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Alfredo Pedullà: Lippi-Italia, la verità entro marzo

Alfredo Pedullà: Lippi-Italia, la verità entro marzoTUTTO mercato WEB
giovedì 11 febbraio 2010, 13:022010
di Alfredo Pedulla'
fonte Virgilio.it

E' una storia che ci accompagnerà per le prossime settimane, speriamo non si arrivi a fine marzo in piena incertezza. Bisogna evitare, soprattutto, che ci accompagni fino a giugno, sarebbe grave. La vicenda è fin troppo nota: Marcello Lippi e la Nazionale, Basterebbe una sola parola: chiarezza. E' importante che si verifichi una condizione: quando l'Italia andrà in campo per difendere il titolo conquistato nel 2006, non ci dovranno essere nubi. E neanche mezzo temporale all'orizzonte.

Il riepilogo è semplice: Lippi ha intuito che - comunque vada il prossimo giro di carte in Sudafrica- il suo rapporto azzurro si interromperà. Non l'ha detto, non l'ha fatto capire, ma ha realizzato questo tipo di convincimento. Ha smentito il fatto che avrà un ruolo nella nuova Juventus, ma ha soltanto dichiarato che non sarà allenatore o dirigente. Se diventasse, esempio, vice-presidente potrebbe sempre cavarsela specificando che "io avevo detto no allenatore e no dirigente. Ma non avevo negato la possibilità di una carica da vice-presidente...".

Ecco, bisogna proprio uscire da quest'equivoco. Possibilmente entro marzo, non oltre. Perché poi il gioco si farà duro, si penserà alla migliore concentrazione e i diretti interessati (quelli che si metteranno la mano sul cuore durante l'inno di Mameli) non possono avere dubbi sul futuro commissario tecnico. Né sarebbe bello se lo sapessero tra di loro, senza un intervento chiarificatore da parte del presidente federale, oppure dello stesso Lippi.

Il bivio è proprio questo. Se, esempio, Lippi decidesse di rinviare a giugno la soluzione del quiz, dovrebbe essere Abete (il numero uno nella stanza dei bottoni) a chiarire qualsiasi tipo di dubbio. In fondo, senza confondere politica e sport, è il Capo dello Stato che scende in campo per una decisione di fondamentale importanza, non certo il ministro di riferimento. Abete ha fatto capire che la situazione deve essere chiara entro maggio, se fosse marzo o aprile sarebbe meglio. Proprio perché, in attesa del Grande Evento, sarebbe il caso di avere una discesa dolce, con tornanti morbidi, piuttosto che un falsopiano con qualche pendenza traditrice. Fuori metafora: diciamo chiaramente come stanno le cose. Succede spesso: molti indiscutibili assi alla vigilia di un appuntamento prestigioso sussurrano "dopo quella manifestazione toglierò il disturbo e ringrazierò tutti".

Chiarezza, appunto. Perché non dovrebbe essere chiaro Lippi? E perché non dovrebbe esserlo Abete se non ci riuscisse Lippi?
C'è un altro aspetto da tenere in grossa considerazione. E' vero che quando chiama casa Italia qualsiasi allenatore, anche quello legato da un decennale con la società tal dei tali, dovrebbe liberarsi senza un minuto di riflessione. E la società interessata, ovviamente, non può permettersi di porre la minima resistenza: sarebbe assurdo. Ma è anche sacrosanto affermare che la vita dei club va rispettata.

Esempio: se Abete pensa timidamente a Cesare Prandelli mentre lo specialista di Orzinuovi sta trattando il rinnovo del contratto con la Fiorentina, non sarebbe male comunicare - sia pure in segreto - la decisione presa per evitare momenti imbarazzanti. E per consentire anche alla società di riferimento di muoversi per tempo e di trovare la soluzione necessaria senza ansie o timori, in modo da mettere in modo - per tempo - la macchina organizzativa. La Nazionale è sempre la Nazionale, ma un minimo di rispetto verso i club si impone. Sembra tutto così semplice e automatico, invece la speranza è che passare dalla teoria alla pratica non sia un grosso problema. E se a risolvere il quiz fosse Lippi, sarebbe il massimo della trasparenza.