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Polveriera Napoli. Milan, blinda Ancelotti

Polveriera Napoli. Milan, blinda Ancelotti
lunedì 23 febbraio 2009, 00:002009
di Michele Criscitiello
Nato ad Avellino il 30-09-1983, vive e lavora a Milano presso la redazione di Sportitalia. Inizia a collaborare con Eurosport. Giornalista e conduttore televisivo si occupa di calciomercato per l'emittente di Bruno Bogarelli. Direttore di TMW.

Il giocattolo si è rotto oppure gli sono solo state tolte le pile? Per avere una risposta, probabilmente, dovremo aspettare ancora qualche settimana; sta di fatto che il giocattolo di Aurelio De Laurentiis non diverte più. Un calo era prevedibile, fisiologico, ma è la crisi nera a spaventare i tifosi infuriati e dietro ogni crisi c'è sempre qualche problema più profondo. Uno spogliatoio diviso in due, se non addirittura in tre. La squadra ha "scaricato" Reja perché, se lo ha fatto ufficiosamente la società, i calciatori si sentono autorizzati a comportarsi di conseguenza. Urge un intervento, netto e deciso, del Presidente De Laurentiis, il quale sta iniziando a rendersi conto che l'immagine nel calcio non è tutto e che gestire il rapporto con i calciatori non è come spiegare ad uno dei suoi attori come recitare la parte nel solito film di Natale. Solo Massimo Moratti, negli ultimi 12 mesi, ha speso più del Napoli, che sognava la Champions ed invece rischia di restare completamente fuori dall'Europa: sarebbe un clamoroso fallimento, nell'anno in cui la città ha ritrovato, seppur per poche settimane, la Coppa Uefa. Gli azzurri non divertono, non portano a casa punti, appaiono rassegnati e soprattutto non rispecchiano la città. Un gruppo che non sa lottare e quel che più conta è l'indifferenza di alcuni singoli. La scommessa Denis il Napoli rischia di perderla definitivamente, Datolo non è il calciatore di cui Reja aveva urgentemente bisogno e, se confrontate i numeri di Lavezzi con quelli di qualsiasi altro attaccante, noterete che la media tiri in porta/gol realizzati è piuttosto bassa. Tra gli innumerevoli motivi della crisi c'è anche il fattore fisico. Quando il Napoli ad inizio stagione volava, gli altri camminavano; adesso che gli altri volano, il Napoli si ritrova a camminare su una sola gamba.

MILAN
Milan-Cagliari: partita ancora ferma sullo 0-0, la Curva Sud intona il nome di Carlo Ancelotti. Milan-Cagliari: rossoneri in vantaggio di un gol, esce Inzaghi entra Ambrosini, togliendo di fatto l'unico attaccante in campo. Cinque centravanti fuori per infortunio, il più "anziano" di loro costretto a giocare 90 minuti a Brema e quasi altri 90 con il Cagliari. San Siro fischia Ancelotti per il cambio effettuato ed è sembrato un effetto boomerang dopo una settimana piena di voci ed illazioni sul futuro di colui che ha riempito di trofei la bacheca di via Turati negli anni in cui il club ha investito di meno e male. Quali colpe da attribuire ad Ancelotti? Il non gioco della squadra? La mancata qualificazione in Champions? Se, però, si vuole fare il conto con l'oste è giusto prima sedersi al tavolo. Si è parlato di Leonardo futuro allenatore del Milan. Domanda: ma può un dirigente improvvisarsi allenatore? E se il brasiliano fosse realmente valido come tecnico, perché non accorgersene prima? Il Milan ha bisogno solo di un progetto serio e di investimenti (quasi) sicuri. Da Mourinho ci aspettavamo tutti grandi nozioni e novità tattiche. Il portoghese sta facendo bene, ma non ha portato nulla di nuovo al calcio italiano. I tifosi della Juventus si lamentano di Ranieri, Spalletti a Roma fatica a gestire Totti, Prandelli a Firenze gioca bene ma raccoglie ancora poco. Stai a vedere che questo Ancelotti, corteggiato da Real e Chelsea, non è poi da buttar via. Meglio continuare a percorrere la strada vecchia, quella nuova non sai mai dove ti porta. Il discorso sarebbe differente se Carletto, presentandosi a Milanello un giorno, non sentisse più il fuoco (rossonero) dentro. Allora sì che sarebbe giusto chiudere la storia, lasciarsi e cambiare aria. In questo momento, la dirigenza del Milan non è però nelle condizioni di poter fare il primo passo.