Roma, De Rossi: "Mio suocero non si tocca"
Alla vigilia della gara con il Basilea, ecco le parole del centrocampista della Roma, Daniele De Rossi, il quale è tornato a parlare dei cori ostili ricevuti domenica scorsa a Siena.
Partita importante per te. Hai smaltito la rabbia di Siena-Roma?
"Nonostante il risalto che è stato dato a quel fatto, dopo la gara sul pullman ridevo e scherzavo. Non è una tragedia. Quello che mi ha fatto male è successo un anno fa (l'omicidio del suocero ndr). A volte gli insulti fanno anche piacere, ma a Siena è stata una cosa particolare legata a un discorso bruttissimo che non andava toccato. Comunque ripeto, non è un dramma. Andiamo avanti e lavoriamo".
Dopo anni di Champions è difficile trovare motivazioni?
"Ci impegneremo tanto e onoreremo questa coppa. Poi sul campo ci sarà la dimostrazione. Abbiamo avuto un boom di tre anni in cui abbiamo fatto grandi cose, ma non abbiamo mai vinto la Champions. Siamo tornati nel posto dove è sempre stata la Roma. Non è una novità per noi. Poi quando si gioca in Europa è sempre bello. E' normale poi che giocare partite come quella che si gioca stasera a Milano piacerebbe a tutti. Ma noi puntiamo a tornarci".
Dopo Siena-Roma siete rimasti con i piedi per terra o è stata voltata pagina?
"E' stata una grande liberazione. Perdere due gare ci può stare, ma tre di seguito sarebbe stato pesante. Abbiamo vinto una gara, adesso però c'è tanta strada da fare e c'è tanto da capire del nuovo corso. Ci sarà da lavorare perché a Siena non abbiamo fatto cose eccezionali, anche se c'è stata una grande reazione".
Questo passaggio da Spalletti a Ranieri lo avete messo da parte. E' stato un trauma?
"Trauma a livello sportivo. E' normale dopo che lavori con le persone per tanto tempo. Gente che ti rimane nel cuore. Come Domenichini che è uno dei migliori tecnici che ho avuto da quando gioco. Parlare troppo di spalletti sarebbe irrispettoso verso il nuovo allenatore, ma Luciano è rimasto nei nostri cuori. Non è morto nessuno, sia chiaro. Le cose vanno avanti per noi e per lui. Siamo dipiaciuti ma andiamo avanti con il nostro lavoro. Non facciamo tragedie".
Prima hai detto che gli insulti ti danno una carica in più.
"Forse mi sono espresso male. Entrare nei grandi stadi, dove ci sono 70mila persone che ti insultano perché sei romano per 90 minuti può darti la carica. E' già successo a Napoli per esempio e io non ho reagito. Questa è un po' la passione che c'è in Italia e io la accetto. Però non bisogna andare troppo sul personale. Questo volevo dire prima".
Giampaolo ha detto che andresti squalificato per gli insulti che hai rivolto tu al pubblico senese.
"Non so quello che ha detto. Dovrei sentirlo tutto ma nemmeno mi interessa molto. Quello che ho urlato io l'hanno visto tutti. La cosa che mi ha dato fastidio è sentire quel coro lì, io che reagisco e i giocatori del Siena che vanno a chiedere all'arbitro di cacciarmi dal campo. Io non lo avrei mai fatto. Io avrei zittito i miei tifosi".