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Gaia Brunelli: "Milan, le soluzioni del Boa"

Gaia Brunelli: "Milan, le soluzioni del Boa"TUTTO mercato WEB
© foto di Gaia Brunelli
sabato 23 ottobre 2010, 21:452010
di Redazione TMW.
fonte di Gaia Brunelli per milannews.it

La lingua batte dove il tridente duole. I problemi di Allegri sono tutti concentrati lì. In quel reparto che dovrebbe essere il migliore d'Italia. Eppure l'idea di Ronaldinho trequartista ancora non convince, gli alti e bassi di Pato non danno garanzie e la concezione tattica di Robinho è ancora troppo confusa. A cercare di dare una spiegazione è intervenuto Kevin Prince Boateng.
"Non bisogna essere troppo critici, io Ibra e Robinho siamo nuovi e dobbiamo ancora imparare molto. Ci vorrà un po' di tempo". Ne è sicuro il centrocampista del Ghana con quel suo sguardo serio ma sincero.
Prima dell'intervista (concessami per Sportitalia), quando ci siamo presentati, sembrava anche quasi intimidito dalla situazione tra microfoni e telecamere, ma in un secondo ha tirato fuori il meglio di sé. E' successo quando gli ho chiesto di fare il soundcheck prima di cominciare: "One, two, three... I'm Kevin Prince at the mic..." e poi vari versi in stile Rapper di alta scuola.
Che bravo, mi sono detta. "Avrei voluto fare il cantante da piccolo, o comunque qualcosa che avesse a che fare con la televisione", ha detto lui quasi leggendomi nel pensiero.

Poi un sorriso di quelli genuini, una tuta dell'Adidas morbida, non stretta, e un cappellino che non ha mai tolto. Il tutto rigorosamente in tedesco, perché in Germania è nato e cresciuto.
In un quartiere poco raccomandabile di Berlino ha avuto inizio la sua fortuna, quando dribblando i suoi amichetti è stato notato dal padre di uno di questi. "Mi ricordo ancora il nome del ragazzino, si chiamava Denis", mi ha detto sorridendo e rammentando momenti di gioia. In quel momento sembrava Inzaghi che ricorda per filo e per segno ogni gol messo a segno nella sua carriera, dal primo all'ultimo, e pure i nomi di chi gli ha fatto gli assist. Insomma Denis ha accompagnato Kevin nella sua avventura di calciatore, tra scelte, errori e incontri significativi. L'emozione era palpabile quando ha parlato dell'incontro della sua Nazionale con Nelson Mandela. Tutto così sacro, imperturbabile. Strano per uno come lui abituato a una vita di istinti. Eppure tutti prima o poi diventano grandi: "Mio figlio ha due anni e gioca a pallone più di quanto giocassi io alla sua età. Cercherò di sostenere tutti i suoi sogni e di consigliarlo per il meglio, cercando di fargli evitare tutti gli errori che ho fatto io".
Parola di Kevin Prince Boateng.