rispetto a Siena, almeno l'orgoglio. Con qualche errore in meno sotto rete di un Denis formato sciagurato Egidio di Calloniana memoria, si sarebbe anche potuto puntare alla vittoria, è vero, ma onestamente sarebbe stata troppa grazia. Non che sia il punto in più o in meno a modificare i nostri destini, tutt'altro, la differenza la fa piuttosto la conferma di un tecnico pensante: uno che riesce a provare cose nuove o rilanciare giocatori e soluzioni che sembravano impercorribili, vedi Bogliacino regista, o la scelta di spedire in tribuna Zalayeta; segnale chiarissimo e netto al gruppo: qui non si sgarra più. Sono certo, a tal proposito, che Marcelo rifletterà sulle sciocchezze fatte nei giorni scorsi, per poi tornare da protagonista a posto del mistero insondabile di nome German Denis. Il fatto che alcuni addetti ai lavori si ostinino poi a trovargli attenuanti in serie è emblematico per comprendere quanto sia strano e vario il mondo del calcio.
Proiettiamoci però al futuro. In queste ore tiene banco il caso Lavezzi, il cui agente Alejandro Mazzoni è in procinto di sbarcare a Napoli per chiedere udienza alla società. El Pocho vuole guadagnare di più, viste le offerte che vanta da tutta Europa, ed al tempo stesso ha intenzione di conoscere progetti e rinforzi della società. Insomma, un po' quello che sta facendo Buffon con la Juventus. Se la società riuscirà a soddisfarlo, o quantomeno a tranquillizzarlo in tutti i sensi, economici e tecnici, Lavezzi resterà. In caso contrario via al countdown per il divorzio.
Dopo il no di Floccari, dopo le incertezze di D'Agostino e Conti, perdere anche Lavezzi non sarebbe certo di buon auspicio per il futuro.
Personalmente, penso che un Napoli formato sesto posto, non possa prescindere da uno come l'argentino, giocatore dal potenziale tecnico con pochissimi eguali al mondo. Diverso, invece, il discorso per quanto concerne Marek Hamsik. Qui la situazione dipende non solo dalla sua volontà , ma anche dalle prospettive di mercato che si presenteranno alla dirigenza partenopea. Non va infatti sottovalutato come a gennaio, nel suo ruolo, si sia investita per Jesus Datolo la bellezza di 6,3 milioni. Può il Napoli permettersi di tenere due giocatori di alto prezzo nello stesso ruolo? Forse, Donadoni permettendo, sarebbe meglio puntare sull'argentino e monetizzare la cessione dello slovacco, che consentirebbe di rimpinguare le casse azzurre oltre a fornire alla rosa dell'anno venturo la possibilità di scegliere tra le contropartite di livello delle società interessate, Inter e Juve su tutte. Acquafresca, Palladino Marchisio e Giovinco sono elementi che non possono certo passare inosservati. Giocatori che potrebbero garantire un salto di qualità in diverse posizioni dello scacchiere di Donadoni.
Ipotesi, solo quelle, ovviamente le verità le conosceranno solo i padroni del vapore. Stavolta, però, i tifosi saranno intransigenti, non ci si accontenterà di un mercato di basso profilo come quello della scorsa estate. Il Napoli deve migliorarsi e chi vuole bene a questi colori è stufo di aspettare.