Papa Waigo: "Arrivederci Firenze, non ho scelto io di andar via"
La telenovela Papa Waigo è arrivata alla conclusione. Il giocatore è passato in prestito a Lecce, ma lascia Firenze senza rancore e rimpianti sapendo che a giugno potrebbe tornare in riva d'Arno.
E' contento che si sia risolta la sua situazione e dl fatto che sta per affrontare una nuova esperienza a Lecce con un pubblico del sud molto caldo?
"Sì, sono molto contento di aver scelto questa squadra, nella quale spero di avere la possibilità di giocare con continuità e divertirmi in campo. Se una persona ama questo lavoro, si vuol sentire un giocatore e per sentirsi un giocatore deve scendere in campo. E divertirsi, perché il calcio è un gioco".
Conosce già qualcuno del Lecce?
"Ritroverò Cacia. E conoscerò presto gli altri".
Visto la partita sabato scorso Juventus-Fiorentina?
"Sì, l'ho vista, non me la sento di giudicare i miei compagni e né l'arbitraggio: voglio dire solo che la Fiorentina sta giocando un buon calcio, ma è un momento in cui non arrivano i risultati. Spero comunque che la Fiorentina continui a fare punti e a giocare bene come ha fatto fino adesso".
Sono andati via due giocatori come lei e Osvaldo che, giocando poco, hanno portato alla causa viola 13-14 punti nella passata stagione, oltre ad essere stati protagonisti nella partita di Torino contro la Juve. Che sente di dire alla luce di questo? Si aspettava più spazio?
"Posso solamente dire che ci sono dei momenti positivi e momenti negativi nella vita di qualsiasi persona. Ricorderò sempre come uno dei momenti più belli che ho passato a Firenze la vittoria di Torino, perché a parte il mio gol e il risultato finale, mi sono reso conto di quante persone abbiamo fatto felici a Firenze. Dopo quella partita ci hanno aspettato tutti come se avessimo vinto la Champions. Non avevo parole, non mi era mai capitata una dimostrazione d'affetto così da parte di una tifoseria. E' bello vedere come pochi minuti di gioco ti danno la possibilità di regalare gioie. Per quanto riguarda invece i momenti più difficili o se mi aspettavo maggiore spazio, posso dire che ho sempre preso positivamente le scelte del tecnico. I momenti difficili servono ad andare avanti nella vita e a farti crescere. La vita è una ruota che gira: adesso ho la possibilità di farmi conoscere a Lecce. E' normale che è brutto lavorare tutta la settimana per non essere neanche convocato. Se ci penso bene poteva andarmi peggio perché potevo infortunarmi e stare fuori sei mesi, invece ho avuto la possibilità di allenarmi regolarmente e adesso sono pronto per una nuova avventura. Io mi sento con la coscienza a posto perché mi sono sempre comportato da professionista e la scelta di lasciare Firenze, anche se temporaneamente, non è stata mia".
Si è sentito escluso?
"Ero un giocatore della Fiorentina e come ogni giocatore volevo lottare per una maglia da titolare; sono sempre convinto che prima o poi il lavoro paga e prendo ogni situazione come un'esperienza di vita. Non mi guardo mai indietro: quello che faccio di bello o di brutto cerco di tenerlo come esperienza, come ricordo, ma cerco sempre di guardare avanti, perché la gente tende a dimenticare il passato".
A giugno aveva delle offerte?
"Sì, c'erano, ma io non ho mai chiesto di andare via ed era la società che doveva decidere col Genoa il mio futuro".
Che cosa pensa di fare a fine stagione?
"Vediamo, adesso quello che conta è riuscire a far bene a Lecce".
Alla penultima giornata di campionato Fiorentina e Lecce potrebbero aver bisogno di punti per diversi obiettivi: lei farà sconti a qualcuno?
"Quando un giocatore gioca una maglia addosso deve fare il suo dovere da professionista, ma io, anche se non porto rancore alla Fiorentina, scenderò in campo per fare il meglio per la mia squadra che in quel momento sarà il Lecce".
Un pensiero ai tifosi viola che l'avevano eletto come il loro 'Papa'
"Sicuramente il pubblico fiorentino mi è rimasto e mi rimarrà sempre nel cuore: li saluto temporaneamente con calore e affetto, lo stesso che mi hanno sempre dato loro. Sembravo un giocatore importante per i tifosi della Fiorentina: anche quando non mi vedevano in campo e magari mi incontravano per la strada, mi salutavano e mi facevano una grande festa. Questo per me è stato sintomo di grande gioia e in alcuni momenti anche di grande commozione. La scelta di andare via da Firenze non l'ho fatta io; faccio un grande in bocca al lupo ai tifosi affinché la Fiorentina possa regalare loro tante soddisfazioni".