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Alemanno: "De Canio DS? No, solo un moderno Maestro all'antica "

Alemanno: "De Canio DS? No, solo un moderno Maestro all'antica "TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
mercoledì 6 ottobre 2010, 17:252010
di Redazione TMW.
fonte di Massimo Alemanno per pianetalecce.it
Massimo Alemanno, 48 anni, dottore commercialista, manager in diverse aziende private: Banca Popolare Pugliese, Interim 25, E-Consulting. Da anni Direttore Generale in società di calcio dilettantistico come Nardò Calcio, ASD Copertino, Liberty, Mol

Uno degli argomenti più dibattuti nei salotti dei talk show televisivi locali, e non, ma anche nei bar e nelle piazze della provincia è stato quello relativo al "nuovo" ruolo di Mister De Canio.

Nuovo perché nella calda estate 2009, all'indomani della settima dolorosa retrocessione in Serie B, si apre una nuova pagina nella storia dell'US Lecce. Una scelta per molti versi obbligata, per altri lungimirante e vincente.

La nuova strategia societaria prevede una rivisitazione dell'assetto organizzativo del management aziendale. Un assetto più snello, con un processo di delega semplificato, rispetto al passato. Si decide di rinunciare alla figura del Direttore Sportivo, l'allenatore materano diviene di fatto la figura centrale sulla quale si impernia il nuovo progetto.

Da quel momento sono stati numerosissimi gli epiteti affibbiati a Gigi De Canio per cercare di ritagliargli addosso il nuovo ruolo: allenatore-manager, allenatore-DS, manager all'inglese, o addirittura De Cagnuson (con chiaro riferimento a Sir Alex Ferguson, manager dello United). Niente di tutto questo. Gigi De Canio è semplicemente un allenatore serio ed affidabile, che ha fatto dell'umiltà, della cultura del lavoro e della determinazione le direttrici sulle quali si è forgiata la sua professionalità. In poche parole un moderno "vecchio" Maestro di calcio.

Si perché una volta il calcio si basava quasi esclusivamente su questa figura. L'allenatore che fianco a fianco con il Presidente appassionato e passionale, costruiva una squadra, individuando i calciatori esperti, pilastri essenziali della struttura, e quelli giovani sui quali investire e da trasformare, con il lavoro sul campo, in "giocatori fatti", per garantire continuità alla società.

Poi negli anni seguenti, l'evoluzione del calcio, sempre più manageriale e competitivo, sempre più orientato al business, ha indotto il sistema ad adeguarsi alle nuove esigenze. Da qui la specializzazione dei ruoli e l'individuazione di nuove figure professionali: procuratori, direttori sportivi, consulenti di mercato, direttori tecnici, team manager.

Figure oggi indispensabili nel panorama calcistico, ma che di fatto hanno ristretto il campo d'azione degli allenatori, limitandolo sempre più alla gestione del rettangolo verde, che è poi il ruolo dell'allenatore moderno. Ruolo che lo stesso Gigi De Canio ha dimostrato di saper interpretare al meglio nella sua lunga carriera.

Allora dov'è la novità? La novità sta semplicemente nel fatto che, nel caso del Lecce, si è ritornati al passato. L'allenatore, di concerto con la Società, e sulla scorta del budget a disposizione, individua i calciatori più adatti al suo progetto tattico. Una situazione anche questa che dovrebbe rappresentare la norma in ogni società di calcio, se non ci fossero alcune variabili indipendenti come ad esempio le dinamiche di mercato, generate nella maggior parte dei casi dagli stessi operatori di mercato. Si tratta, in pratica, di una serie di condizionamenti che finiscono per determinare l'andamento complessivo del mercato calciatori, e che influiscono in maniera decisiva sulle scelte di ogni singola società, comprimendone il potere decisionale.

Tutto ciò ovviamente si riverbera sull'operato dell'allenatore, che alla fine si trova a dover lavorare con un parco giocatori ben diverso da quello che avrebbe desiderato. E questo è poco corretto da un punto di vista deontologico se si considera che l'allenatore è sempre il primo a rispondere del proprio operato.

In quest'ottica va valutato il cambio di rotta adottato dall'US Lecce. Un ritorno al passato in chiave moderna, con l'allenatore che diventa figura centrale nella programmazione e nella costruzione della squadra e poi nella gestione tecnica della stessa, diventando padre della stessa creatura che ha generato.

Ma guai a chiamare Mister De Canio, DS o manager all'inglese, ne sarebbe molto risentito. Gigi è solo un vecchio Maestro di calcio!