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Juventus: ora più continuità

Juventus: ora più continuitàTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 22 settembre 2010, 07:432010
di Redazione TMW.
fonte di Alvise Cagnazzo per carlonesti.it

Qualcosa, ad est delle Alpi, in quell'angolo di Friuli immobile nella casella degli zero punti, è parso muoversi. Per la Juventus, vincere con quattro reti di scarto, mantenendo inviolata la rete, pur al cospetto di una formazione fantasma, l'Udinese, desolata e desolante all'ultimo posto, in fondo ad una classifica da film dell'orrore di Mario Bava, non significherà aver definitivamente scollinato i problemi di inizio stagione. Ma, se non altro, contribuirà ad ispessire quella sottile, ed ancora superficiale, epidermide di autostima sulla quale, a partire dal mese di ottobre, sarà necessario edificare ambizioni di ben altra consistenza. Al netto di un avvio di stagione disastroso, la sola vittoria in trasferta avrebbe consentito di allontanare le cassandre su di una annata, oltre che su di una panchina, per molti già definibile come fallimentare. La straripante prestazione offerta allo stadio "Friuli" può così essere interpretata come una salutare boccata d'ossigeno dopo settimane di apnea.

Consentendo maggiore serenità, e forse persino maggiore attenzione, nell'analisi di quelle sbavature difensive evidenziate persino nel largo successo contro l'Udinese, da correggere e seppellire nella memoria di una domenica strampalata. Senza incappare in una recidività assai difficile da giustificare se compiuta al cospetto di avversari di ben altro rango, come il Manchester City in Coppa Uefa o il Palermo e l'Inter, prossimi avversari in campionato. Certo, espugnare Udine dopo tre anni di assoluto digiuno, non può che essere interpretato come un segnale positivo. Considerando le due reti siglate dai due principali acquisti estivi, Bonucci e Quagliarella, oltre alla ritrovata condizione dei vari Marchisio, vicino all'atteso rinnovo, Iaquinta e Krasic, autore di due strepitosi assist, il bilancio domenicale pare dunque rilanciare il profilo del direttore generale Marotta. Anche, se non soprattutto, per la capacità di tenere a bada eventuali mugugni di spogliatoio da parte degli emarginati Grosso e Salihamidzic.

Dopo l'infortunio di De Ceglie, afflitto da fastidiose noie muscolari, il terzino protagonista dei fortunati Mondiali tedeschi del 2006 ha sino all'ultimo sperato di rientrare in prima squadra scoprendo, nel giorno della convocazione, l'ennesimo taglio. Lo spostamento di "Gambadilegno" Grygera sulla corsia mancina, un po' chiedere del latte ad una pecora senza puntare sull'ultima mucca rimasta nel recinto, ha però consentito di equilibrare, maggiormente, l'assetto difensivo. Apparso in difficoltà al cospetto di Sanchez, spesso e volentieri cercato "fisicamente" dal dirimpettaio di turno, ma finalmente in grado di mantenere inviolata la porta difesa dall'ottimo Storari. Proiettando il difensore ceko verso una titolarità soltanto agognata in estate, quanto assai probabile anche con il recupero di De Ceglie, fermo per due settimane. Traorè permettendo, ovviamente.

L'ottima prestazione offerta da Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci, finalmente elegante e non vezzoso, concreto e non semplicemente pulito, è soltanto una delle piacevoli note di uno spartito difensivo rivedibile e correggibile, ma pur sempre tonico rispetto alle ultime sconcertanti uscite stagionali. Dopo la scorpacciata polacca in territorio sabaudo, la dinamicità di Sanchez e capitan Di Natale avrebbe potuto ulteriormente aggravare le labili certezze ed i macchinosi sincronismi della retroguardia, quantomeno ben predisposta ed allineata nell'esercizio del fuorigioco. Ma, a conti fatti, la Juventus non incontrerà sempre l'ultima in classifica...