I tre casi del calcio italiano: da Mutu a Marchetti fino a Krasic
a- Il caso Marchetti e lo sciopero dei calciatori.
La giustizia sportiva potrà offrire occasioni di calcio mercato molto ghiotte per gli operatori del settore che, sono sicuro, stanno seguendo con attenzione le vicende legali che riguardano alcuni dei giocatori più importanti del panorama nazionale.
Mi riferisco innanzitutto a Federico Marchetti, ottimo portiere nel giro della Nazionale e titolare agli ultimi mondiali in Sud Africa, che si trova legato contrattualmente al Cagliari del Presidente Cellino dove però, negli ultimi mesi, non è riuscito a trovare più spazio nemmeno in panchina.
Marchetti ha convenuto avanti il Collegio Arbitrale della Lega di Serie A il club sardo che, a detta del giocatore, avrebbe posto in essere comportamenti vessatori per indurlo a scelte contro la sua volontà con riferimento al contratto che lo lega al club sino all'anno 2013.
Le richieste del giocatore in sede di arbitrato saranno le seguenti: risoluzione del contratto e risarcimento del danno subito a fronte della mancata convocazione in nazionale derivata dalla inattività dell'atleta.
In una sola parola: mobbing.
Ovviamente il Cagliari si difenderà sostenendo che il portiere è stato escluso dalle convocazioni per scelta tecnica, ma dovrà essere in grado di spiegare ai giudicanti come un giocatore titolare della Nazionale Campione del Mondo uscente agli ultimi mondiali (giocatisi pochi mesi addietro e non due anni fa) non riesca a trovare spazio nemmeno in panchina in una squadra ultima in classifica in Serie A che, teoricamente, necessiterebbe di ottimi giocatori.
Credo che la difesa Marchetti potrà ottenere la risoluzione del contratto che consentirà al giocatore di poter trovare spazio presso altro sodalizio, senza dover corrispondere al Cagliari alcun contributo economico per la cessione del contratto.
Sul punto c'è un precedete illustre risalente allo scorso campionato ovvero quello del "caso Pandev" finito appunto con risoluzione del sinallagma contrattuale e il risarcimento del danno di oltre 160.000 per il giocatore.
Tutto quanto premesso dovrebbe suggerire agli operatori di mercato di seguire con molta attenzione i contenziosi sportivi (in atto e in divenire) tra giocatori e società di appartenenza perchè da queste vicende giudiziarie potranno nascere ottime opportunità di mercato a costi ridotti.
In questo contesto continua la diatriba tra Lega di Serie A e Associazione Calciatori nella ricerca del nuovo accordo collettivo di cui abbiamo già parlato nell'editoriale del 6.10.2010 dove abbiamo affrontato e sviscerato le ragioni delle parti in causa (http://www.tuttomercatoweb.com/?action=read&id=232511 ) sulle quali i punti di attrito riguardano la questioni dei "fuori rosa" ( che possono generare e moltiplicare, guarda caso, proprio i casi di mobbing) e i trasferimenti forzati sui quali ho già espresso il mio parere negativo.
Le parti nell'ultimo incontro si sono nuovamente allontanate ed i rappresentanti dei giocatori hanno per l'ennesima volta minacciato di scioperare (can che abbaia non morde?) e si profila sempre più probabile l'intervento della FIGC affinché convochi i contraenti e si possa addivenire ad un accordo forzato che eviti lo sciopero.
b- caso Mutu.
Nel fermento di questi ultimi giorni si è poi distinto (si fa per dire) Adrian Mutu che è riuscito, ancora una volta, a far parlare di sé negativamente per essersi fatto notare, più che come giocatore, come pugile, in quanto avrebbe picchiato, per apparenti futili motivi, un cameriere kosovaro.
Ciò gli è costato una denuncia per lesioni aggravate ed un futuro processo penale.
La notizia è raccapricciante ma, al contempo, potrebbe costituire una occasione buona di mercato per chi fosse in cerca di reti sicure e di esperienza consolidata nel campionato di Serie A.
Ora vi spiego le ragioni.
La Fiorentina ha sposato negli ultimi anni il progetto della lealtà sportiva introducendo in primis il "terzo tempo" nel calcio e poi abbracciando il bellissimo programma umanitario di "save the children" ponendo in essere una pregevole iniziativa di carattere sociale.
È chiaro che, se i principi cui ha deciso di ispirarsi la squadra di Firenze sono realmente quelli sopra esposti per cui indossare la maglia viola significa trasmettere certi messaggi educativi, allora tutto questo mal si concilia con il gesto compiuto dal giocatore Rumeno.
È chiara ed evidente una incompatibilità di fondo tra progetto sociale in atto e quanto accaduto.
Ecco allora che a gennaio potrebbero aprirsi importanti scenari di mercato, poiché Mutu potrebbe essere facilmente ceduto nel rispetto di quella politica societaria (cui sono legati i progetti di marketing e sponsorizzazione) che sarebbe altrimenti svilita mentre da un atteggiamento troppo comprensivo verso il giocatore dell'est. Consiglio di seguire con attenzione l'evoluzione della vicenda.
c- caso Krasic.
Concludo la mia analisi settimanale con il caso Krasic.
La Procura Federale, come previsto, ha segnalato l'episodio alla Giustizia Sportiva che, sulla base delle immagini, ha provveduto a comminare la squalifica di due giornate al giocatore serbo.
Il comportamento è stato giudicato antisportivo con la seguente motivazione: "... le immagini televisive documentano, nell'esclusione di ogni ragionevole dubbio, che i due calciatori non vennero in alcun modo a contatto e che l'Arbitro fu indotto in errore da un abile "tuffo" in avanti effettuato dal calciatore bianconero (l'innaturale "trascinamento" del piede sinistro ne evidenzia ulteriormente l'intento ingannevole)...." .
Il Giudice Sportivo ha ravvisato dolo, ovvero volontarietà, nel comportamento di Krasic il quale ha, secondo il giudicante, voluto ingannare l'arbitro e gli avversari ed è stato, di conseguenza, sanzionato ex art 35, 1.3 del Codice di Giustizia Sportiva.
La sanzione applicata è stata determinata nel minimo edittale previsto dalla norma che non contempla attenuanti che avrebbero potuto ridurre la sanzione inflitta, ma solo l'aggravante speciale della recidiva che avrebbe, al contrario, potuto fare aumentare la squalifica ove lo juventino si fosse già reso responsabile del medesimo illecito in passato.
Ora alla Juventus non resta che ricorrere d'urgenza avanti al giudice di seconda istanza per evidenziare i punti deboli del provvedimento del Giudice Sportivo Tosel e cercare di eliminare i danni derivanti dal provvedimento emesso.
Se il gravame verrà accolto, ci potrà essere l'annullamento della sanzione inflitta e non la sua riduzione poiché, in assenza di attenuanti previste dal Codice di Giustizia Sportiva, la pena è già stata determinata nel minimo.
Se il ricorso invece verrà rigettato, la sanzione sarà confermata e Krasic dovrà scontare i due turni di squalifica inflitti che costituiranno un precedente di peso non indifferente in futuro nell'ipotesi in cui il giocatore dovesse cadere nel medesimo illecito.
Diversa è la posizione di Robinho per i fatti di Napoli- Milan per i quali la Procura Federale ha ritenuto di non intervenire sulla base della semplice segnalazione alla Giustizia Sportiva. In questo caso non potrà quindi essere applicata alcuna sanzione al milanista perchè il Magistrato non può intervenire d'ufficio, ma solo su impulso del Procuratore.
In sostanza, molte polemiche ma nessuna punizione.