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De Canio su razzismo e doping nel calcio

De Canio su razzismo e doping nel calcio
sabato 4 dicembre 2010, 11:252010
di Francesco Romano
fonte Vittorio Murra per Pianetalecce.it

In una manifestazione svoltasi a Corsano, organizzata da Pianetalecce insieme all'assessorato alle politiche giovanili dello stesso comune e con il patrocinio della Provincia di Lecce, Gigi De Canio, ospite d'onore, ha discusso su temi molto delicati nel mondo del calcio, il razzismo ed il doping.
Alla domanda se lui avesse notato delle differenze, sul tema razzismo, tra Italia ed Inghilterra, risponde così: "Avevo in squadra un calciatore di colore che era già con me in un'altra società. Un giorno leggo sui giornali una sua intervista, nella quale diceva che non lo facevo giocare perché ero razzista. Io rimasi allibito. Ho sempre pensato che non fosse un ragazzo molto intelligente, ma questo lo pensavo già da prima. Ma io per quell'affermazione ebbi un po' di paura, perchè in Inghilterra, per frasi del genere vieni anche cacciato dal tuo club di appartenza, e vieni deferito. Quello che lui non capiva è che non lo facevo giocare perché non sapeva giocare, non per il colore della pelle. Mi capita di scherzare anche su questi temi, perché per cementare il gruppo solitamente scherzo coi miei calciatori, giocando anche sul colore della pelle".

Alla fine si è lasciato andare ad un anneddoto, a chi gli ha chiesto se mai nella vita avesse avuto a che fare con un caso di doping: "Si, c'è stato. Una volta il mio presidente prese un calciatore che in passato ha avuto a che fare col doping. Allora io quando arrivò lo portai con me in una stanza, eravamo soli, e gli dissi che per me il suo passato non contava più; che d'ora in poi la sua carriera cominciava da zero. Allora lui si mise a lavorare ed io qualche volta lo misi in campo. Un giorno, arrivarono i controlli a sorpresa durante gli allenamenti. Lui, che aveva già vissuto queste esperienze, si accorse che gli uomini che arrivarono ai bordi del campo di allenamento avrebbero fatto i controlli e probabilmente avrebbero controllato lui. Così, ad un certo punto, simulò un contrasto con un compagno di gara e cadde a terra urlando. Io fui l'unico fessacchiotto a non capire cosa stava accadendo. Chiamammo l'ambulanza e lo portarono in ospedale per i controlli. Sfuggì all'antidoping!".