Atalanta, Basha: "Coprire e ripartire? E' il mio pane"
Finalmente una fonte di gioco, dopo un anno - quello dell'infausta retrocessione - trascorso tra il rimpianto per la perdita di "Mister Verticalizzazione" Cigarini e la delusione per un Barreto utilizzabile a spizzichi e bocconi causa infortunio. Alla voce "regista", con Migjen Basha l'Atalanta ha pescato dal mazzo il jolly vincente. Il ventitreenne svizzero di origini kossovare, non a caso, alla prima di campionato di serie B contro il Vicenza è stato fra i più convincenti. Anche se lui, quadriennale in tasca e tanta voglia di accompagnare per mano la Dea lungo i quarantadue scalini per riprendersi l'Olimpo del calcio italiano, quasi si schermisce.
Allora, Migjen: piano piano, gli scettici anche per quanto ti riguarda devono cedere il posto a una schiera di ammiratori sempre più ampia.
"Aspiro a essere un centrocampista totale, specializzato in compiti di chiusura come di cucitura e proposizione in avanti - confida a TuttoAtalanta.com - Ma sono un essere umano, non chiedetemi sempre il massimo in entrambe le fasi (ride, ndr). Di sicuro inserendomi in questo gruppo ho la possibilità di diventare ancora più utile lavorando sul campo".
Nonostante il boom di un Consigli paratutto e il solito Pettinari-show, c'è chi ti indica come Mvp del venerdì sera.
"Io il migliore? Non penso proprio, forse è un titolo che spetta ad altri. Secondo me, al di là delle pagelle dei singoli, contano di più due fatti: abbiamo preso i tre punti che ci eravamo prefissati e siamo riusciti a non calare d'intensità dopo un primo tempo condotto a buoni ritmi".
Queste maledette palle inattive sono un cruccio di vecchia data. Il Vicenza, che pure non dispone di chissà quali bocche da fuoco o di saltatori puri, vi ha messo alle corde in almeno mezza dozzina di occasioni.
"Sono stati bravi anche i giocatori avversari, più pungenti e fisici di quanto non sembri. La nostra è sicuramente una lacuna da colmare, ma loro su punizioni e calci d'angolo facevano i blocchi sui nostri difensori come in una partita di basket. Di squadre sprovvedute ne incontreremo ben poche e il Vicenza ne è una dimostrazione".
Con te l'Atalanta ha ritrovato qualcosa di simile a un regista? La palla che hai scodellato a Tiribocchi nel primo tempo (demi-volée parata da Frison, ndr) era da spellarsi le mani.
"Verticalizzare è il mio pane, anche se di me preferisco si dica che so occuparmi di tutto ciò che serve ad equilibrare la manovra lì in mezzo".
Che voto ti daresti?
"Un sette va benissimo, a patto che lo possa condividere con tutta la squadra... Il calcio si gioca in undici, il resto non conta".
Che ne pensi, infine, della splendida cornice di pubblico? Una partita di B con una platea da A...
"Siamo professionisti e non avremmo bisogno di motivazioni, ma certamente vedere e sentire vicino una simile muraglia umana fa bene al cuore e anche alle gambe. A tifosi così, uno si sente in dovere di dare tutto".