Treviso in C1: un anno di fallimenti

Non è stato certo il Vicenza a firmare la condanna del Treviso alla Prima Divisione. La società biancoceleste paga un anno, per di più quello del Centenario, di scelleratezze amministrative, terremoti tecnici, sfortune sportive alle quali si sono aggiunte tragedie umane, come quella del 14 luglio dello scorso anno quando il Treviso pianse la scomparsa, in un incidente stradale, del centrocampista Gionata Mingozzi. Ma è la permanente incertezza sul fronte tecnico-societario a avvolgere questa compagine in una spirale soffocante. A metà luglio 2008, mentre ha già un piede sul pullman che deve portare la squadra in Austria, e un contratto triennale in tasca, viene esonerato il tecnico Beppe Pillon, che firmò la promozione della squadra in A nel 2005 e successivamente la salvezza tra i cadetti. Al suo posto il presidente Ettore Setten ingaggia Ivan Gotti, oggi nel mirino dello stesso Vicenza, già tecnico della Nazionale azzurra Under 17, con un passato di allenatore delle giovanili del Milan. Gotti riceve pochi giorni dopo la certezza di allenare in B quando la Cosivoc riammette la squadra al torneo sia pure con tre punti di penalizzazione, che verranno cancellati solo a febbraio di quest'anno. Un altro punto di penalità sarà però inflitto successivamente per problemi legati al pagamento degli stipendi. Un lavoro insidioso quello di Gotti: mentre una fetta di società viene ceduta a un gruppo argentino, la squadra non riesce a incamerare punti: il 29 gennaio il tecnico viene esonerato ma la sua panchina è salvata dalla reazione della squadra.
Solidarietà inutile, perché Setten poco dopo metà febbraio chiama Abel Balbo. Ma anche l'ex attaccante di Roma e Udinese non ha fortuna. Il tempo di guardarsi attorno e dopo dieci minuti del primo allenamento rassegna le dimissioni. Un colloquio con il presidente lo fa tornare sui propri passi per poche settimane, ma nemmeno un mese dopo l'argentino se ne va sbattendo la porta e proclamando di "non voler lavorare con una società di dilettanti". Il posto è di nuovo di Gotti, mentre cresce la rabbia dei tifosi. A marzo un'irruzione degli ultrà in sede provoca il ferimento di alcuni dirigenti. Ma le suppellettili devastate non sono nulla nei confronti del grande lavoro di ricostruzione che ora aspetta la società della Marca.