Juve, Chiellini basta. Toro, Bianchi no.
Nella domenica in cui ritrova Gigi Buffon e Chiellini, la Juve torna al successo e resta in corsa per il quarto posto, il Toro che scivola a Lecce invece vede fuggire i salentini verso la A e ora sa che rimane un solo posto disponibile nella corsa alla promozione diretta.
Nella giornata che ha visto il sorpasso in vetta, con la Roma che ha scavalcato l'Inter, a otto giorni dal naufragio di Udine la Juve ha ritrovato la via della vittoria a spese del Cagliari (del futuro allenatore Allegri?), nell'occasione in cui recuperava due pilastri difensivi come Buffon e Chiellini. Non a caso, proprio l'ex viola ha segnato la rete che ha mandato k.o. i sardi, mentre il portiere ha contribuito a porre fine alla serie nera di 19 gare consecutive in cui la retroguardia bianconera aveva sempre subito gol.
Dopo un intero girone la Juve ha ritrovato un minimo di compattezza difensiva, anche se è servita la traversa per dire di no a Cossu e poi è stato necessario il salvataggio di Cannavaro sulla linea per evitare guai sull'incursione di Matri. Dopo aver trovato il vantaggio, però, la squadra di Zaccheroni si è espressa meglio, conquistando tre punti utili a restare in corsa per un piazzamento Champions, anche se i problemi strutturali della squadra restano e non accenna a placarsi la rabbia del pubblico. I tifosi hanno accolto con fischi la lettura della formazione bianconera e srotolato gli ormai consueti striscioni 'vergognatevi' e 'fate giocare la Primavera', mentre all'esterno dello stadio venivano diffusi volantini contro Blanc e la dirigenza. Nonostante alcuni momenti di tensione, però, non si è andati oltre, mentre la protesta ha riguardato pure la nuova bufera calcioli: "rivogliamo i nostri scudetti". Tutto a cinque giorni da Inter-Juve, crocevia fondamentale per i destini di entrambe le squadre.
Per il Toro, invece, due giorni dopo le buone notizie arrivate sul fronte Filadelfia (con la cancellazione delle ipoteche che ancora gravavano sull'area), è arrivata una sconfitta pesante a Lecce. Perdere contro la capolista ci può stare, ma fa male perdere quando si rinuncia a giocare nella prima mezz'ora e si è castigati da un gol dell'ex dal dente avvelenato Di Michele (e da un calcio di rigore). Dopo il penalty di Bianchi c'era tutto un tempo per provare ad acciuffare il 2-2, ma nei giocatori del Toro non c'era lo stesso ardore che aveva caratterizzato la prova con la Triestina (battuta al 93', malgrado l'inferiorità numerica per gran parte della gara).
Ora sarà fondamentale non sbagliare i due appuntamenti casalinghi contro Piacenza e Cesena: la serie A diretta è ancora possibile, ma nel mischione che c'è alle spalle del Lecce occorre farsi largo subito per non dover affidare tutto alle ultime giornate o doversi affidare alla roulette dei playoff.