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Lecce: è caduto il "parafulmine"

Lecce: è caduto il "parafulmine" TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 7 ottobre 2010, 15:262010
di Francesco Romano
fonte di Marco Marini per pianetalecce.it

Oggi, sulla pagina nazionale della Gazzetta dello Sport, a firma di Giuseppe Calvi, campeggia un'intervista rilasciata in esclusiva da Gigi De Canio. Le sue sono dichiarazioni che segnano un solco ben definito su quelle che saranno - e forse sono state anche nel recente passato - le sue mansioni, e ciò che sarà da oggi in avanti.

Così come anticipato da Pianetalecce nell'articolo dell'1 settembre scorso, dal titolo "Cucù, sir De Canio non c'è più" il ruolo dell'allenatore lucano subisce, evidentemente a causa di situazioni contingenti, un ridimensionamento radicale rispetto a quello che si era detto e che si sarebbe voluto fare. Il mister, quindi, torna ad essere solamente un allenatore. Alla luce dell'intervista emergono verità che fino a ieri lo stesso De Canio, forse colpevolmente, aveva taciuto ma che il tifoso attento aveva da tempo notato perché i sorrisi di circostanza esibiti dal mister in qualche conferenza stampa, quando precise domande di alcuni giornalisti lo incalzavano sulle vicende di mercato, qualcosa la raccontavano e tante altre le nascondevano. E cioè che il bel "progetto" tanto sbandierato, con il mister figura centrale dello stesso che prevedeva il suo coinvolgimento a partire dalle formazioni giovanili fino ad arrivare ai cosiddetti "grandi", non è mai nato. Il progetto tecnico basato sulla necessità di garantire lo stesso sistema di gioco da svolgersi sia dalla prima squadra fino all'ultima delle formazioni giovanili non si è mai concretizzato; di scovare giovani di talento grazie alla rete di osservatori che tanto faticosamente il mister aveva creato e che intendeva spingere sui campetti del Salento innanzitutto, ed a livello ben più ampio poi, allo scopo di visionare ed acquisire per l'US Lecce giovani promettenti non è mai decollato; anzi, la Primavera e tutti i tornei cosiddetti "minori" non sono mai entrati nella schiera delle competenze del mister, tant'è che già dallo scorso anno ha cominciato a disinteressarsene, fino ad abbandonare del tutto l'idea di dare il suo imprimatur sulla gestione dell'universo giovani. A ciò si sono sommate le delusioni del recente mercato nel quale non si è riusciti ad operare secondo la strategia proposta dal mister, evidentemente non percorribile oppure non condivisa e, quando il tempo a disposizione per concludere le trattative stava per scadere ci si è resi conto che bisognava optare per un mercato d'emergenza, non sapremo mai se condiviso o meno e forse voluto solo in parte. Alla fine sono arrivati giocatori che nulla avevano a che fare con le iniziali intenzioni del mister e con quelle dichiarate dall'US Lecce in altri tempi: puntare su giovani promettenti, uniti a qualche certezza, per realizzare plusvalenze e garantire alla società non più esborsi e ripianamenti di bilancio. Sentite le sue parole rilasciate alla GdS: "Una società come il Lecce non può consentirsi investimenti onerosi. Così, avendo abbandonato la strategia di mercato, che mirava all'acquisizione di tanti giovani di prospettiva, abbiamo scommesso sulla voglia di riscatto di Olivera e Chevanton, sulle qualità di Jeda e Piatti. Ed abbiamo voluto Rispoli, Bertolacci, Sini, Brivio e Donati. Quanto al mio ruolo sul mercato, ci ho rinunciato: preferisco concentrarmi solo sul lavoro di allenatore"...e continua..." qualcuno ha voluto equivocare sui miei compiti, ma l'ad Fenucci ha condotto le trattative, a tutti gli effetti. Da qualche giorno ho comunicato alla società di non voler più interessarmi di mercato. I dirigenti hanno competenza e risorse per muoversi da se". Una resa a tutti gli effetti, quindi; una pubblica presa di coscienza da parte del mister, forse un po' tardiva, sulla differenza tra quello che avrebbe voluto fare per consentire al Lecce di autofinanziarsi ai livelli più alti e quello che forse gli è stato concesso di fare, ben poco. Alla fine rimane l'aspetto "finanziario" del progetto, assolutamente condivisibile ma che da solo non può certamente bastare ad evitare altri esborsi alla famiglia Semeraro; a ridurre gli ingaggi, a non spendere cifre folli sul mercato sono capaci tutti, il difficile arriva quando si deve coniugare positivamente l'abbattimento dei costi con la prestazione sportiva. Comunque va bene così, effettivamente le cose è meglio saperle piuttosto che arrampicarsi in discorsi su un progetto che non esiste. Oggi, se vogliamo, alla luce di quanto appreso, ne esiste un altro di progetto, sicuramente meno intrigante, più azzardato ma più facilmente percorribile: De Canio non ne è più il responsabile assoluto ma semplicemente il responsabile tecnico e si punta a mantenersi economicamente con gli introiti garantiti delle Pay Tv. Chiaro, semplice e lineare. Ad ogni buon conto e, facendo i dovuti scongiuri, nessuno osa immaginare cosa potrebbe succedere da un punto di vista prettamente economico se il nuovo progetto dovesse fallire. Infatti la realizzazione delle plusvalenze che ci avrebbero permesso di sopravvivere anche nel caso di una malaugurata retrocessione, evidentemente, è una strategia che non è ritenuta percorribile. Ed allora speriamo nel buon lavoro che tutti insieme stanno facendo, speriamo nella bravura di De Canio nel mantenere il Lecce in serie A, speriamo che la scommessa lanciata sia vincente. Oggi le "promesse" non sono state mantenute ma le "premesse" per centrare la salvezza ancora ci sono!