Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroMondiale per ClubCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali mondiale per clubserie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche

Avv. Pedersoli: "Maradona-Fisco? Ecco perchè Diego non ha colpe..."

Avv. Pedersoli: "Maradona-Fisco? Ecco perchè Diego non ha colpe..."TUTTO mercato WEB
© foto di Stewart Kendall/Sportsphoto
venerdì 10 settembre 2010, 22:032010
di Antonio Gaito

Giuseppe Pedersoli, ex difensore Civico del Comune di Napoli, autore del libro L'Oro del Pibe e protagonista della difesa di Maradona contro il fisco italiano insieme all'Avv. Siniscalchi, ha rilasciato alcune dichiarazioni ad AreaNapoli.it: "La paradossale vicenda Diego-Fisco ha inizio nel 1991, quando da un controllo della Finanza sui conti della SSC Napoli, emerge che i giocatori Maradona, Alemao e Careca ricevono parte del proprio stipendio di lavoratori dipendenti della SSC Napoli da alcune società estere che detengono i loro diritti d'immagine. Sta di fatto che per la legge italiana sia la società azzurra che i giocatori hanno evaso il fisco per non aver pagato le tasse sui loro compensi".

"Il Calcio Napoli di Ferlaino, Alemao e Careca dopo aver correttamente ricevuto a casa la notifica, proposero regolare ricorso e, dopo diverso tempo, furono assolti in secondo grado di giudizio dalla Commissione tributaria di secondo grado. Maradona, invece - ha rivelato l'avvocato Pedersoli - nel 1991 non ricevette materialmente l'avviso di accertamento perché era andato in Argentina per lo scandalo del doping. Diego, quindi non riuscì a proporre ricorso. Le notifiche degli atti sucessivi continuarono ad arrivare nel corso degli anni alla sua residenza di Via Scipione Capece, senza che Diego potesse mai naturalmente riceverle e quindi di conseguenza difendersi. Tutto il contenzioso è incentrato proprio intorno alle notifiche degli atti. La cassazione considerando valide le notifiche anche se effettuate ad un Maradona "irreperibile" condannò Diego nel 2005 al pagamento di un importo che ad oggi, per gli interessi maturati, è arrivato a circa 37 milioni e 250mila euro di tasse e oneri aggiuntivi, dovuti all'agenzia delle entrate per il tramite di Equitalia. Sottolineo che lo stesso Maradona fu prosciolto dall'accusa penale di evasione fiscale. Ma questo, per il fisco, non ha alcuna rilevanza. Diego che effettivamente nel 1991, doveva pagare circa 12 miliardi di lire in tasse all'erario italiano, avrebbe dovuto protestare proprio contro il primo avviso del 1991, e non contro la cartella esattoriale di Equitalia del gennaio 2001. Ma come faceva Diego a protestare se materialmente non ricevette mai quell'atto? E' una vicenda paradossale. Per questo noi agli inizi del 2001 con un esercito di professionisti napoletani coordinati dall'Avv. Siniscalchi creammo un maxi-collegio per difendere i diritti di Diego, ma la nostra iniziativa dovette arrendersi alla decisione della Cassazione. In tutto ciò la vecchia SSC Napoli, Careca e Alemao furono poi assolti. Per Diego invece si è ben lontani dal giungere ad una sentenza definitiva, visto che c'è da aspettare prima la decisione della commissione tributaria centrale e poi sicuramente si arriverà in Corte di Cassazione. Insomma una storia che purtroppo andrà avanti per diversi anni..."

Una vicenda paradossale da parte del fisco italiano? "Esatto, dal vip all'anonimo contribuente chiunque può trovarsi di fronte alle incongruenze normative del sistema di riscossione delle tasse del fisco italiano che spesso non si sforza di abbinare al rigore della norma uno sforzo di valutazione dei casi specifici, alla luce del buon senso comune".

Cosa rischia Maradona in Italia? "Non c'è alcun pericolo di arresto, visto che è stato prosciolto dal processo penale. Il rischio è che Equitalia tenti di pignoragli soldi, gioielli ed orecchini. Cosa che è assurdamente già avvenuta, e che non ho mai visto fare a nessun altro contribuente".