Sfida nella sfida: Ranieri-Mourinho, eterni nemici

Sette giornate alla fine del campionato. Inter a piu' 10, Juventus quasi rassegnata. Ranieri tende la mano a Mourinho, il portoghese non serba rancore per l'ultima polemica tra i due. Perchè Ranieri e Mourinho non si sono mai amati. Dai tempi del Chelsea. Perchè Abramovic puntò forte sullo Special One, rinunciando all'aplomb britannico di Mr Thinkerman. Il magnate russo allesti' una squadra stellare, ma la base fu costruita dal tecnico romano che in cuor suo non mai dimenticato quell'esonero che ancora brucia. Due allenatori diversi tra loro: il portoghese di gavetta ne ha fatta poca, per bravura e per fortuna , e a 40 anni ha avuto subito in mano una fuoriserie. L'altro è partito dalla Vigor Lamezia ed è arrivato al Chelsea e alla Juventus, rimettendosi in gioco al Parma dopo una parentesi sfortunata a Valencia, dove fece benissimo sette anni prima.
Spavaldo Mourinho a parole, Ranieri lo sta diventando, pur preferendo il basso profilo. Il portoghese ha dimostrato di imporsi vincendo una Champions con il Porto e qualche campionato in Inghilterra, Ranieri appare più aziendalista e probabilmente più malleabile.
In questo somiglia molto a Carlo Ancelotti. Mourinho ha in cuor suo quella baldanza tipica di chi sa di essere bravo e non rinuncia al sarcasmo e alla battuta feroce. Ranieri sa essere più misurato, ma sopporta poco le critiche. In questo senso il portoghese riesce ad incastrare meglio gli interlocutori, il tecnico bianconera perde la pazienza più facilmente , soprattutto quando viene messa in discussione la sua leadership. Per alcuni può essere un limite, per altri è sinonimo di autorrevolezza. ranieri ha trovato una Juve spappolata da Calciopoli, per usare un termine caro a Buffon, e sta cercando di riportare la Juve ai massimi livelli. Mourinho comincia dal campionato un lavoro che dovrà proseguire con la Champions. I due, malgrado tutte le polemiche si stringeranno la mano e probabilmente il più felice sarà Mourinho, a piu' dieci sul collega. Però Ranieri vuol vendere cara la pelle, già messa a repentaglio dal fuoco amico e non vuol passare per l'allenatore di secondo piano che deve lottare contro una superpotenza. Sconfitto magari sì, umiliato mai