Fiorentina: c'era una volta un fortino invincibile...
Stop con gli entusiasmi facili. Tre punti non fanno primavera, anche se le rondini iniziano a far capolino. Una vittoria che dà morale, fiducia, che regala vigore e nuovi sorrisi, quella di domenica scorsa. La Fiorentina che (ri)vince è bella notizia, perché sei mesi di digiuno son troppi per chiunque, figuriamoci per chi ha calcato di recente terreni gloriosi come Anfield e Allianz Arena. A proposito di stadi: ha ragione Prandelli, quando dice che il Franchi così, mette tristezza e malinconia.
C'era una volta un fortino invincibile. C'era una volta, già, perché l'onda lunga dei risultati no, di un mercato un po' così, di rotture inattese e mal gestite, l'hanno pian piano svuotato. Metti poi, forse al primo posto, la crisi, aggiungi anche il progetto Cittadella che è e resta tale, somma pure uno stadio che regala più pioggia che gol, ed ecco che il deserto è servito. L'appello di Sandro Mencucci di domenica sera, però, è chiaro. "Con il Palermo non sia una gara qualunque".
Giammai. Perché la Fiorentina deve confermarsi, con tre punti anche domenica prossima, perché il sole torni a splendere. Servirà ancora una volta il Franchi, per arrivare alla vittoria. Magari un Franchi diverso. Perché entusiasmo chiama pubblico ed il pubblico, spesso, incita la squadra ad arrivare alle vittorie. Raccontata così, è la storia di un cane che si morde la coda. Perché 5 punti su 4 gare, in fondo, è bottino misero, per tornare a far diventare lo stadio fiorentino una vera e propria torcida. Stop con gli entusiasmi facili, già. Ma quelli servono perché Firenze torni a vedere, cantare ed incitare la Fiorentina. Da vicino. Dagli spalti. Da un Franchi che oggi mette malinconia e che domenica può essere ancora dodicesimo uomo in campo.