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Presidente, serve chiarezza con Marino

Presidente, serve chiarezza con Marino TUTTO mercato WEB
venerdì 17 aprile 2009, 00:002009
di Ciro Venerato
Giornalista napoletano per molti anni ha seguito, da inviato, la Juventus per la Redazione di Rai Sport. Attualmente opinionista di Kiss Kiss Italia, collabora con Canale 34, Conto Tv e con il quotidiano "Il Roma".

Quella di sabato è stata una giornata importantissima in chiave Napoli, ma più che soffermarmi sulla scialba prestazione contro l'Atalanta (classica da fine stagione), analizzerei quanto successo clamorosamente nel dopo partita. Ero presente nella sala stampa e l'intemerata del presidente De Laurentiis aveva un solo obiettivo ed era evidentemente Pierpaolo Marino: rifuggo dal commentare l'inutile e tardivo comunicato stampa, che non ha fatto altro che confermare la confusione che regna sovrana in casa azzurra. Quando un Presidente, infatti, afferma che 2 anni fa avrebbe voluto cambiare tutto e che solo in ossequio al gioco di squadra ha deciso di non farlo, il riferimento è tutto per il direttore sportivo: tant'è che il numero 1 del Napoli non ha fatto mai mistero dei dubbi nutriti sul conto di Reja, mentre Marino ha sempre confermato la sua incondizionata stima per Edy. La "pizzicata" sui 5 anni senza un grande regista mai arrivato è la più evidente: pensiamo ad esempio a Cigarini, lasciato all'Atalanta per non bruciare Gargano, che francamente però mi sembra di tutt'altro ruolo e funzione.
Questo non è certo il modo migliore per avviare la restaurazione: al di là dei comunicati, De Laurentiis dovrebbe spiegare in maniera chiara se è convinto o meno della bontà operativa del suo dg, e se davvero lo fosse, avrebbe fatto bene a risparmiarsi dichiarazioni che indeboliscono su tutti i livelli il povero Marino. In molti, anche da queste pagine, si sono chiesti se Marino contasse davvero ancora nelle strategie del Napoli: un dirigente che deve imbastire trattative fondamentali per il futuro della squadra deve essere credibile agli occhi del suo interlocutore. Le parole di sabato, tra l'altro, vanno ad aggiungersi all'arrivo di Donadoni, di cui il Presidente si è arrogato il merito esclusivo urbi et orbi, durante la conferenza di presentazione del tecnico bergamasco: se tra i due si è inceppato qualcosa, il giusto rimedio è solo quello di cambiare. Se così non fosse, De Laurentiis smetta di delegittimare il proprio braccio destro. Mi sembra chiaro che rispetto agli altri anni le scelte di mercato saranno fatte da Donadoni e accettate dal Presidente, mentre le idee di Marino dovranno passare per il vaglio dei suddetti.

Francamente non appartengo al carro dei giustizialisti che giudica fallimentare il lavoro di Pierpaolo, ma per onestà non posso neppure definirlo perfetto: Lavezzi, Hamsik, Santacroce, Mannini, Gargano e Maggio (che tornerà a far bene) sono stati colpi azzeccati, come il rilancio di Blasi e Zalayeta. Marino, tuttavia, dev'essere criticato per aver puntato su altri giocatori valutati ben più del valore mostrato: in particolare mi riferisco agli argentini Denis, Datolo e Navarro, così come Rinaudo; in quattro sono costati in totale 24,5 milioni che potevano essere sicuramente investiti meglio.
Allo stesso modo non ho mai condiviso la riconferma di Reja una volta agguantata la serie A, appunto che ho già avuto maniera di muovere di persona al dg azzurro: già da allora bisognava puntare su un tecnico più capace tatticamente, e probabilmente con un allenatore meno remissivo del buon Edy, certi errori strategici (leggi Datolo) non sarebbero stati commessi. L'ex Boca è una mezzala sinistra, non un esterno, e nella rosa di inizio stagione il Napoli aveva ben 3 elementi (Hamsik, Bogliacino e Dalla Bona prima che dell'addio) simili, a conferma che spesso Marino ha voluto fare di testa sua. Reja non ha avuto la forza di imporsi e questo è stato, a mio parere il più grande errore dell'ex tecnico azzurro.
Ma questo è passato, ed ai lettori e tifosi interessa il futuro. Mancano 2 mesi al tanto atteso finale di stagione e giustamente è tempo di pensare al prossimo anno: bisognerà potenziare la società, ridistribuire i ruoli e rimettere Marino nelle condizioni di operare nel modo migliore. Se invece, come suppongo, il produttore vuole cambiare direttore generale lo dica e risolva il legame contrattuale con l'irpino, forse il principale scoglio tra i due: viceversa mi attendo che coi fatti si torni a credere in Marino, integrandolo alla perfezione con Donadoni in sede di mercato. Se questa operazione funzionerà, allora sì che il futuro del Napoli potrà tornare ad essere davvero roseo.