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Inter: il biscione cambia pelle

Inter: il biscione cambia pelleTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 17 settembre 2010, 06:392010
di Redazione TMW.
fonte di Roberto Dupplicato per Telelombardia - qsvs.it

Cinque partite, un fiasco in Supercoppa europea ma un trofeo già in bacheca. L'Inter non è ancora quella che vuole Rafael Benitez, e non è più quella di Mourinho: è una squadra in cerca di un'identità di gioco, a cui mancano i gol di Milito e che vorrebbe avere più fiducia dai propri tifosi. Proprio come il suo simbolo, l'Inter è un serpente che sta cambiando pelle, e visto che tutti lo ricordano bello e letale, dopo il pareggio col Twente sembra quasi un biscione che non sa più avvelenare e che subisce i colpi degli avversari.

Ma anche l'Inter di Mou l'anno scorso non partì col botto: sconfitta in supercoppa contro la Lazio, inizio di campionato e di Champions con un pareggio, poi tutti sanno com'è andata a finire. Ma il nuovo allenatore dell'inter in questa stagione ha due compiti molto difficili: cercare di eguagliare la storica tripletta nerazzurra del 2010, una cosa che per bocca dello stesso amministratore delegato dell'Inter Ernesto Paolillo è «statisticamente improbabile», e cercare di non far sentire ai tifosi interisti troppa nostalgia di Josè Mourinho, che dalla panchina del suo Real Moudrid, proprio ieri non ha perso l'occasione per toccare il cuore dei tifosi «non allenerei il Milan perché sono troppo innamorato dell'Inter».

Il tutto con a disposizione una squadra certamente molto forte, ma senza l'aggiunta di quel calciatore gradito ai gusti, e al gioco, di Rafael Benitez. L'unico "nuovo acquisto" di quest'anno è Coutinho, calciatore brasiliano nato nel 1992 a Rio de Janeiro, che però è arrivato all'Inter quest'estate dopo essere stato acquistato due anni fa dal Vasco da Gama.

L'infortunio che Goran Pandev ha subito dopo la partita contro il Twente si è rivelato meno grave del previsto e terrà fuori l'attaccante macedone solo per dieci giorni, ma con due partite a disposizione è forse l'ora di schierare titolare sulla fascia destra il brasiliano Coutinho, baby capace di saltare l'uomo, creare scompiglio nelle difese avversarie e suggerire l'ultimo passaggio.

Lui si distingue alla Pinetina per tanto lavoro e umiltà, caratteristiche con le quali ha conquistato un giocatore importantissimo nello spogliatoio nerazzuro: quell'Javier Zanetti arrivato in punta di piedi a Milano nel 1995 e diventato Re di Coppe, dopo 15 stagioni di cavalcate sulla fascia, destra o sinistra non importa. Il "Capitano" è la chioccia ideale per Coutinho: «Noi lo chiamiamo Cou ». E se parla lui per tutto lo spogliatoio Philippe può stare tranquillo, ha la garanzia a vita, il migliore dei modi per fare sentire al giovane brasiliano meno pressioni possibili.

La migrazione tattica che Rafael Benitez sta preparando per la sua Inter non è ancora stata ultimata. Il biscione non ha ancora cambiato pelle: il passaggio dal 4-2-3-1 mouriniano verso il 4-3-1-2 che vuole lo spagnolo, non è ancora stato assimilato né, tantomeno, provato. Nelle prossime due gare, che l'Inter giocherà senza Pandev contro Palermo e Bari, Coutinho avrebbe spazio sulla fascia destra. La maglia da titolare sarebbe subordinata probabilmente ad un compito di duttilità tattica che però, ad un ragazzo di 18 anni, sembra una richiesta legittima.

E' comunque un'idea, un inizio , in attesa che l'Inter di Mourinho diventi l'Inter di Rafael Benitez, e che il biscione cambi pelle.