Roma: io, speriamo che me la Chievo
Una Roma distratta, dalle tante chiacchiere giornaliere, è quella che si appresta ad affrontare il Chievo. L'Olimpico però stavolta non sarà terreno amico. Nella settimana infatti la squadra messa in discussione dagli stessi supporter, non avrà dalla sua, l'entusiasmo del suo pubblico. La contestazione nella Capitale, non accenna a placarsi e le continue voci di cambio societario, non fanno che alimentare sterili illusioni di grandezza. I Sensi a più riprese con il classico comunicato stampa, targato Italpetroli, hanno negato qualsiasi contatto con Tedeschi o Arabi di turno. La piazza delusa dall'ultima stagione, però spera che i giornali nel paventare, la possibile transazione a borsa ferma, abbiano ragione e si passi la mano per il magnate di turno. Nelle sventagliate ipotesi tutte smentite, quella più accreditata sembra sia quella portata avanti da Fioranelli con cordata Italo-Svizzera con mediazione di Sergio Cagnotti. Si non è un'omonimia è proprio l'ex Presidente Laziale che ha mediato all'inizio dell'interessamento della cordata stessa. Nel dubbio del nome di turno, sarebbe utile fare la conta, come da piccoli se esce Flick o Flock. Oppure bisogna, solo attendere, se le notizie di Fabio Alessio, che per primo aveva anticipato la trattativa, si concluderanno o chiuderanno, come lo stesso ha previsto il 2 Maggio, con titolo chiuso. Al momento tanta confusione e titoli sparati ad arte, dai quotidiani che si rincorrono con le più suggestive ipotesi, o fanta ipotesi. Si passa da faccendieri a onlus per concludere, scomodando anche il Diavolo, con la coda lunga quanto la nostra amata penisola.
Tante le sirene e troppi gli squali di turno, compreso chi si fa fautore di verità nascoste. La società nel frattempo, chiude in maniera anomala il tanto proclamato ritiro imposto e solo perché hanno tutti giurato fedeltà alla maglia. Il ritiro di Trigoria, finisce prima di cominciare e forse quell'aspra polemica con squadra e staff, compreso Spalletti, andava evitata, o fatta in casa, se doveva finire in burla. Nella società dei magnaccioni, come recitano gli stornelli romani, ma non Romanisti, va bene tutto e il contrario di tutto. Il campo è ancora lontano e la pochezza di certezze, fa si che si parta già di toto allenatore e non solo. Tra le tante ipotesi, si passa da Ballardini, per finire ad Allegri, essendo certi che per combattere il Demonio, gente allegri, Dio l'aiuta. Nel pieno di una visione mistica, nel delirio più completo, ecco che il calcio giocato, rimane l'unica ancora di salvezza. La Roma almeno per quel che riguarda il campo ha come uniche certezze, il fatto che Doni curato non bene, sarà fermo per tre mesi e che Aquilani deve ancora capire come finirà, se mai avesse iniziato la stagione. Spalletti, deve guardare nella sfera di cristallo, per capire a chi potrà affidarsi e fidarsi. La stampa Romana e Nazionale, mette troppe pressioni si è detto, ed è pronta a dare il resto. Tutti sul banco degli imputati, non si accettano prigionieri, perché lo sport non può accettare costi quel che costi, un'annata da zeru tituli.