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esclusiva

Possanzini: "A Brescia vado in A e rimango a vita"

ESCLUSIVA TMW - Possanzini: "A Brescia vado in A e rimango a vita"TUTTO mercato WEB
mercoledì 5 maggio 2010, 06:002010
di Claudio Sottile
fonte Intervista di Claudio Sottile
Davide Possanzini, centravanti marchigiano classe '76, è il capitano del Brescia. Nel suo curriculum ricordiamo le esperienze di Reggio Calabria, Genova sponda Samp, Catania, Bergamo maglia Albinoleffe, oltre ad una sfortunata parentesi a Palermo.

Davide Possanzini (34), in ESCLUSIVA per TMW, giura amore eterno alle Rondinelle.

Con le quali spera di volare verso la Serie A, e di "nidificare" una volta che i suoi scarpini andranno ad occupare il chiodo. Con il "buon senso" ad indicare il volo.

Davide, alla fine del campionato sarai ad un anno dalla scadenza del contratto, hai già sentito la società per il rinnovo?
"Stiamo già parlando, adesso vediamo come finisce l'anno, poi ci siederemo sicuramente attorno ad un tavolo".

Ti senti pronto a firmare un contratto "a vita" con il Brescia, di cui sei il capitano?
"Assolutamente sì per quella che è la mia volontà, spero si possa trovare un accordo. Anche se al giorno d'oggi, a questa età, il contratto te lo allungano di anno in anno, l'auspicio mio è quello di rimanere a Brescia".

Il tuo procuratore è Giorgio De Giorgis che, fra gli altri, cura gli interessi di Roberto Mancini, da qualche mese approdato all'estero. Ti senti di escludere per te un'esperienza fuori dall'Italia?
"Per adesso la escludo, però nella vita non si sa mai, come ti dicevo prima la mia priorità è rimanere a Brescia, per finire la carriera con questa maglia".

Hai compiuto 34 anni a febbraio: facendo i debiti scongiuri, se non dovesse arrivare la promozione in Serie A con il Brescia, spingeresti per andare a giocare la prossima stagione nella massima divisione, che non ti vede protagonista da ben cinque anni?
"Io voglio restare qua, che sia B o A, però io adesso penso di giocare in Serie A l'anno prossimo col Brescia, stiamo cercando di far di tutto per centrare la promozione. Spero che a fine anno io possa raggiungere l'obiettivo della Serie A, significherebbe che tutti assieme avremo centrato un traguardo che manca dal 2004/2005. Non voglio neanche pensare ad una Serie B l'anno prossimo col Brescia, il posto per questa piazza è la A".

Digitando il tuo nome su un comune motore di ricerca, è possibile ritrovare decine di commenti, nei quali si parla di un giocatore che ha raccolto meno di quanto seminato, hai rammarichi in tal senso?
"Non ne ho, sono sereno. Da una parte potrebbe essere un complimento se dicono che uno ha raccolto meno di quello che potenzialmente aveva nelle proprie corde, però sentirselo dire spesso non è proprio una gran cosa. Ognuno ha quel che si merita, quindi evidentemente meritavo questo, nessun rammarico, nessun rimpianto".

Hai giocato con Viviano (24) e Savio Nsereko (20), due nomi al centro del mercato per motivi diversi. Secondo te, Viviano è pronto per il salto in un club di prima fascia? E Savio manterrà le promesse, oppure si rivelerà l'ennesimo talento bloccatosi al momento del salto di qualità?
"Viviano sono sicuro che sia pronto, è un ragazzo molto più maturo dell'età che ha, e riuscirebbe a sopportare le pressioni che ci sono nelle grandi piazze. Qualitativamente parlando non si discute, lo sta dimostrando in questo campionato, è uno dei portieri migliori della Seria A.
Savio è un ragazzo che deve lavorare con tranquillità, dopo aver fatto quel girone d'andata l'anno scorso alla grande qui a Brescia, è andato al West Ham, poi alla Fiorentina, ora è a Bologna, sta cambiando senza trovare la giusta dimensione.
Ha bisogno di fiducia, di sentirsi coccolato, di lavorare senza eccessive pressioni, serve una piazza tranquilla per potersi rilanciare, e dimostrare il proprio valore".

Stai già pensando al dopo carriera da calciatore?
"Sì, mi sforzo di pensarci, anche se cerco di non farlo più di tanto, però comunque si sta avvicinando il giorno in cui dovrò appendere le scarpe al chiodo. Spero di rimanere nell'ambiente calcistico, magari qui a Brescia, sarebbe una cosa importante".

Hai mai pensato di smettere, durante i giorni della squalifica inflitta dal T.A.S. di Losanna nel 2009?
"Si, ogni mattina che mi svegliavo, ma poi subentrava la passione, più grande di tutti i pensieri. Ora sono tranquillo: mi sono ritrovato, nonostante due mesi di squalifica ingiusti, a poter rigiocare, a provare tutte quelle sensazioni che provavo prima. Gioco con uno spirito diverso, perché la vicenda comunque m'ha turbato, tuttavia la vedo come una cosa positiva, ora mi godo meglio i momenti, e sono felice, soprattutto di aver dimostrato di essere pulito".

Hai ancora fiducia nella giustizia sportiva italiana?
"Ho fiducia in tutto, sono uno di quelli che crede ancora nella buona fede. Dopo tutto quello che m'è capitato non ho rabbia nei confronti di nessuno, se m'è capitata è perché doveva capitare, l'ho presa come un'esperienza, il negativo l'ho tramutato in positivo, penso di esserci riuscito. La vita non va sempre come uno vuole, va accettata, bisogna avere la serenità per accettare tutto, io l'ho sempre avuta, ho lavorato con tanta tranquillità, e mi trovo ancora a fare quello che mi piace tantissimo, nonostante abbia scontato quei due mesi ingiusti".

Togliendo i tuoi compagni di squadra, un nome che ti senti di consigliare in prospettiva di questa Serie B, al quale prefiguri un futuro degno di nota?
"Io di giocatori bravi ne ho visti tanti, se devo fare un nome dico senza dubbio Eder (23). E' sotto gli occhi di tutti, c'ho giocato contro lunedì ad Empoli, è un giocatore che non può stare in B assolutamente, deve giocare in una grande in A, ha delle qualità straordinarie.
E' un giocatore impressionante, ha ottime qualità, ha tiro, velocità, tutte le potenzialità per poter sfondare. Poi certo in una grande piazza servono tante combinazioni per poter sfondare, ma è sicuramente pronto per grandissimi palcoscenici".

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