Bagnoli: "Questa Lazio meglio del mio Verona"
Osvaldo Bagnoli, grande uomo e professionista, è stato lo storico allenatore del "Verona dei miracoli". Con lui la squadra scaligera, vinse il suo primo ed unico scudetto della storia del club durante la stagione 1984/85. Nessuno avrebbe mai pensato che, una squadra costruita per ben altri obiettivi, (si puntava sempre alla salvezza, ndr), potesse raggiungere un tale traguardo imponendosi contro squadre come il Napoli di Maradona e la Juventus di Platinì. L'evento è stato così clamoroso da far si che, ancora oggi, nonostante siano passati quasi trent'anni, i tifosi di tutt'Italia ne parlino. Recentemente anche il c.t. dell'Inghilterra, Fabio Capello, elogiando i risultati della Lazio, ha paragonato la squadra di Reja a quella di Bagnoli. Radio Sei ha contattato in esclusiva proprio il mister di quel glorioso Verona. Una bella cavalcata nei tempi per ripercorrere insieme le tappe di quella straordinaria avventura, misurandone e raffrontandone gli inizi, con il sogno attuale della nostra Lazio....
Cosa ci è voluto per vincere uno scudetto in un anno cosi difficile contro squadre fortissime come Napoli, Udinese e Juventus? "Io penso che sia stato merito del gruppo che era affiatato. Avevamo cambiato pochissimo nella formazione, c'erano giocatori che giocavano insieme da tre o quattro anni. Molti venivano da grandi squadre tipo Fiorentina, Juventus e Inter. Giovani che nelle loro squadre avevano poco spazio e una volta arrivati a Verona sono esplosi. "
Secondo Reja il suo Verona era una squadra più massiccia rispetto alla Lazio, è d'accordo? "Sicuramente grande merito di quell'impresa fu dei due stranieri che prendemmo, portarono grande peso e esperienza ad un gruppo di giocatori un po' inesperti (Elkjær e Briegel)".
Oggi il calcio è cambiato, è possibile che si possa ripetere un Verona-bis con la Lazio? "Io sostengo sempre che nella vita non si può mai sapere".
La Lazio è prima in classifica, che squadra le sembra? "La situazione tra Verona e Lazio è diversa. Il Verona era una squadra e una cittadina di provincia, invece la Lazio ha già delle grosse esperienze, ha già vinto. E' la squadra di Roma, mica una di provincia. Credo che da questo la squadra di Reja possa trarne vantaggio"
Secondo quanto veniva detto il Verona cominciò a credere alla possibile vittoria dello scudetto nella parte finale del campionato.. "No, non è così. Il giorno di capodanno i miei giocatori andarono tutti insieme con le mogli a festeggiare a Cavalese, dove svolgevamo il nostro ritiro. Al brindisi di mezzanotte, Fanna, fece l'augurio che quell'anno tutti avrebbero parlato di loro. Io dal canto mio in pubblico non ho mai parlato di scudetto, ma solo di salvezza. Ovvio che negli spogliatoi invece dicevo ai miei ragazzi che avevo l'impressione che quell'anno si potesse raggiungere certi traguardi importanti, ma questi pensieri dovevano rimanere nello spogliatoio".
Un po' come fa oggi Reja? "Si proprio cosi..."
C'è un momento del campionato dove si possono già tirare delle somme sugli obiettivi stagionali? "Sono passate solo otto giornate, forse è un po' presto. Bisogna resistere un'annata, il gruppo si deve unire ancora di più che in altre circostanze per tagliare il tragurdo".
C'è un consiglio che si sente di dare a Reja per continuare così? "Basta che Reja si comporti come ha sempre fatto, i risultati li ha sempre ottenuti, non ha bisogno di avere consigli da nessuno".